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Lorena Romanin / Mayumi Watanabe – Oggi Infinito
L’ultima mostra di DUE presenta due artiste che non hanno nulla in comune in quanto a stile e nazionalità ma che sono entrambe pittoricamente “presenti” e nello stesso tempo proiettate lontano, non solo in senso figurato.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Mercoledi 5 maggio alle ore 18.30 si inaugura OGGI INFINITO, una mostra di Lorena Romanin (Latisana 1978) e Mayumi Watanabe(Urawa-Giappone 1972)
E’ il terzo e ultimo appuntamento della rassegna d’arte DUE , arrivata alla seconda edizione, curata da Elisa Capitanio e Fortaya Group con la
collaborazione dell’Archivio Giovani Artisti delle Politiche Giovanili del Comune di Venezia e Arci Nuova Associazione Venezia.
L’ultima mostra di DUE si intitola Oggi Infinito e presenta due artiste che non hanno nulla in comune in quanto a stile e nazionalità ma che
sono entrambe pittoricamente "presenti" e nello stesso tempo proiettate lontano, non solo in senso figurato.
Nei quadri di Lorena Romanin è sempre femminile la protagonista di una scena iperrealista che si ripete con alcune varianti di colore: una donna seminuda prende il sole distesa su un asciugamano, in un prato "all’inglese" ben delineato in tutti i suoi fili d’erba, di un verde vivissimo e senza confini. In fondo c’è un vaporoso orizzonte, che fa volare la mente e poi rimanda indietro, alla concreta fisicità della
donna.
Il volto sempre coperto dai capelli, la sua non è solitudine ma il pacifico abbandono di una giovane che prende il sole. L’asciugamano
rosso, alcuni oggetti dai colori forti, quasi "sintetici" e l’ombra sul prato di un albero che non si vede, riempiono la scena di freschezza caricandola anche di un fascino ambiguo ed ironico. Infatti la donna solitaria non è retoricamente triste né troppo pensosa e quello che sembrerebbe essere un idillio personale perfetto potrebbe rivelarsi… il
set di una pubblicità di creme solari. Un’ ambivalenza che l’artista sostiene con finezza grazie alla sapiente tecnica pittorica.
Nei quadri astratti di Mayumi Watanabe il colore è il mezzo dell’emozione e dell’espressione, dove la parola non può arrivare. Nel caso della pittrice giapponese non è solo una scelta di stile ma quasi un rifugio, quando arriva a Venezia, sette anni fa, e non conosce la
lingua, rimanendo inizialmente isolata. La città, soprattutto quella invernale, diventa una mappa di macchie dai colori azzurrini e verdi
glaciali, che emergono da una nebbia densa che accorcia le distanze.
La nebbia è una macchia bianca e confusa che puntualmente si ripresenta, anche quando il colore simboleggia l’idea di una persona
"perché tutti nascondono i propri sentimenti", che, nella poesia dei colori di Mayumi Watanabe, sono paragonabili alla terra, all’acqua, al
cielo, che si uniscono sovrapponendosi.
E’ un colore di ispirazione intimista che passa con leggerezza dalla rarefazione alla densità, fino ad accogliere un principio di narrazione
nei percorsi di segni che l’artista incide nella materia o disegna sottoforma di linee ripetute.
E’ un colore che forma un pensiero per immagini, tra presenze quotidiane e lontananze.
Elisa Capitanio
Lorena Romanin è nata a Latisana nel 1978. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte a Venezia, successivamente si è diplomata all’Accademia
di Belle Arti di Venezia. Vive e dipinge a San Michele al Tagliamento (VE)
Mayumi Watanabe è nata a Urawa (Tokyo-Giappone) nel 1972. Si è diplomata al Saga Art College di Kyoto. Vive e lavora a Venezia dal 1996.
E’ il terzo e ultimo appuntamento della rassegna d’arte DUE , arrivata alla seconda edizione, curata da Elisa Capitanio e Fortaya Group con la
collaborazione dell’Archivio Giovani Artisti delle Politiche Giovanili del Comune di Venezia e Arci Nuova Associazione Venezia.
L’ultima mostra di DUE si intitola Oggi Infinito e presenta due artiste che non hanno nulla in comune in quanto a stile e nazionalità ma che
sono entrambe pittoricamente "presenti" e nello stesso tempo proiettate lontano, non solo in senso figurato.
Nei quadri di Lorena Romanin è sempre femminile la protagonista di una scena iperrealista che si ripete con alcune varianti di colore: una donna seminuda prende il sole distesa su un asciugamano, in un prato "all’inglese" ben delineato in tutti i suoi fili d’erba, di un verde vivissimo e senza confini. In fondo c’è un vaporoso orizzonte, che fa volare la mente e poi rimanda indietro, alla concreta fisicità della
donna.
Il volto sempre coperto dai capelli, la sua non è solitudine ma il pacifico abbandono di una giovane che prende il sole. L’asciugamano
rosso, alcuni oggetti dai colori forti, quasi "sintetici" e l’ombra sul prato di un albero che non si vede, riempiono la scena di freschezza caricandola anche di un fascino ambiguo ed ironico. Infatti la donna solitaria non è retoricamente triste né troppo pensosa e quello che sembrerebbe essere un idillio personale perfetto potrebbe rivelarsi… il
set di una pubblicità di creme solari. Un’ ambivalenza che l’artista sostiene con finezza grazie alla sapiente tecnica pittorica.
Nei quadri astratti di Mayumi Watanabe il colore è il mezzo dell’emozione e dell’espressione, dove la parola non può arrivare. Nel caso della pittrice giapponese non è solo una scelta di stile ma quasi un rifugio, quando arriva a Venezia, sette anni fa, e non conosce la
lingua, rimanendo inizialmente isolata. La città, soprattutto quella invernale, diventa una mappa di macchie dai colori azzurrini e verdi
glaciali, che emergono da una nebbia densa che accorcia le distanze.
La nebbia è una macchia bianca e confusa che puntualmente si ripresenta, anche quando il colore simboleggia l’idea di una persona
"perché tutti nascondono i propri sentimenti", che, nella poesia dei colori di Mayumi Watanabe, sono paragonabili alla terra, all’acqua, al
cielo, che si uniscono sovrapponendosi.
E’ un colore di ispirazione intimista che passa con leggerezza dalla rarefazione alla densità, fino ad accogliere un principio di narrazione
nei percorsi di segni che l’artista incide nella materia o disegna sottoforma di linee ripetute.
E’ un colore che forma un pensiero per immagini, tra presenze quotidiane e lontananze.
Elisa Capitanio
Lorena Romanin è nata a Latisana nel 1978. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte a Venezia, successivamente si è diplomata all’Accademia
di Belle Arti di Venezia. Vive e dipinge a San Michele al Tagliamento (VE)
Mayumi Watanabe è nata a Urawa (Tokyo-Giappone) nel 1972. Si è diplomata al Saga Art College di Kyoto. Vive e lavora a Venezia dal 1996.
05
maggio 2004
Lorena Romanin / Mayumi Watanabe – Oggi Infinito
Dal 05 al 22 maggio 2004
arte contemporanea
Location
CLUB MALVASIA VECCHIA
Venezia, San Marco, 2586, (Venezia)
Venezia, San Marco, 2586, (Venezia)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato dalle ore 19:00 alle ore 4:00
Vernissage
5 Maggio 2004, ore 18.30
Sito web
www.fortaya.com