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Lorenza Morandotti / Giovanni Padovese – Quanti centri
Quanti centri è il secondo appuntamento di un ciclo espositivo intitolato Riverberi d’astrattismo all’interno del quale vengono proposte opere in cui sono percepibili gli influssi delle avanguardie astratte, che in Como hanno avuto uno dei loro luoghi di elaborazione.
Comunicato stampa
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Il titolo di questa mostra è un gioco di parole che nasce dall’assemblaggio dei temi (verrebbe da dire dei soggetti, se si trattasse di arte figurativa) sui quali vertono le ricerche espressive di Giovanni Padovese e Lorenza Morandotti: rispettivamente i quanti, le particelle su cui si fonda la fisica quantistica, nel caso di Giovanni; i centri, i fulcri energetici attorno a cui gravitano le stelle e, in una diversa prospettiva di senso, le esistenze degli uomini, in quello di Lorenza.
Quanti centri è anche il secondo appuntamento di un ciclo espositivo intitolato Riverberi d’astrattismo all’interno del quale vengono proposte opere in cui sono percepibili gli influssi, magari anche indiretti o remoti, delle avanguardie astratte, che in Como hanno avuto uno dei loro luoghi di elaborazione. Per quanto riguarda i lavori di Lorenza e Giovanni, tali riverberi vanno ben al di là dell’impianto astratto che accomuna le loro immagini: il punto di contatto, semmai, è in termini di poetica.
L’astrattismo storico ha coltivato una sua peculiare spiritualità di natura cosmica: spesso forme e colori delle opere venivano scelti in funzione della loro attinenza a fenomeni astrali. Cosmologia e scienza (ma una scienza rivisitata in chiave mitica) sono i cardini su cui si fonda la teosofia, una dottrina filosofica che ha impresso un solco profondissimo nello storia della pittura astratta.
Cosmologia e scienza (stavolta una scienza rigorosa e “sperimentata”) sono anche le dimensioni che accomunano il lavoro di Lorenza e Giovanni. Buchi neri – Buchi di luce, Cosmi in terra, Universi paralleli nel caso di Lorenza, Spazio armonico (una formula molto cara agli astrattisti comaschi) e Wormhole – Concetto di tempo in quello di Giovanni, sono titoli che rivelano l’appartenenza a una tradizione artistica che considera lo spazio siderale, le sue esplorazioni con gli strumenti scientifici, ma anche le suggestioni visive scaturite da tali esplorazioni, le proprie fonti privilegiate d’ispirazione.
La circolarità quasi ipnotica degli acquerelli di Lorenza, così come le rifrazioni cromatiche dei dipinti di Giovanni, ci parlano di una spiritualità arcaica e allo stesso tempo ultramoderna, in quanto aggiornata alle più recenti scoperte della fisica e dell’antropologia. La consistenza ruvida e insieme preziosa di queste opere, la loro ricercata artigianalità, una comune sensibilità per il vuoto (inteso come vacuità basilare del reale, un’intuizione quest’ultima sbocciata in ambito spirituale e in seguito confermata dalla scienza) avvalorano le affinità poetiche tra i due artisti.
Quanti centri è anche il secondo appuntamento di un ciclo espositivo intitolato Riverberi d’astrattismo all’interno del quale vengono proposte opere in cui sono percepibili gli influssi, magari anche indiretti o remoti, delle avanguardie astratte, che in Como hanno avuto uno dei loro luoghi di elaborazione. Per quanto riguarda i lavori di Lorenza e Giovanni, tali riverberi vanno ben al di là dell’impianto astratto che accomuna le loro immagini: il punto di contatto, semmai, è in termini di poetica.
L’astrattismo storico ha coltivato una sua peculiare spiritualità di natura cosmica: spesso forme e colori delle opere venivano scelti in funzione della loro attinenza a fenomeni astrali. Cosmologia e scienza (ma una scienza rivisitata in chiave mitica) sono i cardini su cui si fonda la teosofia, una dottrina filosofica che ha impresso un solco profondissimo nello storia della pittura astratta.
Cosmologia e scienza (stavolta una scienza rigorosa e “sperimentata”) sono anche le dimensioni che accomunano il lavoro di Lorenza e Giovanni. Buchi neri – Buchi di luce, Cosmi in terra, Universi paralleli nel caso di Lorenza, Spazio armonico (una formula molto cara agli astrattisti comaschi) e Wormhole – Concetto di tempo in quello di Giovanni, sono titoli che rivelano l’appartenenza a una tradizione artistica che considera lo spazio siderale, le sue esplorazioni con gli strumenti scientifici, ma anche le suggestioni visive scaturite da tali esplorazioni, le proprie fonti privilegiate d’ispirazione.
La circolarità quasi ipnotica degli acquerelli di Lorenza, così come le rifrazioni cromatiche dei dipinti di Giovanni, ci parlano di una spiritualità arcaica e allo stesso tempo ultramoderna, in quanto aggiornata alle più recenti scoperte della fisica e dell’antropologia. La consistenza ruvida e insieme preziosa di queste opere, la loro ricercata artigianalità, una comune sensibilità per il vuoto (inteso come vacuità basilare del reale, un’intuizione quest’ultima sbocciata in ambito spirituale e in seguito confermata dalla scienza) avvalorano le affinità poetiche tra i due artisti.
18
giugno 2017
Lorenza Morandotti / Giovanni Padovese – Quanti centri
Dal 18 giugno al 03 settembre 2017
arte contemporanea
Location
TENUTA DE L’ANNUNZIATA
Uggiate-Trevano, Via Dante Alighieri, 13, (Como)
Uggiate-Trevano, Via Dante Alighieri, 13, (Como)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 15-19.30
Vernissage
18 Giugno 2017, ore 17.30
Autore
Curatore