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Lontano, vicino
Mai retorica, solo unicità, diversità e grandezza
Comunicato stampa
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Un estratto di un film di Wim Wenders è stato scelto per parlare di un tema da sempre esistito, il tempo. Forse non c’è domanda più necessaria ed impellente, per un essere umano, di quella che lo interroga sul tempo e la sua natura. In realtà l’arte è in grado di trovare domande sempre nuove e diverse sul concetto temporale. Nel tempo dell’arte le immagini e i dipinti non possono essere spiegati poiché acquisiscono una dimensione eterna e, soprattutto, nell’arte contemporanea, ogni opera d’arte riesce a coinvolgere il tempo, senza necessità di alcuna delucidazione. Un’esposizione di arte contemporanea di quattro artisti, Costantino, Valerio Guacci, Sara Modenese, Gesuino Pinna, tutti astratti mostra opere materiche e non solo, cromie avvincenti, gestualità incisive, consentendo all’osservatore di essere orologio di uno spazio senza tempo. Le opere concettuali da lontano e da vicino parlano sempre diversamente sulle note di una musicalità tutta interiore in cui il tempo si perde.
Costantino vive di un’arte libera, priva di ogni costrizione. Può apparire follia quella energia che consente alla materia e al colore di combinarsi sul supporto senza vincoli. Affascinato dalla natura l’artista imprime le emozioni di ciò che vede indifferentemente, lo affascina un sasso, il sole, la corteccia degli alberi ed è per questo che ad accogliere le sue cromie non è sempre la tela, ma tavole, ante o sportelli. Tutto può accogliere la musicalità delle note cromatiche nate spontaneamente.
La natura è, in fondo, la base del nostro vivere, segreto motore e regolatore dei nostri spazi e del nostro tempo: è da questo presupposto che nasce ogni opera e il colore nasce nel mentre si dipinge. Un intrigo di spessore, materia e colore determina la soluzione finale rendendo ogni opera naturalmente differente senza poter identificare una linea uguale di creazione. La possibilità di toccare la superficie e sentirne la ruvidità consente all’osservatore di sperimentare con il tatto la spontaneità istintiva che l’ha creata per soluzioni importanti, determinanti e segnanti.
Valerio Guacci evolve la sua figurazione intimista ed introspettiva di indagine umana per una astrazione che è, in primis, libertà di pensiero. Svincolato da pensieri, preconcetti e situazioni personali si dedica alla pittura che diviene rigenerante, pura, essenziale e grandemente espressiva. Ritenendo che nell’arte la pancia debba dialogare con la testa crea opere aggraziate, su Juta, alternando spatola e pennello con una grazia sempre composta, mai invadente. Non c‘è esplosione nelle opere di Guacci, non c‘è l‘impeto prorompente che scaglia sul supporto senza senso, c‘è la mano matura ed esperta di un grande artista che dalla figurazione approda all‘astrazione sempre con ponderazione, lasciando che i colori dialoghino senza mezze misure raccontando ciò che avviene. I cambiamenti personali vengono riflessi nell’arte in un’astrazione dalla schiettezza giovanile, dalla purezza grandiosa e dalla grazia silenziosa poiché è proprio in quei tratti posti con delicatezza, in quello che definirei un ‘candore cromatico’ che si assiste alla diversità di un’arte concettuale che non sarà mai priva di senso, ma che godrà di un animo riflessivo, attento, ponderato e maturo che sa calibrare e cadenzare i tratti ed i colori per soluzioni raffinate ed eleganti.
Sara Modenese è una giovane artista frizzante, entusiasta della vita, euforica che crea con un istinto esplosivo. Ogni gesto è frutto di un attimo genuino, naturale che si pone sulla tela con grinta e solarità. Si assiste ad una continua sperimentazione tra dripping, tagli e spatola, una gestualità rapida ed impulsiva, una mente giovane che lascia che la passione crei naturalmente, senza esigenze di precisione, attenzione e rigore, secondo leggi mai esistite come, in fondo, deve essere nell’astrazione. La pittura è una necessità che fa stare bene la Modenese evidente nell’utilizzo di colori sempre solari ed intensi creati da quelli primari. Tutto è energia ed i toni scuri non hanno affatto un’accezione negativa proprio perché il dipingere è un bisogno volto ad evadere e liberare il suo animo. Si percepisce subito la mano giovane, ogni opera è diversa perché ogni creazione è una sorpresa per l’artista stessa che scarica sul supporto l’entusiasmo che la pervade, ma non solo, il supporto viene caricato dei pensieri, sensazioni ed emozioni del momento che vengono trasmessi alla mano. Spirito libero di natura trasferisce nell’arte tutto il suo essere, tra istinto ed euforia, attraverso una mano sicuramente in crescita, ma che continuerà sempre a sperimentare e a bere la vita tutta di un sorso trasferendo ogni volta, senza pensare, l’euforia in gesti naturali, spesso casuali, che creano cosmi e mondi in cui smarrirsi con la mente.
Gesuino Pinna realizza opere dettate dall’istinto, la tela è il supporto ideale per lo sfogo delle emozioni del quotidiano. Ogni sensazione, positiva e negativa, viene tradotta in colore, catturata dall’animo e sprigionata nell’opera dando il via ad un tripudio cromatico e gestuale poiché i colori sono solo l’aspetto tangibile di ciò che l’artista ha visto e sentito, è nella gestualità che si palesa tutta la grandezza artistica. Traducendo le esperienze emotive in gesti e colore, Pinna crea opere dal grande impatto visivo con l‘apporto della musica, grande ispiratrice che consente momenti di raccoglimento per consentire la nascita di grandi indimenticabili creazioni.
[.…] se sei gentile il tuo tempo è gentile.
Se vai di fretta, il tempo vola via.
Il tempo è un servo, se tu sei il suo padrone.
Il tempo è il tuo Dio, se tu sei il suo cane.
Noi siamo i creatori del tempo, le vittime del tempo e gli assassini del tempo.
Il tempo è senza tempo: sei tu l’orologio.
‘Così lontano così vicino’, film di Win Wenders, Gwermania 1993
Costantino vive di un’arte libera, priva di ogni costrizione. Può apparire follia quella energia che consente alla materia e al colore di combinarsi sul supporto senza vincoli. Affascinato dalla natura l’artista imprime le emozioni di ciò che vede indifferentemente, lo affascina un sasso, il sole, la corteccia degli alberi ed è per questo che ad accogliere le sue cromie non è sempre la tela, ma tavole, ante o sportelli. Tutto può accogliere la musicalità delle note cromatiche nate spontaneamente.
La natura è, in fondo, la base del nostro vivere, segreto motore e regolatore dei nostri spazi e del nostro tempo: è da questo presupposto che nasce ogni opera e il colore nasce nel mentre si dipinge. Un intrigo di spessore, materia e colore determina la soluzione finale rendendo ogni opera naturalmente differente senza poter identificare una linea uguale di creazione. La possibilità di toccare la superficie e sentirne la ruvidità consente all’osservatore di sperimentare con il tatto la spontaneità istintiva che l’ha creata per soluzioni importanti, determinanti e segnanti.
Valerio Guacci evolve la sua figurazione intimista ed introspettiva di indagine umana per una astrazione che è, in primis, libertà di pensiero. Svincolato da pensieri, preconcetti e situazioni personali si dedica alla pittura che diviene rigenerante, pura, essenziale e grandemente espressiva. Ritenendo che nell’arte la pancia debba dialogare con la testa crea opere aggraziate, su Juta, alternando spatola e pennello con una grazia sempre composta, mai invadente. Non c‘è esplosione nelle opere di Guacci, non c‘è l‘impeto prorompente che scaglia sul supporto senza senso, c‘è la mano matura ed esperta di un grande artista che dalla figurazione approda all‘astrazione sempre con ponderazione, lasciando che i colori dialoghino senza mezze misure raccontando ciò che avviene. I cambiamenti personali vengono riflessi nell’arte in un’astrazione dalla schiettezza giovanile, dalla purezza grandiosa e dalla grazia silenziosa poiché è proprio in quei tratti posti con delicatezza, in quello che definirei un ‘candore cromatico’ che si assiste alla diversità di un’arte concettuale che non sarà mai priva di senso, ma che godrà di un animo riflessivo, attento, ponderato e maturo che sa calibrare e cadenzare i tratti ed i colori per soluzioni raffinate ed eleganti.
Sara Modenese è una giovane artista frizzante, entusiasta della vita, euforica che crea con un istinto esplosivo. Ogni gesto è frutto di un attimo genuino, naturale che si pone sulla tela con grinta e solarità. Si assiste ad una continua sperimentazione tra dripping, tagli e spatola, una gestualità rapida ed impulsiva, una mente giovane che lascia che la passione crei naturalmente, senza esigenze di precisione, attenzione e rigore, secondo leggi mai esistite come, in fondo, deve essere nell’astrazione. La pittura è una necessità che fa stare bene la Modenese evidente nell’utilizzo di colori sempre solari ed intensi creati da quelli primari. Tutto è energia ed i toni scuri non hanno affatto un’accezione negativa proprio perché il dipingere è un bisogno volto ad evadere e liberare il suo animo. Si percepisce subito la mano giovane, ogni opera è diversa perché ogni creazione è una sorpresa per l’artista stessa che scarica sul supporto l’entusiasmo che la pervade, ma non solo, il supporto viene caricato dei pensieri, sensazioni ed emozioni del momento che vengono trasmessi alla mano. Spirito libero di natura trasferisce nell’arte tutto il suo essere, tra istinto ed euforia, attraverso una mano sicuramente in crescita, ma che continuerà sempre a sperimentare e a bere la vita tutta di un sorso trasferendo ogni volta, senza pensare, l’euforia in gesti naturali, spesso casuali, che creano cosmi e mondi in cui smarrirsi con la mente.
Gesuino Pinna realizza opere dettate dall’istinto, la tela è il supporto ideale per lo sfogo delle emozioni del quotidiano. Ogni sensazione, positiva e negativa, viene tradotta in colore, catturata dall’animo e sprigionata nell’opera dando il via ad un tripudio cromatico e gestuale poiché i colori sono solo l’aspetto tangibile di ciò che l’artista ha visto e sentito, è nella gestualità che si palesa tutta la grandezza artistica. Traducendo le esperienze emotive in gesti e colore, Pinna crea opere dal grande impatto visivo con l‘apporto della musica, grande ispiratrice che consente momenti di raccoglimento per consentire la nascita di grandi indimenticabili creazioni.
[.…] se sei gentile il tuo tempo è gentile.
Se vai di fretta, il tempo vola via.
Il tempo è un servo, se tu sei il suo padrone.
Il tempo è il tuo Dio, se tu sei il suo cane.
Noi siamo i creatori del tempo, le vittime del tempo e gli assassini del tempo.
Il tempo è senza tempo: sei tu l’orologio.
‘Così lontano così vicino’, film di Win Wenders, Gwermania 1993
17
ottobre 2018
Lontano, vicino
Dal 17 al 31 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE ZEROUNO
Barletta, Via Indipendenza, 1, (Barletta-andria-trani)
Barletta, Via Indipendenza, 1, (Barletta-andria-trani)
Orario di apertura
lun- ven. 17.00 - 20.00 sabato e tutte le mattine su appuntamento - dom. chiuso
Vernissage
17 Ottobre 2018, ore 18.00
Autore
Curatore