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Le donne di Jane, giovane artista americana che vive e lavora a New York, sono ‘forti e dolci come la seta’; vestite, spesso, a metà esprimono tutta la dualità attuale del loro animo
Comunicato stampa
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JANE LAFARGE HAMILL
Le donne di Jane, giovane artista americana che vive e lavora a New York, sono ‘forti e dolci come la seta’; vestite, spesso, a metà esprimono tutta la dualità attuale del loro animo: combattute tra la naturale prosecuzione di un dialogo con un mondo maschile ancora, in parte, ostile e la conquista di un protagonismo capace di consacrarne, sempre di più, un ruolo indispensabile in tutti gli spazi del sociale.
In questo dibattersi arrivano, gradualmente, a mostrare tutta la loro nudità quale metafora aperta del sentire interiore. Appaiono, allora, come figure deambulanti in spazi indefiniti, privi di punti di riferimento, vestite soltanto di una quotidiana solitudine, pedaggio frequente da pagare nella lotta per la definizione della propria indipendenza e status. Si muovono in ‘città logo’ senza luogo, dove regna incomunicabilità, malinconia, abbandono, ma dove ‘il mondo donna’ di Jane è ancora ricco di quelle risorse ed energie espresse dall’artista con corpi intrecciati, annodati, distribuiti secondo triangolari geometrie segrete che ne dinamizzano i movimenti: è il trasparire di citazioni, ricche di riverenza, che rimandano alla lezione michelangiolesca delle Centauromachie o alle annodature corporee del ‘serpente di bronzo’ nella Cappella Sistina.
L’artista non dimentica, tuttavia, come nelle Tre età di Klimt, la dolcezza materna che accoglie il capo reclinato di una fanciulla: tutto è avvolto da una colorazione capace di richiamare, per la vivacità del colore e la larghezza della pennellata, il mondo di Elysabet Peyton ed ancora prima di Alexander Katz.
La gamma dei colori utilizzati è in taluni casi vasta; ognuno di essi è funzionale all’altro al fine di sottolinearne tutto il potere espressivo e comunicativo. Alla densità coloristica di alcune zone si susseguono aree tenui sino alla trasparenza; proprio questo alternarsi di segni forti ed evanescenze imprime quella dinamicità generale in alcuni dipinti, che sottolinea di questa artista, ancora giovane, lo stile già maturo, personale, deciso e ricco di liricità.
Le donne di Jane, giovane artista americana che vive e lavora a New York, sono ‘forti e dolci come la seta’; vestite, spesso, a metà esprimono tutta la dualità attuale del loro animo: combattute tra la naturale prosecuzione di un dialogo con un mondo maschile ancora, in parte, ostile e la conquista di un protagonismo capace di consacrarne, sempre di più, un ruolo indispensabile in tutti gli spazi del sociale.
In questo dibattersi arrivano, gradualmente, a mostrare tutta la loro nudità quale metafora aperta del sentire interiore. Appaiono, allora, come figure deambulanti in spazi indefiniti, privi di punti di riferimento, vestite soltanto di una quotidiana solitudine, pedaggio frequente da pagare nella lotta per la definizione della propria indipendenza e status. Si muovono in ‘città logo’ senza luogo, dove regna incomunicabilità, malinconia, abbandono, ma dove ‘il mondo donna’ di Jane è ancora ricco di quelle risorse ed energie espresse dall’artista con corpi intrecciati, annodati, distribuiti secondo triangolari geometrie segrete che ne dinamizzano i movimenti: è il trasparire di citazioni, ricche di riverenza, che rimandano alla lezione michelangiolesca delle Centauromachie o alle annodature corporee del ‘serpente di bronzo’ nella Cappella Sistina.
L’artista non dimentica, tuttavia, come nelle Tre età di Klimt, la dolcezza materna che accoglie il capo reclinato di una fanciulla: tutto è avvolto da una colorazione capace di richiamare, per la vivacità del colore e la larghezza della pennellata, il mondo di Elysabet Peyton ed ancora prima di Alexander Katz.
La gamma dei colori utilizzati è in taluni casi vasta; ognuno di essi è funzionale all’altro al fine di sottolinearne tutto il potere espressivo e comunicativo. Alla densità coloristica di alcune zone si susseguono aree tenui sino alla trasparenza; proprio questo alternarsi di segni forti ed evanescenze imprime quella dinamicità generale in alcuni dipinti, che sottolinea di questa artista, ancora giovane, lo stile già maturo, personale, deciso e ricco di liricità.
04
settembre 2010
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Dal 04 al 30 settembre 2010
arte contemporanea
Location
GALLERIA TRIPHE’ – EX CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO
Cortona, Via Maccari, 3, (Arezzo)
Cortona, Via Maccari, 3, (Arezzo)
Orario di apertura
da martedi a domenica, 0re 10.30-13.00/ 16.00- 19.00
Vernissage
4 Settembre 2010, 12.00
Autore
Curatore