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Loi di Campi – Schedario della terra
L’artista presenta un capitolo recente del suo lavoro, sono subentrate le formiche, entrano nel campo, foglio o tela che sia, su uno sfondo monocromo, e si offrono come soggetti che si moltiplicano – in stasi o in movimento – all’interno dello spazio, ne movimentano la scenografia.
Comunicato stampa
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“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono capitolo Bruno Azzini, Luigi Carpi, Andy Ceausu, Concita De Palma, Loi di Campi, Paola Militano.
Scrive Carlo Franza nel testo: “In un capitolo recente del lavoro di Loi di Campi sono subentrate le formiche, e badate bene che il suo precedente lavoro aniconico e spazialista, monocromo, talvolta, se non spesso, sbordante, non è poi molto distante da questo nuovo intervallo laboratoriale iconico, e ne spiego il motivo. Le formiche entrano nel campo, foglio o tela che sia, su uno sfondo monocromo, e si offrono come soggetti che si moltiplicano - in stasi o in movimento - all’interno dello spazio, ne movimentano la scenografia. Non è la prima volta che troviamo la formica al centro di un lavoro artistico. Già i simbolisti paragonavano il significato emblematico della formica con quello dell'ape, poiché entrambi questi insetti hanno il compito di raccogliere le provviste e, allo stesso momento, presentano una identica laboriosità; in questo senso si dice che la formica sia simbolo di dinamismo e di zelo industriale e creativo. Gli spunti di riflessione offerti dagli artisti, e in questo caso da Loi di Campi, non sono casuali né tanto meno arbitrari, bensì appoggiati ad assunti che la scienza stessa rileva in natura. La forza della materia, del colore, delle forme, il loro volo e la loro metamorfosi, aprono al più solido e fermo simbolo della terra, la formica, appunto, e rivelare come lo stesso stile di vita dell'uomo sia sospeso tra apparenza o sostanza e tra apparenza e sostanza. La formica è laboriosa, efficiente, produttiva, ostinata, solidale, prudente e frenetica, emblema dell'elemento terra, in uno spietato confronto di mondi paralleli. L'arte, tuttavia, stravolge le regole, e opere dedicate alla formica, ovvero all'elemento terra, le abbiamo già avute con l’“Empedocle” di Emilio Isgrò, ed oggi con questo capitolo elitario di Loi di Campi. Ne viene fuori un mondo dilatato, mondi dilatati, intere vie formicali che totalizzano la necessità di fissare un significato della terra e dell’universo. Anche così, con questo soggetto, Loi di Campi si porta dietro questa personale verità poetica riproposta nella sua stessa filosofia orientale/occidentale, che lascia respirare in tutte le opere una tesa calligrafia sensitiva, animale, dove le concitazioni di una bellezza intrisa di colori e di alfabeti, si svelano come una germinazione effettiva di essenzialità reale”.
Biografia dell’artista
Loi di Campi nasce a Campi Salentina nel 1948. Vive e lavora a Desio. Dopo una breve esperienza come docente nelle scuole medie e superiori, negli anni 80 fonda assieme alla moglie una ditta di ceramiche artistiche, con il marchio DE.AR. Inizia così una feconda esperienza espositiva internazionale, partecipando alle più importanti fiere del settore ceramiche d’arte per più di 20 anni. Parallelamente affianca all’esperienza del manufatto d’arte la pittura, sempre nella costante e rigorosa espressività di ricerca. Così la pittura di Loi di Campi è densa di vitalità cromatica, secondo un procedere compositivo astratto. Dalla fine del 2012 ad oggi si concentra sul bianco, e le superfici diventano campo per architetture futuribili. Nascono strutture bianche a più dimensioni, vere e proprie scenografie plastiche. Città che vanno oltre la dimensione immaginativa per un sogno nell’etere ufologico. Nella costante contaminazione linguistica dell’arte multimediale, Loi di Campi non trascura la ricerca, esercita la sperimentazione con l’aiuto dell’elemento interdisciplinare del computer design. Realizza opere con accavallamenti e accostamenti di superfici colorate precedentemente riprese ed elaborate. Nasce così un ulteriore “gioco” poetico di metamorfosi. Da non trascurare l’altra estetica che Loi di Campi esercita professionalmente: la musica. Si può certamente affermare che la pittura non può fare a meno della musica. Ha tenuto mostre personali e collettive in più città. Nel 2015 è chiamato dall'illustre storico dell'arte Prof. Carlo Franza, a tenere una mostra personale dal titolo “Novelle architetture” nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze e una seconda dal titolo “Aisberg. Moduli e geografie” al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d’Europa”. Del suo lavoro ha scritto il Prof. Carlo Franza. Nel 2016 con una giuria presieduta dallo Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza vince a Firenze il Premium International Florence Seven Stars. Nel 2018 l’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza lo invita a tenere una sua personale dal titolo “Oltre la superficie” al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d’Europa”; poi nel 2019 ancora una personale al Plus Florence di Firenze dal titolo “Elogio della superficie” e partecipa all’installazione “La Luna di Leopardi” al Plus Florence di Firenze per i 200 anni de L’Infinito di Leopardi, invitato dal Prof. Carlo Franza. Nel 2021 procede all’installazione “Disseminazione di gocce” al Plus Florence di Firenze ancora invitato dal Prof. Carlo Franza. Ed è ancora il Prof. Carlo Franza ad invitarlo nel Progetto “Disseminazione monumentale a Venezia” in occasione della 59ma Biennale d’Arte a Venezia nel 2022. Nel 2022 tiene una mostra personale dal titolo “L’altra superficie” alla Fondazione ATM di Milano nel Progetto “Nuovo Atlante delle Arti” a cura del Prof. Carlo Franza. Nel 2023 è l’illustrissimo Prof. Carlo Franza ad invitarlo a tenere una mostra personale dal titolo “Schedario della terra” nel Progetto Scenari al Plus Florence di Firenze. Hanno scritto del suo lavoro vari critici fra cui più volte il Prof. Carlo Franza. Le sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in Italia e all'estero. Del suo lavoro ha scritto testi il Prof. Carlo Franza e articoli su Il Giornale.it.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente di Giulio Carlo Argan. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, già Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, Università di New York). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano - Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell'arte”, divenendo una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Fa parte del Comitato Scientifico di importanti Archivi per l’Arte (Archivio Arturo Vermi- Milano). Dal 2022 è nel Comitato di indirizzo della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi presso l’Università degli Studi di Milano. E’ Giudice aggregato (dal 2022 al 2025) in Corte d’Assise d’Appello di Milano. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti-Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Salento Arte - Città di Tricase nel 2008 (del quale è oggi Presidente di Giuria), il Premium International Florence Seven Stars per la docenza universitaria e il giornalismo nel 2017 (del quale è oggi Presidente di Giuria). Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protagonista della Cultura 2020.
Scrive Carlo Franza nel testo: “In un capitolo recente del lavoro di Loi di Campi sono subentrate le formiche, e badate bene che il suo precedente lavoro aniconico e spazialista, monocromo, talvolta, se non spesso, sbordante, non è poi molto distante da questo nuovo intervallo laboratoriale iconico, e ne spiego il motivo. Le formiche entrano nel campo, foglio o tela che sia, su uno sfondo monocromo, e si offrono come soggetti che si moltiplicano - in stasi o in movimento - all’interno dello spazio, ne movimentano la scenografia. Non è la prima volta che troviamo la formica al centro di un lavoro artistico. Già i simbolisti paragonavano il significato emblematico della formica con quello dell'ape, poiché entrambi questi insetti hanno il compito di raccogliere le provviste e, allo stesso momento, presentano una identica laboriosità; in questo senso si dice che la formica sia simbolo di dinamismo e di zelo industriale e creativo. Gli spunti di riflessione offerti dagli artisti, e in questo caso da Loi di Campi, non sono casuali né tanto meno arbitrari, bensì appoggiati ad assunti che la scienza stessa rileva in natura. La forza della materia, del colore, delle forme, il loro volo e la loro metamorfosi, aprono al più solido e fermo simbolo della terra, la formica, appunto, e rivelare come lo stesso stile di vita dell'uomo sia sospeso tra apparenza o sostanza e tra apparenza e sostanza. La formica è laboriosa, efficiente, produttiva, ostinata, solidale, prudente e frenetica, emblema dell'elemento terra, in uno spietato confronto di mondi paralleli. L'arte, tuttavia, stravolge le regole, e opere dedicate alla formica, ovvero all'elemento terra, le abbiamo già avute con l’“Empedocle” di Emilio Isgrò, ed oggi con questo capitolo elitario di Loi di Campi. Ne viene fuori un mondo dilatato, mondi dilatati, intere vie formicali che totalizzano la necessità di fissare un significato della terra e dell’universo. Anche così, con questo soggetto, Loi di Campi si porta dietro questa personale verità poetica riproposta nella sua stessa filosofia orientale/occidentale, che lascia respirare in tutte le opere una tesa calligrafia sensitiva, animale, dove le concitazioni di una bellezza intrisa di colori e di alfabeti, si svelano come una germinazione effettiva di essenzialità reale”.
Biografia dell’artista
Loi di Campi nasce a Campi Salentina nel 1948. Vive e lavora a Desio. Dopo una breve esperienza come docente nelle scuole medie e superiori, negli anni 80 fonda assieme alla moglie una ditta di ceramiche artistiche, con il marchio DE.AR. Inizia così una feconda esperienza espositiva internazionale, partecipando alle più importanti fiere del settore ceramiche d’arte per più di 20 anni. Parallelamente affianca all’esperienza del manufatto d’arte la pittura, sempre nella costante e rigorosa espressività di ricerca. Così la pittura di Loi di Campi è densa di vitalità cromatica, secondo un procedere compositivo astratto. Dalla fine del 2012 ad oggi si concentra sul bianco, e le superfici diventano campo per architetture futuribili. Nascono strutture bianche a più dimensioni, vere e proprie scenografie plastiche. Città che vanno oltre la dimensione immaginativa per un sogno nell’etere ufologico. Nella costante contaminazione linguistica dell’arte multimediale, Loi di Campi non trascura la ricerca, esercita la sperimentazione con l’aiuto dell’elemento interdisciplinare del computer design. Realizza opere con accavallamenti e accostamenti di superfici colorate precedentemente riprese ed elaborate. Nasce così un ulteriore “gioco” poetico di metamorfosi. Da non trascurare l’altra estetica che Loi di Campi esercita professionalmente: la musica. Si può certamente affermare che la pittura non può fare a meno della musica. Ha tenuto mostre personali e collettive in più città. Nel 2015 è chiamato dall'illustre storico dell'arte Prof. Carlo Franza, a tenere una mostra personale dal titolo “Novelle architetture” nel Progetto “Scenari” al Plus Florence di Firenze e una seconda dal titolo “Aisberg. Moduli e geografie” al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d’Europa”. Del suo lavoro ha scritto il Prof. Carlo Franza. Nel 2016 con una giuria presieduta dallo Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza vince a Firenze il Premium International Florence Seven Stars. Nel 2018 l’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza lo invita a tenere una sua personale dal titolo “Oltre la superficie” al Plus Berlin di Berlino nel Progetto “Strade d’Europa”; poi nel 2019 ancora una personale al Plus Florence di Firenze dal titolo “Elogio della superficie” e partecipa all’installazione “La Luna di Leopardi” al Plus Florence di Firenze per i 200 anni de L’Infinito di Leopardi, invitato dal Prof. Carlo Franza. Nel 2021 procede all’installazione “Disseminazione di gocce” al Plus Florence di Firenze ancora invitato dal Prof. Carlo Franza. Ed è ancora il Prof. Carlo Franza ad invitarlo nel Progetto “Disseminazione monumentale a Venezia” in occasione della 59ma Biennale d’Arte a Venezia nel 2022. Nel 2022 tiene una mostra personale dal titolo “L’altra superficie” alla Fondazione ATM di Milano nel Progetto “Nuovo Atlante delle Arti” a cura del Prof. Carlo Franza. Nel 2023 è l’illustrissimo Prof. Carlo Franza ad invitarlo a tenere una mostra personale dal titolo “Schedario della terra” nel Progetto Scenari al Plus Florence di Firenze. Hanno scritto del suo lavoro vari critici fra cui più volte il Prof. Carlo Franza. Le sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche in Italia e all'estero. Del suo lavoro ha scritto testi il Prof. Carlo Franza e articoli su Il Giornale.it.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente di Giulio Carlo Argan. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, già Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, Università di New York). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano - Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell'arte”, divenendo una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Fa parte del Comitato Scientifico di importanti Archivi per l’Arte (Archivio Arturo Vermi- Milano). Dal 2022 è nel Comitato di indirizzo della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi presso l’Università degli Studi di Milano. E’ Giudice aggregato (dal 2022 al 2025) in Corte d’Assise d’Appello di Milano. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti-Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Salento Arte - Città di Tricase nel 2008 (del quale è oggi Presidente di Giuria), il Premium International Florence Seven Stars per la docenza universitaria e il giornalismo nel 2017 (del quale è oggi Presidente di Giuria). Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protagonista della Cultura 2020.
25
novembre 2023
Loi di Campi – Schedario della terra
Dal 25 novembre 2023 al 25 aprile 2024
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
Da lunedì a domenica su appuntamento
Vernissage
25 Novembre 2023, ore 18.00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Patrocini