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L’odore del legno bruciato
La dismissione delle attività produttive riduce i valori economici e sociali di un territorio, drenando energie e vanificando le risorse presenti. L’odore del legno bruciato è un evento che occupa temporaneamente uno spazio e – attraverso la riflessione di alcuni artisti – invita a ripensare il futuro, partendo proprio dall’oggetto di quelle dimissioni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
STAZIONE_CERAMICA
UTOPIA STATION
Temporary Art Center
Ex-ceramica, Via Mannozzi
16- 25 dicembre 2011
Inagurazione venerdi 16 dicembre ore 18.30
La riconversione degli edifici fa parte della storia della nostra architettura, è un patrimonio del nostro modo di costruire. Riconvertire significa costruire, ed è ancora più interessante quando – come spesso accade – l’edificio riconvertito, viene adibito ad altre funzioni, come in questo caso, un’ ex-ceramica recuperata negli anni ottanta, ormai in stato di abbandono, prende nuova vita sotto forma di centro di aggregazione e come Temporary Art Center, sorta di vero e proprio centro d’arte e di relazione. Questo progetto che opera una riconversione, se pur temporanea, si trova a dover – in qualche modo- ricostruire un luogo, proprio come gli artisti che sono chiamati a ricordarci l’esistenza di questi luoghi o a dare forma alle proprie idee.
UTOPIA STATION
Stazione Utopia è un luogo di passaggio che produrrà, in tempo reale, un’attività ben più complessa di una semplice mostra. La sua struttura concettuale si presenta flessibile, ma la struttura progettata appositamente in questa occasione sarà anche materiale. Sorgerà sotto forma di una serie di contributi da parte di artisti e curatori di diverse generazioni, che daranno vita ad un progetto flessibile, che non si presenterà come un’opera finita ma come un progetto in divenire..
La Stazione diventerà un luogo di sosta, in cui fermarsi, riflettere, ascoltare e vedere, riposare, parlare e fare scambi, completata dalla presenza di persone e da un programma di eventi. Performance, concerti, video e film, contribuiscono a definire la Stazione, tanto quanto i suoi soggetti solidi. Nella Stazione, in questo periodo, verranno continuamente aggiunti oggetti di ogni genere; la gente lascerà delle cose e ne porterà via altre, ritornerà o non verrà mai più, ci saranno sempre persone che vorranno lasciare troppo e altre che non sapranno cosa lasciare o cosa dire. Queste sono le sfide per una Stazione Utopia allestita nel cuore di una città, dagli effetti imprevedibili, in cui qualcosa che manca si trasforma in qualcosa che eccede e il dubbio prodotto tra questi due qualcosa sarà tanto significativo quanto qualsiasi idea di utopia. Queste tensioni saranno le benvenute, come se si trattasse di ospiti.
La Stazione incorporerà materiali estetici, questioni estetiche, in un’altra economia che non considera l’arte come una cosa inevitabilmente dissociata, è qualcosa di più di un idea, per ricordarsi dell’esistenza di un’inevitabile relazione tra le arti e il resto delle attività sociali.
Per ora ci incontriamo e lasciamo circolare molte idee sull’utopia e su come sia necessario che essa ci sia, come un’elevazione, un’ulteriore crescita dell’anima.
Un luogo in cui l’immaginazione possa espandersi, un luogo di finzione come produttrice di realtà, qualcosa che proviene dall’esperienza stessa , conoscenza e azione riunite insieme in modo da diventare indistinguibili, l’insurrezione che si svuota nella costituzione. Usiamo l’utopia come catalizzatore, un concetto utilissimo come carburante, lasciando ad altri la definizione di utopia. Ci incontriamo per unire i nostri sforzi, motivati dal bisogno di cambiare il paesaggio internamente ed esternamente, dal bisogno di pensare, di integrare il lavoro di quegli artisti, intellettuali e operai che siamo noi in un modello di comunità più ampia, un altro tipo di economia, una conversazione allargata, un altro modo di essere. Questo teatro delle relazioni si avvolge attorno a visioni di mondi diversi ciascuno dei quali rappresenta un’isola, ognuno dei quali però è una realtà concreta, piena di natura e di forza.
Molte cose accadranno in quel luogo e ne provocheranno altre.
exhibitions
ore 18.30 opening
the future is now [ the future is it]
Francescaes, Manuela Mancioppi, Giacomo Casprini, Janet Mullarney, Lucia Baldini, Silvia Baglioni, Sergio Traquandi
a cura di casa masaccio arte contemporanea
“Il futuro è ciò che costruiamo da ciò che ricordiamo del passato - Il presente è il tempo della rivelazione istantanea".Fine modulo
Sezione a inviti dedicata ad alcuni artisti, che attraverso una serie di mezzi e tecniche espressive, come video, foto, installazioni luminose, creeranno uno stile visivo poetico che offre una lettura complessa della realtà contemporanea.
Una piattaforma di lancio per i nuovi talenti dell’ultima generazione artistica e un occasione per il pubblico e la critica di scoprire le nuove tendenze che caratterizzano la scena artista contemporanea del territorio.
L'odore del legno bruciato
Postcards from Beirut/Gea Brown, Michelangelo Consani, Leone Contini, Fausto Falchi, Iacopo Seri
a cura di Vincenzo Estremo e Cristiano Magi
La dismissione delle attività produttive riduce i valori economici e sociali di un territorio, drenando energie e vanificando le risorse presenti. L’odore del legno bruciato è un evento che occupa temporaneamente uno spazio e - attraverso la riflessione di alcuni artisti - invita a ripensare il futuro, partendo proprio dall'oggetto di quelle dimissioni. Gli spazi lasciati vuoti rivivono grazie a una riconversione temporanea. Entrare fisicamente all'interno di uno spazio significa prendere coscienza di uno stato di abbandono, misurarlo con i propri passi, farne risuonare le pareti. Una fisicità che amplifica l'attenzione sulla condizione attuale, senza far sì che questa scompaia all'interno dell'universo retorico sulla crisi. L'arte collima con la politica, si rivolge ai problemi della cittadinanza, contribuisce a rafforzare l'infrastruttura intellettuale, pur rimanendo legata a linguaggi universali. Un evento temporaneo, un' affresco vivido di un paesaggio in continuo smottamento e l'individuazione di una necessità: costruire un'alternativa concreta.
Orari mostre: feriali 15.00–19.00 – festivi 10.00-12.00/15.00-19.00
ore 21.00 events
Hydra - The series
la web serie girata e prodotta in Valdarno. Presentazione del progetto e dei giovani ideatori e creatori della serie.
ore 22.00
Tomviolence
UTOPIA STATION
Temporary Art Center
Ex-ceramica, Via Mannozzi
16- 25 dicembre 2011
Inagurazione venerdi 16 dicembre ore 18.30
La riconversione degli edifici fa parte della storia della nostra architettura, è un patrimonio del nostro modo di costruire. Riconvertire significa costruire, ed è ancora più interessante quando – come spesso accade – l’edificio riconvertito, viene adibito ad altre funzioni, come in questo caso, un’ ex-ceramica recuperata negli anni ottanta, ormai in stato di abbandono, prende nuova vita sotto forma di centro di aggregazione e come Temporary Art Center, sorta di vero e proprio centro d’arte e di relazione. Questo progetto che opera una riconversione, se pur temporanea, si trova a dover – in qualche modo- ricostruire un luogo, proprio come gli artisti che sono chiamati a ricordarci l’esistenza di questi luoghi o a dare forma alle proprie idee.
UTOPIA STATION
Stazione Utopia è un luogo di passaggio che produrrà, in tempo reale, un’attività ben più complessa di una semplice mostra. La sua struttura concettuale si presenta flessibile, ma la struttura progettata appositamente in questa occasione sarà anche materiale. Sorgerà sotto forma di una serie di contributi da parte di artisti e curatori di diverse generazioni, che daranno vita ad un progetto flessibile, che non si presenterà come un’opera finita ma come un progetto in divenire..
La Stazione diventerà un luogo di sosta, in cui fermarsi, riflettere, ascoltare e vedere, riposare, parlare e fare scambi, completata dalla presenza di persone e da un programma di eventi. Performance, concerti, video e film, contribuiscono a definire la Stazione, tanto quanto i suoi soggetti solidi. Nella Stazione, in questo periodo, verranno continuamente aggiunti oggetti di ogni genere; la gente lascerà delle cose e ne porterà via altre, ritornerà o non verrà mai più, ci saranno sempre persone che vorranno lasciare troppo e altre che non sapranno cosa lasciare o cosa dire. Queste sono le sfide per una Stazione Utopia allestita nel cuore di una città, dagli effetti imprevedibili, in cui qualcosa che manca si trasforma in qualcosa che eccede e il dubbio prodotto tra questi due qualcosa sarà tanto significativo quanto qualsiasi idea di utopia. Queste tensioni saranno le benvenute, come se si trattasse di ospiti.
La Stazione incorporerà materiali estetici, questioni estetiche, in un’altra economia che non considera l’arte come una cosa inevitabilmente dissociata, è qualcosa di più di un idea, per ricordarsi dell’esistenza di un’inevitabile relazione tra le arti e il resto delle attività sociali.
Per ora ci incontriamo e lasciamo circolare molte idee sull’utopia e su come sia necessario che essa ci sia, come un’elevazione, un’ulteriore crescita dell’anima.
Un luogo in cui l’immaginazione possa espandersi, un luogo di finzione come produttrice di realtà, qualcosa che proviene dall’esperienza stessa , conoscenza e azione riunite insieme in modo da diventare indistinguibili, l’insurrezione che si svuota nella costituzione. Usiamo l’utopia come catalizzatore, un concetto utilissimo come carburante, lasciando ad altri la definizione di utopia. Ci incontriamo per unire i nostri sforzi, motivati dal bisogno di cambiare il paesaggio internamente ed esternamente, dal bisogno di pensare, di integrare il lavoro di quegli artisti, intellettuali e operai che siamo noi in un modello di comunità più ampia, un altro tipo di economia, una conversazione allargata, un altro modo di essere. Questo teatro delle relazioni si avvolge attorno a visioni di mondi diversi ciascuno dei quali rappresenta un’isola, ognuno dei quali però è una realtà concreta, piena di natura e di forza.
Molte cose accadranno in quel luogo e ne provocheranno altre.
exhibitions
ore 18.30 opening
the future is now [ the future is it]
Francescaes, Manuela Mancioppi, Giacomo Casprini, Janet Mullarney, Lucia Baldini, Silvia Baglioni, Sergio Traquandi
a cura di casa masaccio arte contemporanea
“Il futuro è ciò che costruiamo da ciò che ricordiamo del passato - Il presente è il tempo della rivelazione istantanea".Fine modulo
Sezione a inviti dedicata ad alcuni artisti, che attraverso una serie di mezzi e tecniche espressive, come video, foto, installazioni luminose, creeranno uno stile visivo poetico che offre una lettura complessa della realtà contemporanea.
Una piattaforma di lancio per i nuovi talenti dell’ultima generazione artistica e un occasione per il pubblico e la critica di scoprire le nuove tendenze che caratterizzano la scena artista contemporanea del territorio.
L'odore del legno bruciato
Postcards from Beirut/Gea Brown, Michelangelo Consani, Leone Contini, Fausto Falchi, Iacopo Seri
a cura di Vincenzo Estremo e Cristiano Magi
La dismissione delle attività produttive riduce i valori economici e sociali di un territorio, drenando energie e vanificando le risorse presenti. L’odore del legno bruciato è un evento che occupa temporaneamente uno spazio e - attraverso la riflessione di alcuni artisti - invita a ripensare il futuro, partendo proprio dall'oggetto di quelle dimissioni. Gli spazi lasciati vuoti rivivono grazie a una riconversione temporanea. Entrare fisicamente all'interno di uno spazio significa prendere coscienza di uno stato di abbandono, misurarlo con i propri passi, farne risuonare le pareti. Una fisicità che amplifica l'attenzione sulla condizione attuale, senza far sì che questa scompaia all'interno dell'universo retorico sulla crisi. L'arte collima con la politica, si rivolge ai problemi della cittadinanza, contribuisce a rafforzare l'infrastruttura intellettuale, pur rimanendo legata a linguaggi universali. Un evento temporaneo, un' affresco vivido di un paesaggio in continuo smottamento e l'individuazione di una necessità: costruire un'alternativa concreta.
Orari mostre: feriali 15.00–19.00 – festivi 10.00-12.00/15.00-19.00
ore 21.00 events
Hydra - The series
la web serie girata e prodotta in Valdarno. Presentazione del progetto e dei giovani ideatori e creatori della serie.
ore 22.00
Tomviolence
16
dicembre 2011
L’odore del legno bruciato
Dal 16 al 25 dicembre 2011
arte contemporanea
Location
STAZIONE CERAMICA
San Giovanni Valdarno, Via Mannozzi, (Arezzo)
San Giovanni Valdarno, Via Mannozzi, (Arezzo)
Orario di apertura
feriali 15-19, festivi 10-12 e 15-19
Vernissage
16 Dicembre 2011, ore 18.30
Autore
Curatore