Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
LOGOS. LE IMMAGINI PARLANO
FMAV presenta Logos. Le immagini parlano una mostra in occasione del festivalfilosofia di Modena con opere dalle collezioni gestite da FMAV che racconta la relazione tra immagini e parola. In mostra le opere di: Alighiero Boetti, Gianfranco Baruchello, Walker Evans, Nan Goldin, Mimmo Jodice e altri.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
LOGOS. LE IMMAGINI PARLANO
In occasione del festivalfilosofia di Modena, una mostra con le opere dalle collezioni gestite da FMAV racconta la relazione tra immagini e parola. Accompagnano la visita una raccolta di audiodescrizioni pensate per visitatori vedenti e non vedenti, realizzate in collaborazione con il Museo Omero di Ancona e l’Unione Italiana Ciechi, sezione di Modena e una playlist di podcast realizzati in collaborazione con Radio Papesse
Inaugura il 15 settembre 2023 la mostra Logos. Le immagini parlano, a cura di Chiara Dall’Olio, realizzata in occasione dell’edizione 2023 del festivalfilosofia (fino al 17 settembre), dedicato quest’anno al tema parola, con l’obiettivo di discutere la centralità del linguaggio, della lingua e della presa di parola in un’epoca – caratterizzata dal dominio della comunicazione – che paradossalmente sembra tuttavia indebolirla.
La mostra, che si svolgerà presso Palazzo Santa Margherita, si pone l’obiettivo di far percepire al pubblico la differenza e la complementarità fra la natura del linguaggio verbale e quello visivo. E per farlo si è scelto di mostrare le opere provenienti dalle collezioni di fotografia e disegno dei suoi soci fondatori, Fondazione di Modena e Comune di Modena, che mostrano al meglio questa relazione.
Per consentire una nuova modalità di fruizione delle collezioni e per rendere più coinvolgente e immersivo il patrimonio artistico gestito da FMAV, il visitatore sarà accompagnato da audiodescrizioni lungo tutto il percorso di mostra e, fuori dalle sale, da una serie di podcast che approfondiranno le ricerche artistiche degli autori, consentendo la fruizione a persone con differenti abilità percettive e sensoriali. Le audiodescrizioni sono infatti state appositamente create per non vedenti, grazie alla collaborazione con il Museo Statale Tattile Omero di Ancona e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sezione di Modena, ma saranno a disposizione di tutto il pubblico che potrà scoprire le opere attraverso un linguaggio differente. Le stesse opere saranno approfondite dai podcast realizzati in collaborazione con Radio Papesse, fruibili sul sito di FMAV www.fmav.org e sulle principali piattaforme di ascolto.
Nella prima parte della mostra “le opere saranno accessibili e collegate fra loro dalla parola narrata e, solo secondariamente sarà possibile vederle. L’esperienza del visitatore sarà così ampliata dall’utilizzo di altri sensi, non solo quello della vista che normalmente si usa per accedere a mostre di arte visiva. Nel preciso momento in cui una fotografia, ovvero una porzione del mondo, viene narrata senza essere vista, nella mente del visitatore si attivano processi creativi di immaginazione. Ognuno immaginerà a seconda del proprio vissuto, l’oggetto del racconto”, spiega la curatrice Chiara Dall’Olio.
Le opera selezionate per essere “viste al buio” sono di Edward Weston, Pepper, 30P, 1930 e Nan Goldin Cookie at a restaurant, Positano, 1986.
La seconda parte della mostra si costituirà di una narrazione costruita attraverso le immagini che compongono il percorso espositivo. Ci sono scatti che bloccano istanti, come quelli del fotografo giapponese Naoya Hatakeyama nella sequenza “A Bird/Blast” o il racconto della fotografa indiana Dayanita Singh che racchiude in 21 foto dal titolo Myself, Mona Amhed, (1989-2001), dodici anni di vita dell’amico Mona Ahmed, un eunuco di Mumbai.
La terza parte della mostra, composta da un ampio corpus di opere, mette in scena la parola scritta, articolandosi in lavori installativi, disegni o fotografie. In mostra saranno presentate alcune delle prove d’artista realizzate per il mensile “Alfabeta” (1979-1988) facenti parte di uno dei nuclei più significativi della raccolta del Disegno della Galleria Civica di Modena: l’alfabeto disegnato a matita da Fausto Melotti, Senza titolo, 1983; la fotografia di Gianfranco Baruchello, A partire da oggi, 1983: “A partire da oggi scrivo, su questo foglio incollato accanto allo specchio del lavandino, la prima o le prime parole che mi vengono in mente appena sveglio. 27 aprile 1981”.
Dello stesso fondo la serie di Luigi Malerba, Profili, 1985 e l’opera su carta a strappo di Alighiero e Boetti, Clessidra, cerniera, viceversa, 1985 accompagnata da una fotografia del 1970 di Cesare Colombo che ritrae l’artista mentre lavora a Dossier Postale.
E ancora, la parola come atto performativo nelle opere di Piero Manzoni, la famosa Scultura vivente, 1961 fotografata da Giuseppe Bellone e Gina Pane in Action mélancolique 2x2x2, 1974 fotografata da Mimmo Jodice nello studio Morra a Napoli.
Si parla di comunicazione epistolare nelle foto di Miwa Yanagi, Estelle, 2003, nell’installazione di Akram Zaatari, Nabih Awada’s letters from Askalan, e Book of letters from family and friends 2007 o di Samanta Batra Mehta , The grammar of Longing 2011 nella quale l’artista utilizza antiche macchine da scrivere e pagine di un libro d’antiquariato disegnate che simulano lettere di un’epoca lontana per analizzare il senso di spaesamento suscitato dalla frammentazione famigliare dovuta alla migrazione.
Chiudono il percorso due fotografie ritratto iconiche: Elina Brotherus, La Main, 1999, e Walker Evans, Penny Picture Display, Savannah, 1936. In entrambe l’inserzione di una scritta evidenzia il potere connotativo e didascalico della parola, il suo essere definizione.
La mostra si conclude con una sezione dedicata alla creazione delle immagini attraverso l’intelligenza artificiale. Oggi la parola è imprescindibile forma di interazione con i programmi AI che creano immagini. Il pubblico è invitato a fare questa esperienza creativa che pone il linguaggio verbale al centro della scena generativa visiva contemporanea.
Logos. Le immagini parlano
15/09/2023 – 11/02/2024
FMAV Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena
Orari in occasione di festivalfilosofia:
venerdì e sabato 15 e 16 settembre: ore 9 - 23, domenica 17 settembre: ore 9 – 21
Orari dal 18 settembre 2022:
mercoledì - venerdì: ore 11 - 13, 16 - 19;
sabato, domenica e festivi: ore 11 - 19
Ingresso libero
Informazioni:
biglietteria@fmav.org | www.fmav.org
tel. in orario di mostra: Palazzo Santa Margherita 059 2032919| Palazzina dei Giardini 059 2033166
In occasione del festivalfilosofia di Modena, una mostra con le opere dalle collezioni gestite da FMAV racconta la relazione tra immagini e parola. Accompagnano la visita una raccolta di audiodescrizioni pensate per visitatori vedenti e non vedenti, realizzate in collaborazione con il Museo Omero di Ancona e l’Unione Italiana Ciechi, sezione di Modena e una playlist di podcast realizzati in collaborazione con Radio Papesse
Inaugura il 15 settembre 2023 la mostra Logos. Le immagini parlano, a cura di Chiara Dall’Olio, realizzata in occasione dell’edizione 2023 del festivalfilosofia (fino al 17 settembre), dedicato quest’anno al tema parola, con l’obiettivo di discutere la centralità del linguaggio, della lingua e della presa di parola in un’epoca – caratterizzata dal dominio della comunicazione – che paradossalmente sembra tuttavia indebolirla.
La mostra, che si svolgerà presso Palazzo Santa Margherita, si pone l’obiettivo di far percepire al pubblico la differenza e la complementarità fra la natura del linguaggio verbale e quello visivo. E per farlo si è scelto di mostrare le opere provenienti dalle collezioni di fotografia e disegno dei suoi soci fondatori, Fondazione di Modena e Comune di Modena, che mostrano al meglio questa relazione.
Per consentire una nuova modalità di fruizione delle collezioni e per rendere più coinvolgente e immersivo il patrimonio artistico gestito da FMAV, il visitatore sarà accompagnato da audiodescrizioni lungo tutto il percorso di mostra e, fuori dalle sale, da una serie di podcast che approfondiranno le ricerche artistiche degli autori, consentendo la fruizione a persone con differenti abilità percettive e sensoriali. Le audiodescrizioni sono infatti state appositamente create per non vedenti, grazie alla collaborazione con il Museo Statale Tattile Omero di Ancona e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, sezione di Modena, ma saranno a disposizione di tutto il pubblico che potrà scoprire le opere attraverso un linguaggio differente. Le stesse opere saranno approfondite dai podcast realizzati in collaborazione con Radio Papesse, fruibili sul sito di FMAV www.fmav.org e sulle principali piattaforme di ascolto.
Nella prima parte della mostra “le opere saranno accessibili e collegate fra loro dalla parola narrata e, solo secondariamente sarà possibile vederle. L’esperienza del visitatore sarà così ampliata dall’utilizzo di altri sensi, non solo quello della vista che normalmente si usa per accedere a mostre di arte visiva. Nel preciso momento in cui una fotografia, ovvero una porzione del mondo, viene narrata senza essere vista, nella mente del visitatore si attivano processi creativi di immaginazione. Ognuno immaginerà a seconda del proprio vissuto, l’oggetto del racconto”, spiega la curatrice Chiara Dall’Olio.
Le opera selezionate per essere “viste al buio” sono di Edward Weston, Pepper, 30P, 1930 e Nan Goldin Cookie at a restaurant, Positano, 1986.
La seconda parte della mostra si costituirà di una narrazione costruita attraverso le immagini che compongono il percorso espositivo. Ci sono scatti che bloccano istanti, come quelli del fotografo giapponese Naoya Hatakeyama nella sequenza “A Bird/Blast” o il racconto della fotografa indiana Dayanita Singh che racchiude in 21 foto dal titolo Myself, Mona Amhed, (1989-2001), dodici anni di vita dell’amico Mona Ahmed, un eunuco di Mumbai.
La terza parte della mostra, composta da un ampio corpus di opere, mette in scena la parola scritta, articolandosi in lavori installativi, disegni o fotografie. In mostra saranno presentate alcune delle prove d’artista realizzate per il mensile “Alfabeta” (1979-1988) facenti parte di uno dei nuclei più significativi della raccolta del Disegno della Galleria Civica di Modena: l’alfabeto disegnato a matita da Fausto Melotti, Senza titolo, 1983; la fotografia di Gianfranco Baruchello, A partire da oggi, 1983: “A partire da oggi scrivo, su questo foglio incollato accanto allo specchio del lavandino, la prima o le prime parole che mi vengono in mente appena sveglio. 27 aprile 1981”.
Dello stesso fondo la serie di Luigi Malerba, Profili, 1985 e l’opera su carta a strappo di Alighiero e Boetti, Clessidra, cerniera, viceversa, 1985 accompagnata da una fotografia del 1970 di Cesare Colombo che ritrae l’artista mentre lavora a Dossier Postale.
E ancora, la parola come atto performativo nelle opere di Piero Manzoni, la famosa Scultura vivente, 1961 fotografata da Giuseppe Bellone e Gina Pane in Action mélancolique 2x2x2, 1974 fotografata da Mimmo Jodice nello studio Morra a Napoli.
Si parla di comunicazione epistolare nelle foto di Miwa Yanagi, Estelle, 2003, nell’installazione di Akram Zaatari, Nabih Awada’s letters from Askalan, e Book of letters from family and friends 2007 o di Samanta Batra Mehta , The grammar of Longing 2011 nella quale l’artista utilizza antiche macchine da scrivere e pagine di un libro d’antiquariato disegnate che simulano lettere di un’epoca lontana per analizzare il senso di spaesamento suscitato dalla frammentazione famigliare dovuta alla migrazione.
Chiudono il percorso due fotografie ritratto iconiche: Elina Brotherus, La Main, 1999, e Walker Evans, Penny Picture Display, Savannah, 1936. In entrambe l’inserzione di una scritta evidenzia il potere connotativo e didascalico della parola, il suo essere definizione.
La mostra si conclude con una sezione dedicata alla creazione delle immagini attraverso l’intelligenza artificiale. Oggi la parola è imprescindibile forma di interazione con i programmi AI che creano immagini. Il pubblico è invitato a fare questa esperienza creativa che pone il linguaggio verbale al centro della scena generativa visiva contemporanea.
Logos. Le immagini parlano
15/09/2023 – 11/02/2024
FMAV Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena
Orari in occasione di festivalfilosofia:
venerdì e sabato 15 e 16 settembre: ore 9 - 23, domenica 17 settembre: ore 9 – 21
Orari dal 18 settembre 2022:
mercoledì - venerdì: ore 11 - 13, 16 - 19;
sabato, domenica e festivi: ore 11 - 19
Ingresso libero
Informazioni:
biglietteria@fmav.org | www.fmav.org
tel. in orario di mostra: Palazzo Santa Margherita 059 2032919| Palazzina dei Giardini 059 2033166
15
settembre 2023
LOGOS. LE IMMAGINI PARLANO
Dal 15 settembre 2023 al 10 febbraio 2024
arte contemporanea
fotografia
fotografia
Location
FMAV – Palazzo Santa Margherita
Modena, Corso Canalgrande, 103, (MO)
Modena, Corso Canalgrande, 103, (MO)
Orario di apertura
Orari in occasione di festivalfilosofia:
venerdì e sabato 15 e 16 settembre: ore 9 - 23, domenica 17 settembre: ore 9 – 21
Orari dal 18 settembre 2022:
mercoledì - venerdì: ore 11 - 13, 16 - 19;
sabato, domenica e festivi: ore 11 - 19
Vernissage
15 Settembre 2023, ORE 18
Sito web
Autore
Curatore