di Simone Fappanni

Le opere di Lorella Facchetti in mostra a Castell’Arquato presso lo Spazio Arte di via Dante sono caratterizzate da una linea preziosa e al contempo “audace” che definisce dolcemente i profili di giovani donne che sembrano aprirsi alla vita o interrogarsi su di essa entro momenti di infinita soavità. Una meditazione serena e profonda, quella di Lorella Facchetti, che rivela, in un modulato susseguirsi di forme, le sue figure in grado di affascinare e sedurre anche laddove al segno s’intonano limpide cromie entro le quali si stemperano i volumi e gli equilibri di composizioni estremamente complesse e per certi aspetti persino enigmatiche. Più che ai particolari meramente accessori, oggettuali, la nostra artista preferisce guardare alla resa dinamica dei soggetti, alla calda atmosfera che li pervade, conferendo ad essi un’armonia accentuata da una scrupolosa modulazione di luci ed ombre. In questo modo la pittrice bresciana ci conduce attraverso le sue palpitanti atmosfere coloristiche e immaginative, portando innanzi un discorso sulla donna, o più precisamente sulla femminilità, che spazia abilmente dal reale all’immaginario, dalla quotidianità alla eccezionalità. Le diverse “maternità” come le giovani in atteggiamento colloquiale o apparentemente chiuse in un impenetrabile raccoglimento, sono lavori artistici che costituiscono vere e proprie prove di una ispirazione autentica che trova nella ricerca il momento entro cui porre in essere emozioni e sensazioni in grado di conquistare l’osservatore. Quella di Lorella Facchetti è dunque una pittura che accosta e sviluppa dinamiche psichiche complesse sino a lambire dimensioni fortemente simboliche. Esse creano una sorta di “attesa” nella quale l’artista pare specchiarsi senza peraltro pretendere di identificarsi in modo assoluto e completo. Semmai si può parlare di una sorta di “specchiamento” mediante il quale l’artista affronta il soggetto femminile nella sua multiformità, iniziando principalmente da se stessa e “aprendosi” progressivamente a chi le sta accanto. Un “aprirsi” che è, in definitiva, un “rivelarsi”, un conoscersi e un ri-conoscersi come artista in senso generativo. L’artista ha esposto in numerose città italiane; suoi quadri si trovano in collezioni private e “in permanenza” presso la Galleria Immagini di Cremona.