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L’opera al nero
Sappiamo che il principio primordiale, il principio di tutti i principi è avvolto nell’oscurità e cromaticamente descritto come nero.
Comunicato stampa
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Sappiamo che il principio primordiale, il principio di tutti i principi è avvolto nell'oscurità e cromaticamente descritto come nero. Il nero della totalità preesistente alla luce, si contrappone, oltre che al bianco, al nero fenomenico di ciò che rimane in ombra, al nero della “privatio lucis”, al nulla assoluto e metafisico. Nei termini della psicologia analitica, dunque, il nero si fa colore sia dello stato preconscio che di quello inconscio vero e proprio. Anche le teorie scientifiche odierne ipotizzano un buio totale prima del big-bang, anzi si parla del nero come di una compressione concentrica che esprime l'idea di nulla.
Concetto e immaginario del Caos giocano un ruolo particolare anche nel contesto dell'alchimia, che secondo C.G. Jung, costituisce una puntuale simbologia del cammino evolutivo dell'uomo sulla strada della propria autorealizzazione, attraverso la materia da fecondare, da lavorare, e da trasformare. Le opere d'arte, d'altra parte sono semplici proiezioni delle emozioni umane, e della potenza del pensiero.
Organizzare una mostra che presenta un notevole gruppo di artisti che hanno sempre usato il colore nero per dire emozioni, per metamorfizzare fenomeni visibili e fenomeni visibili, significa avere possibilità di riflettere sulla convinzione di essere comunque mossi, nella poesia e nell'arte da fenomeni che oltrepassano le nostre forze, per portare avanti un lavoro cosmico. La ricerca di questi artisti va in molti casi verso il pensiero “simbolico”, che non vuol dire scartare ciò che è razionalmente dominabile, altri invece si inseriscono nella dialettica conscio-inconscio, in cui il nero è sempre il colore dell'ignoto, della tenebra, dello sconosciuto, del misterioso, della Grande Madre da cui nasce la vita, dell'intransigenza e dell'integralismo, della severità, dell'ingorgo lipidico, del lutto e della malinconia, della potenza dell'Ombra. Il nero primordiale, luce e tenebra, è la madre della luce e l'inconscio è la madre della coscienza. L'antropologia odierna ci pone davanti alla passione per il “noir”, il “dark”, per la fantascienza, per la moda, al nero come sublimazione estetica di tutti gli altri colori, alla rinnovata passione per il “mistero”, al carattere estremo che qualche volta assume la quotidianità.
Sono presenti opere di N. Bolla, A. Bonalumi, A. Burri, G.Capogrossi, A. Chiesi, G. De Dominicis, F. De Molfetta, L. Fontana, O. Galliani, M. Gastini, M. Iacopino, A. Kiefer, L. Mainolfi, N. Migliori, G. Milani, S. Neshat, L. Nevelson, Nunzio, E. Obiso, C. Parmiggiani, P. Pezzi, V. Pisani, P. Ruggeri, Salvo, E. Scanavino, A. Tapies, L. Valentini, W. Valentini, J. Van Oost, F. Viale, G. Zorio.
La mostra è resa possibile anche grazie al contributo di MARIELLA BURANI.
Concetto e immaginario del Caos giocano un ruolo particolare anche nel contesto dell'alchimia, che secondo C.G. Jung, costituisce una puntuale simbologia del cammino evolutivo dell'uomo sulla strada della propria autorealizzazione, attraverso la materia da fecondare, da lavorare, e da trasformare. Le opere d'arte, d'altra parte sono semplici proiezioni delle emozioni umane, e della potenza del pensiero.
Organizzare una mostra che presenta un notevole gruppo di artisti che hanno sempre usato il colore nero per dire emozioni, per metamorfizzare fenomeni visibili e fenomeni visibili, significa avere possibilità di riflettere sulla convinzione di essere comunque mossi, nella poesia e nell'arte da fenomeni che oltrepassano le nostre forze, per portare avanti un lavoro cosmico. La ricerca di questi artisti va in molti casi verso il pensiero “simbolico”, che non vuol dire scartare ciò che è razionalmente dominabile, altri invece si inseriscono nella dialettica conscio-inconscio, in cui il nero è sempre il colore dell'ignoto, della tenebra, dello sconosciuto, del misterioso, della Grande Madre da cui nasce la vita, dell'intransigenza e dell'integralismo, della severità, dell'ingorgo lipidico, del lutto e della malinconia, della potenza dell'Ombra. Il nero primordiale, luce e tenebra, è la madre della luce e l'inconscio è la madre della coscienza. L'antropologia odierna ci pone davanti alla passione per il “noir”, il “dark”, per la fantascienza, per la moda, al nero come sublimazione estetica di tutti gli altri colori, alla rinnovata passione per il “mistero”, al carattere estremo che qualche volta assume la quotidianità.
Sono presenti opere di N. Bolla, A. Bonalumi, A. Burri, G.Capogrossi, A. Chiesi, G. De Dominicis, F. De Molfetta, L. Fontana, O. Galliani, M. Gastini, M. Iacopino, A. Kiefer, L. Mainolfi, N. Migliori, G. Milani, S. Neshat, L. Nevelson, Nunzio, E. Obiso, C. Parmiggiani, P. Pezzi, V. Pisani, P. Ruggeri, Salvo, E. Scanavino, A. Tapies, L. Valentini, W. Valentini, J. Van Oost, F. Viale, G. Zorio.
La mostra è resa possibile anche grazie al contributo di MARIELLA BURANI.
12
marzo 2005
L’opera al nero
Dal 12 marzo al 25 aprile 2005
arte contemporanea
Location
2000 & NOVECENTO
Reggio Nell'emilia, Via Sessi, 1/F, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Sessi, 1/F, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
10-12,30 e 16-19,30 (Chiuso la mattina giovedì - aperto domenica e festivi)
Vernissage
12 Marzo 2005, ore 18
Autore
Curatore