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Lo Specchio Attraversato
Lo specchio Attraversato è l’occasione per trasformare l’Ex Oratorio di San Lupo in un contenitore di dimensioni possibili, in cui ogni livello corrisponde ad una diversa chiave percettiva, psicologica, estetica. I tre artisti si confrontano con i tre livelli architettonici (matronei – corte interna – cripta) suggerendo, con poetiche differenti, il modo per andare “attraverso”. Il percorso espositivo suggerisce un viaggio dove ciascun stadio fisico diviene luogo psichico, in cui i concetti di alto e basso si fondono a quelli di distanza e tempo. La riflessione si innesca fra spettatore e opera e a quest’ultimo torna, quasi rimbalzata, per invitarlo a esplorare lo stadio successivo in un’ideale passaggio fra testa, torace, ventre
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 28 novembre al 20 dicembre 2015, lo spazio espositivo dell’Ex Oratorio di San Lupo ospita Lo Specchio Attraversato, mostra collettiva a cura di Claudia Santeroni.
Lo specchio Attraversato è l’occasione per trasformare l’Ex Oratorio di San Lupo in un contenitore di dimensioni possibili, in cui ogni livello corrisponde ad una diversa chiave percettiva, psicologica, estetica. I tre artisti si confrontano con i tre livelli architettonici (matronei - corte interna - cripta) suggerendo, con poetiche differenti, il modo per andare “attraverso”. Ogni piano coincide, così, con una differente possibilità di fruizione, veicolata dai tre mondi dentro cui abitano gli artisti. In questo modo la mostra crea una fortissima relazione di senso e percezione fra le opere e il luogo, diventando un contenitore di visioni, suggestioni e suggerimenti che trasformano i limiti
architettonici dell’edificio in una risorsa.
Il percorso espositivo suggerisce un viaggio dove ciascun stadio fisico diviene luogo psichico, in
cui i concetti di alto e basso si fondono a quelli di distanza e tempo. La riflessione si innesca fra
spettatore e opera e a quest’ultimo torna, quasi rimbalzata, per invitarlo a esplorare lo stadio
successivo in un’ideale passaggio fra testa, torace, ventre.
Tre livelli. Tre artisti. Tre ricerche. Tre linguaggi. Un curatore.
“Quello su cui ho continuato a rimuginare è stato l’elemento unificante - il “tra” - ciò che attraversa
ciascuna di queste poetiche tanto diverse fra loro.
Il tra ed il tre, il binomio che mi ha suggerito come articolare questo discorso. E’ stato lo spazio
stesso a indicarmi la tripartizione, la suddivisione in parti. Questo luogo che tanto mi ricorda un
teatro, un possibile palcoscenico per una recita al di là dello specchio, dove “al di là dello
specchio” sta per il luogo in cui, attraverso il nostro sguardo, possiamo tradurre il visibile in
desiderabile. Il puro spazio della rappresentazione, dove tutto diventa possibile.
Per ciascun artista il suo linguaggio elettivo. Consapevole di non poter essere esaustiva nella
presentazione delle loro ricerche, ho preferito frammentare il discorso, scegliendo per ciascuno
una sola opera. Francesco Pedrini con il video, Giovanni De Lazzari con il disegno, Oscar
Giaconia con la pittura. Tre strumenti per parlare di qualcosa che potrebbe essere ma non è, se
non attraverso lo sguardo di chi l’ha concepito, oppure di chiunque permetterà di farsi rapire al di
là delle superfici.
Dovendo preferire una piccola parte, ho scelto quella che mi piace di più, la storia che avrei voluto
ascoltare. Si entra così nello spettacolo, dove ogni fruitore è Alice, dispersa in un roseto, illuminata dalla luce delle stelle, a confronto con un macchinista, che non si sa sia artefice dello show o semplicemente
parte di esso, suggeritore di una storia che non conosce.
La mostra è solo un gioco per grandi rimasti piccoli, persone che non sanno esattamente da che
parte dello specchio stare, o forse cui semplicemente piace smarrirsi in queste membrane trasparenti che riflettono pulsioni.”
Claudia Santeroni
Gli artisti e le opere.
Francesco Pedrini, Giovanni De Lazzari e Oscar Giaconia animano lo spazio attraverso la loro
ricerca, innestando opere inedite studiate appositamente per interagire con ciò che le circonda.
Un giardino accennato, un simbolico roseto emerge in Untitled, 2015 di Giovanni De Lazzari, permettendo allo spettatore di trasformarsi, di riscoprire dentro di sé un modo differente di guardare la realtà per andare oltre il visibile e riscoprire il fascino dell’esperienza. Dopo questo passaggio Nulla o Infinito, (2014) il video di Francesco Pedrini, trasporta la mostra ai limiti del
mondo sperimentabile e visibile proiettando lo sguardo verso le stelle. All’opera di Oscar Giaconia
il compito di rendere la cripta un nuovo luogo di riflessione e confronto, oscillando tra spazio, tempo e corpo, attraverso la sua opera Ginnungagap – (The Machinist), 2014. “Il macchinista” è colui che aspetta, conosce, muove e osserva. Uno sguardo indagatore che attraversa lo spettatore costringendolo a riflettere sulla propria essenza, proprio come di fronte a uno specchio.
Giovanni De Lazzari
Nasce a Lecco nel 1977. Vive e lavora fra Bergamo e Milano, docente all’Accademia Carrara di
Belle Arti e alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti.
Dopo il diploma all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo partecipa alla residenza FAR – Fondazione Antonio Ratti (2008). Fra le sue mostre più significative: Memorandum, Art House,
Scutari – a cura di Adrian Paci (2015); Atlanti Sottili, Casa Bianca, Bologna – a cura di Marinella Paderni (2013); Vite in Transito, PAC, Milano – a cura di Alessandro Rabottini; Ogni Cosa a Suo Tempo cap VI atto II, BACO Arte Contemporanea, Bergamo - a cura di Stefano Raimondi e Mauro Zanchi (2013). E’ rappresentato dalla galleria La Veronica di Modica.
Francesco Pedrini
Nasce a Bergamo nel 1973. Vive e lavora a Bergamo, dove insegna all’Accademia Carrara di Belle Arti. Dopo aver conseguito il diploma all’Accademia Carrara di Bergamo, si specializza presso lo IUAV di Venezia in produzione e progettazione delle arti visive.
Fra le sue mostre più significative: Contemporaneo infinito, Galleria Martano, Torino - a cura di Elio
Grazioli (2012); Dilemas contemporáneos de lo visual, Facultad de Derecho de la Universidad de Buenos Aires, Buones Aires (2012); Tornado-forza 12, Microgallery (Istituto Italiano di Cultura), Tirana - a cura di Stefano Romano ed Eri Çobo (2012)
Oscar Giaconia
Nasce a Milano nel 1978. Vive e lavora a Bergamo.
Dopo il Diploma all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo inizia la sua personale ricerca artistica, concentrandosi prevalentemente sulla pittura.
Fra le sue mostre più significative: Alea, Galleria Thomas Brambilla, Bergamo – a cura di Stefano
Raimondi (2012); Ogni Cosa a Suo Tempo cap. VI, BACO Arte Contemporanea, Bergamo – a cura di Stefano Raimondi e Mauro Zanchi (2013); Fuori Quadro, Sala alla Porta S. Agostino, Bergamo – a cura di Elio Grazioli (2013); Open MIA, BACO Arte Contemporanea, Bergamo, a cura di Stefano Raimondi e Mauro Zanchi (2015).
Il catalogo
Il catalogo della mostra Lo specchio Attraversato sarà edito da Lubrina Editore in un’edizione limitata di 33 copie, numerate e firmate. Ogni artista ne avrà a disposizione 11 copie, di cui ne personalizzerà una pagina con un intervento dedicato.
L’Ex Oratorio San Lupo
L’Ex Oratorio, costruito nel 1734 e recentemente restaurato, è composto da un’aula unica che si
sviluppa in altezza attraverso dei matronei collegati tra loro. Nel XVIII secolo, si riunivano qui i membri della Giovanile Confraternita della Morte mentre fino all’inizio del XIX secolo fu utilizzato come cimitero e ossario della vicina chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro della Croce. Venne costruito da Ferdinando Caccia, ricordato nelle fonti settecentesche come un uomo capace di
convertire luoghi abbandonati e oscuri in strutture confortevoli e di bell’aspetto, e di renderli maestosi con poco sforzo. L’edificio si presenta maestoso e dalle balconate del primo e del secondo livello è possibile abbracciare con lo sguardo l’intera aula, che ha più l’aspetto di un teatro che di un luogo sacro.
Dalla sua ristrutturazione e riapertura nel 2007 viene utilizzato come sede espositiva e ha ospitato
lavori di artisti come Jannis Kounellis, Vincenzo Castella, Andrea Mastrovito e Claudio Parmiggiani.
Lo specchio Attraversato è l’occasione per trasformare l’Ex Oratorio di San Lupo in un contenitore di dimensioni possibili, in cui ogni livello corrisponde ad una diversa chiave percettiva, psicologica, estetica. I tre artisti si confrontano con i tre livelli architettonici (matronei - corte interna - cripta) suggerendo, con poetiche differenti, il modo per andare “attraverso”. Ogni piano coincide, così, con una differente possibilità di fruizione, veicolata dai tre mondi dentro cui abitano gli artisti. In questo modo la mostra crea una fortissima relazione di senso e percezione fra le opere e il luogo, diventando un contenitore di visioni, suggestioni e suggerimenti che trasformano i limiti
architettonici dell’edificio in una risorsa.
Il percorso espositivo suggerisce un viaggio dove ciascun stadio fisico diviene luogo psichico, in
cui i concetti di alto e basso si fondono a quelli di distanza e tempo. La riflessione si innesca fra
spettatore e opera e a quest’ultimo torna, quasi rimbalzata, per invitarlo a esplorare lo stadio
successivo in un’ideale passaggio fra testa, torace, ventre.
Tre livelli. Tre artisti. Tre ricerche. Tre linguaggi. Un curatore.
“Quello su cui ho continuato a rimuginare è stato l’elemento unificante - il “tra” - ciò che attraversa
ciascuna di queste poetiche tanto diverse fra loro.
Il tra ed il tre, il binomio che mi ha suggerito come articolare questo discorso. E’ stato lo spazio
stesso a indicarmi la tripartizione, la suddivisione in parti. Questo luogo che tanto mi ricorda un
teatro, un possibile palcoscenico per una recita al di là dello specchio, dove “al di là dello
specchio” sta per il luogo in cui, attraverso il nostro sguardo, possiamo tradurre il visibile in
desiderabile. Il puro spazio della rappresentazione, dove tutto diventa possibile.
Per ciascun artista il suo linguaggio elettivo. Consapevole di non poter essere esaustiva nella
presentazione delle loro ricerche, ho preferito frammentare il discorso, scegliendo per ciascuno
una sola opera. Francesco Pedrini con il video, Giovanni De Lazzari con il disegno, Oscar
Giaconia con la pittura. Tre strumenti per parlare di qualcosa che potrebbe essere ma non è, se
non attraverso lo sguardo di chi l’ha concepito, oppure di chiunque permetterà di farsi rapire al di
là delle superfici.
Dovendo preferire una piccola parte, ho scelto quella che mi piace di più, la storia che avrei voluto
ascoltare. Si entra così nello spettacolo, dove ogni fruitore è Alice, dispersa in un roseto, illuminata dalla luce delle stelle, a confronto con un macchinista, che non si sa sia artefice dello show o semplicemente
parte di esso, suggeritore di una storia che non conosce.
La mostra è solo un gioco per grandi rimasti piccoli, persone che non sanno esattamente da che
parte dello specchio stare, o forse cui semplicemente piace smarrirsi in queste membrane trasparenti che riflettono pulsioni.”
Claudia Santeroni
Gli artisti e le opere.
Francesco Pedrini, Giovanni De Lazzari e Oscar Giaconia animano lo spazio attraverso la loro
ricerca, innestando opere inedite studiate appositamente per interagire con ciò che le circonda.
Un giardino accennato, un simbolico roseto emerge in Untitled, 2015 di Giovanni De Lazzari, permettendo allo spettatore di trasformarsi, di riscoprire dentro di sé un modo differente di guardare la realtà per andare oltre il visibile e riscoprire il fascino dell’esperienza. Dopo questo passaggio Nulla o Infinito, (2014) il video di Francesco Pedrini, trasporta la mostra ai limiti del
mondo sperimentabile e visibile proiettando lo sguardo verso le stelle. All’opera di Oscar Giaconia
il compito di rendere la cripta un nuovo luogo di riflessione e confronto, oscillando tra spazio, tempo e corpo, attraverso la sua opera Ginnungagap – (The Machinist), 2014. “Il macchinista” è colui che aspetta, conosce, muove e osserva. Uno sguardo indagatore che attraversa lo spettatore costringendolo a riflettere sulla propria essenza, proprio come di fronte a uno specchio.
Giovanni De Lazzari
Nasce a Lecco nel 1977. Vive e lavora fra Bergamo e Milano, docente all’Accademia Carrara di
Belle Arti e alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti.
Dopo il diploma all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo partecipa alla residenza FAR – Fondazione Antonio Ratti (2008). Fra le sue mostre più significative: Memorandum, Art House,
Scutari – a cura di Adrian Paci (2015); Atlanti Sottili, Casa Bianca, Bologna – a cura di Marinella Paderni (2013); Vite in Transito, PAC, Milano – a cura di Alessandro Rabottini; Ogni Cosa a Suo Tempo cap VI atto II, BACO Arte Contemporanea, Bergamo - a cura di Stefano Raimondi e Mauro Zanchi (2013). E’ rappresentato dalla galleria La Veronica di Modica.
Francesco Pedrini
Nasce a Bergamo nel 1973. Vive e lavora a Bergamo, dove insegna all’Accademia Carrara di Belle Arti. Dopo aver conseguito il diploma all’Accademia Carrara di Bergamo, si specializza presso lo IUAV di Venezia in produzione e progettazione delle arti visive.
Fra le sue mostre più significative: Contemporaneo infinito, Galleria Martano, Torino - a cura di Elio
Grazioli (2012); Dilemas contemporáneos de lo visual, Facultad de Derecho de la Universidad de Buenos Aires, Buones Aires (2012); Tornado-forza 12, Microgallery (Istituto Italiano di Cultura), Tirana - a cura di Stefano Romano ed Eri Çobo (2012)
Oscar Giaconia
Nasce a Milano nel 1978. Vive e lavora a Bergamo.
Dopo il Diploma all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo inizia la sua personale ricerca artistica, concentrandosi prevalentemente sulla pittura.
Fra le sue mostre più significative: Alea, Galleria Thomas Brambilla, Bergamo – a cura di Stefano
Raimondi (2012); Ogni Cosa a Suo Tempo cap. VI, BACO Arte Contemporanea, Bergamo – a cura di Stefano Raimondi e Mauro Zanchi (2013); Fuori Quadro, Sala alla Porta S. Agostino, Bergamo – a cura di Elio Grazioli (2013); Open MIA, BACO Arte Contemporanea, Bergamo, a cura di Stefano Raimondi e Mauro Zanchi (2015).
Il catalogo
Il catalogo della mostra Lo specchio Attraversato sarà edito da Lubrina Editore in un’edizione limitata di 33 copie, numerate e firmate. Ogni artista ne avrà a disposizione 11 copie, di cui ne personalizzerà una pagina con un intervento dedicato.
L’Ex Oratorio San Lupo
L’Ex Oratorio, costruito nel 1734 e recentemente restaurato, è composto da un’aula unica che si
sviluppa in altezza attraverso dei matronei collegati tra loro. Nel XVIII secolo, si riunivano qui i membri della Giovanile Confraternita della Morte mentre fino all’inizio del XIX secolo fu utilizzato come cimitero e ossario della vicina chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro della Croce. Venne costruito da Ferdinando Caccia, ricordato nelle fonti settecentesche come un uomo capace di
convertire luoghi abbandonati e oscuri in strutture confortevoli e di bell’aspetto, e di renderli maestosi con poco sforzo. L’edificio si presenta maestoso e dalle balconate del primo e del secondo livello è possibile abbracciare con lo sguardo l’intera aula, che ha più l’aspetto di un teatro che di un luogo sacro.
Dalla sua ristrutturazione e riapertura nel 2007 viene utilizzato come sede espositiva e ha ospitato
lavori di artisti come Jannis Kounellis, Vincenzo Castella, Andrea Mastrovito e Claudio Parmiggiani.
28
novembre 2015
Lo Specchio Attraversato
Dal 28 novembre al 20 dicembre 2015
arte contemporanea
Location
EX ORATORIO DI SAN LUPO
Bergamo, Via San Tomaso, 7, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 7, (Bergamo)
Orario di apertura
martedì – venerdì 15.00 – 18.00, sabato – domenica 11.00 – 13.00 – 15.00 - 18.00. Visite guidate: sabato 5 dicembre, h.15.30, sabato 12 dicembre, h.15.30, sabato 19 dicembre, h.15.30
Vernissage
28 Novembre 2015, ore 18.30
Autore
Curatore