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Lorenzo Attolini – Versus
L’autore esplora se stesso, esplora i propri confini. I confini della pelle, del corpo, i confini emotivi della tensione, incidendo poi la propria immagine sulla tela in momenti di spavento, collera, foga, eccitazione e movimento.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
COMUNICATO STAMPA/INVITO
Inaugurazione Mercoledì 11 Luglio 2018 alle ore 19.00
Bibliothè Contemporary Art
Dodicesimo appuntamento della seconda rassegna di
Unum
a cura di Francesco Gallo Mazzeo
con il coordinamento di Enzo Barchi
Un'opera unica di Lorenzo Attolini
... Versus ...
Testo di Marco Prestipino
“Tutto si conduce ad unità – afferma Gallo Mazzeo - [...] nei modi più imprevisti ed imprevedibili è diventare scoperta di sé, del sé nascosto che in tanto errare e peregrinare non si è mai allontanato da sé stesso, dal proprio sogno, perimetro e area di una grande avventura, in cui ogni nome pronuncia un nome, ogni volto cerca un volto e tutti insieme recitano Unum.”
https://www.facebook.com/events/2160987990852750/
L’esposizione resterà aperta fino al 10 Luglio 2018
Orario: dal lunedì al sabato: 11.00/23.00
Info: (+39) 06 6781427
... Versus ...
L’opera Crux è un doppio lavoro di ricerca artistica. Rappresenta un lavoro capace di essere Opera pubblica, che parla a tutti, e al tempo stesso opera personale, un passo importante nel percorso di maturazione personale dell’artista. Questa duplicità non deve essere dimenticata poiché costituisce il punto di raccordo fra l’aspetto privato e quello pubblico nella produzione artistica.
Cominciamo dal collocarla all’interno delle opere del pittore. Dal 2010, egli comincia ad approcciare la macchina fotografica in maniera personale, moltiplicando le sperimentazioni volte a superare la resa obbligatoriamente realistica dell’apparecchio in favore di immagini ottenute tramite apertura prolungata dell’otturatore e rapidi movimenti del volto e del corpo sottoposti a luce diretta. Il gesto e la tensione lasciano così una scia luminosa, una traccia strisciata che l’artista usa come modello per la resa pittorica.
L’autore esplora se stesso, esplora i propri confini. I confini della pelle, del corpo, i confini emotivi della tensione, incidendo poi la propria immagine sulla tela in momenti di spavento, collera, foga, eccitazione e movimento. Attolini si muove verso il confine fra ciò che si è per gli altri, il guscio esterno, e la rivelazione delle animalesche pulsioni dell’umano. Ci illustra come meglio può la nudità emotiva, il libero scorrere delle emozioni senza catene. Lo fa con sincerità, diretto, senza filtri. La verità è difficile, ed è con umiltà che l’artista ci presenta l’essere umano che conosce meglio, senza velo alcuno che il passaggio dalla fotografia.
Autoritratti in serie senza pietà, senza tregua per capire infine anche solo un granello di saggezza in più sul più grande limite di un essere umano: se stesso.
Cruxarriva ad essere il punto di sommazione degli elementi che abbiamo citato. L’autore, che si autoritrae infine completamente, partecipa con tutto se stesso a tracciare i propri perimetri. Il corpo “inchiodato” è imponente tanto per dimensione quanto per evidenti richiami iconografici alle più tipiche rappresentazioni del CristoPatiens. Gli occhi dello spettatore leggono in un primo momento una facile familiarità, pronta a scomparire poco dopo quando ci si accorge che il supporto della crocifissione, la croce essa stessa, è assente dalla rappresentazione figurativa. Il corpo ritratto è crocifisso direttamente sulla tela, che diventa vera croce non solo nella forma ma per la sua funzione narrativa. Si instaura così un gioco di rimandi al supporto per eccellenza dell’arte figurativa che diventa strumento di travaglio su se stessi, in una visione che enfatizza più che mai lo scopo dell’arte di scavare dentro di noi in cerca di una risposta. L’autoritratto diventa così da racconto privato un racconto pubblico, uscendo dalla dimensione personale ed entrando nella dimensione della condivisione umana. La ricerca della propria definizione come artista, di dare un senso al proprio lavoro, diventa, grazie alla metafora cristiana, una ricerca che ciascuno può fare propria, un esempio dell’infinito lavoro di imparare a convivere con se stessi.
Ammirando questo lavoro viviamo emozioni differenti e contrastanti, che passano dal familiare riconoscimento della crocifissione ad uno sgomento successivo quando la fatica ed il torturarsi vengono meglio alla luce. Come nelle migliori epiche, però, la visione si conclude con una fase meditativa e quasi etica, una morale post-moderna sul senso di una ricerca di noi stessi che si scopre, forse fine a se stessa.
L’opera si inscrive così al tempo stesso come prima opera davvero “pubblica” (perché scritta secondo un linguaggio figurativo di più ampia diffusione), ed opera definitiva all’interno del ciclo di autoritratti proposti da Attolini, punto di fusione degli ultimi anni di lavoro, ed opera di sintesi dei progressi stilistici oltre che narrativi.
Testo di Marco Prestipino
BIOGRAFIA
Lorenzo Attolini nasce a Roma il 21 aprile 1990. Diplomatosi nel 2009 al Liceo Artistico A. Caravillani di Roma, si iscrive al corso di laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2016 si laurea con una tesi dal titolo “Dal corpo alla croce, teologia dell’autorappresentazione in Arnulf Rainer”. Nel 2017 affianca come assistente la Prof.ssa Celani Floriana, titolare della cattedra di anatomia artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. In Accademia si specializza nelle diverse tecniche grafiche, prediligendo l’olio su tela, e approfondisce lo studio di artisti come Caravaggio, Bacon, Rainer, Vermeer, Richter, Munch e Lautrec. A partire dal 2012 comincia a confrontarsi con l’autorappresentazione che presto diviene il principale strumento di ricerca estetica dell’artista. Graficamente Attolini resta in bilico fra figurazione e astrazione, “luogo” in cui la forma è in continua mutazione, ma senza rinunciare al realismo fotografico. Nei quadri la figura è sempre ripresa in ambientazioni mentali dove tenta di liberarsi da se stessa e proiettando una “risurrezione” identitaria, psichica e spirituale; sviluppando un sistema di distanze dal proprio Io, sperimentando l’evasione da se stessi e, di conseguenza, dal sistema “cultura”. Un processo di liberazione, di catarsi, di decontaminazione, che come risultato si propone l’elevazione per sublimazione. Un distacco che prelude ad un ripristino: il disperato tentativo alla palingenesi, a una rinascita, al rinnovamento interiore. In questi ultimi anni espone in diverse mostre collettive a Roma e dintorni. Tra le partecipazioni ricordiamo: ‘Immagini S-Velate’ a Palazzo della Cancelleria (2017), MutAzioni presso l’Accademia di Belle Arti di Roma (2017), ‘Metamorphosis. Before and after Rome’ all’Accademia di Romania in Roma, ‘Festina Lente’ al Corner D del MAXXI di Roma, esposizione del Premio Parigi 2016 a Calenzano, ‘Metemorfosi in corso’ a Palazzo Sardi (Sulmona, 2016) e la partecipazione alla IV Biennale di Viterbo.
Inaugurazione Mercoledì 11 Luglio 2018 alle ore 19.00
Bibliothè Contemporary Art
Dodicesimo appuntamento della seconda rassegna di
Unum
a cura di Francesco Gallo Mazzeo
con il coordinamento di Enzo Barchi
Un'opera unica di Lorenzo Attolini
... Versus ...
Testo di Marco Prestipino
“Tutto si conduce ad unità – afferma Gallo Mazzeo - [...] nei modi più imprevisti ed imprevedibili è diventare scoperta di sé, del sé nascosto che in tanto errare e peregrinare non si è mai allontanato da sé stesso, dal proprio sogno, perimetro e area di una grande avventura, in cui ogni nome pronuncia un nome, ogni volto cerca un volto e tutti insieme recitano Unum.”
https://www.facebook.com/events/2160987990852750/
L’esposizione resterà aperta fino al 10 Luglio 2018
Orario: dal lunedì al sabato: 11.00/23.00
Info: (+39) 06 6781427
... Versus ...
L’opera Crux è un doppio lavoro di ricerca artistica. Rappresenta un lavoro capace di essere Opera pubblica, che parla a tutti, e al tempo stesso opera personale, un passo importante nel percorso di maturazione personale dell’artista. Questa duplicità non deve essere dimenticata poiché costituisce il punto di raccordo fra l’aspetto privato e quello pubblico nella produzione artistica.
Cominciamo dal collocarla all’interno delle opere del pittore. Dal 2010, egli comincia ad approcciare la macchina fotografica in maniera personale, moltiplicando le sperimentazioni volte a superare la resa obbligatoriamente realistica dell’apparecchio in favore di immagini ottenute tramite apertura prolungata dell’otturatore e rapidi movimenti del volto e del corpo sottoposti a luce diretta. Il gesto e la tensione lasciano così una scia luminosa, una traccia strisciata che l’artista usa come modello per la resa pittorica.
L’autore esplora se stesso, esplora i propri confini. I confini della pelle, del corpo, i confini emotivi della tensione, incidendo poi la propria immagine sulla tela in momenti di spavento, collera, foga, eccitazione e movimento. Attolini si muove verso il confine fra ciò che si è per gli altri, il guscio esterno, e la rivelazione delle animalesche pulsioni dell’umano. Ci illustra come meglio può la nudità emotiva, il libero scorrere delle emozioni senza catene. Lo fa con sincerità, diretto, senza filtri. La verità è difficile, ed è con umiltà che l’artista ci presenta l’essere umano che conosce meglio, senza velo alcuno che il passaggio dalla fotografia.
Autoritratti in serie senza pietà, senza tregua per capire infine anche solo un granello di saggezza in più sul più grande limite di un essere umano: se stesso.
Cruxarriva ad essere il punto di sommazione degli elementi che abbiamo citato. L’autore, che si autoritrae infine completamente, partecipa con tutto se stesso a tracciare i propri perimetri. Il corpo “inchiodato” è imponente tanto per dimensione quanto per evidenti richiami iconografici alle più tipiche rappresentazioni del CristoPatiens. Gli occhi dello spettatore leggono in un primo momento una facile familiarità, pronta a scomparire poco dopo quando ci si accorge che il supporto della crocifissione, la croce essa stessa, è assente dalla rappresentazione figurativa. Il corpo ritratto è crocifisso direttamente sulla tela, che diventa vera croce non solo nella forma ma per la sua funzione narrativa. Si instaura così un gioco di rimandi al supporto per eccellenza dell’arte figurativa che diventa strumento di travaglio su se stessi, in una visione che enfatizza più che mai lo scopo dell’arte di scavare dentro di noi in cerca di una risposta. L’autoritratto diventa così da racconto privato un racconto pubblico, uscendo dalla dimensione personale ed entrando nella dimensione della condivisione umana. La ricerca della propria definizione come artista, di dare un senso al proprio lavoro, diventa, grazie alla metafora cristiana, una ricerca che ciascuno può fare propria, un esempio dell’infinito lavoro di imparare a convivere con se stessi.
Ammirando questo lavoro viviamo emozioni differenti e contrastanti, che passano dal familiare riconoscimento della crocifissione ad uno sgomento successivo quando la fatica ed il torturarsi vengono meglio alla luce. Come nelle migliori epiche, però, la visione si conclude con una fase meditativa e quasi etica, una morale post-moderna sul senso di una ricerca di noi stessi che si scopre, forse fine a se stessa.
L’opera si inscrive così al tempo stesso come prima opera davvero “pubblica” (perché scritta secondo un linguaggio figurativo di più ampia diffusione), ed opera definitiva all’interno del ciclo di autoritratti proposti da Attolini, punto di fusione degli ultimi anni di lavoro, ed opera di sintesi dei progressi stilistici oltre che narrativi.
Testo di Marco Prestipino
BIOGRAFIA
Lorenzo Attolini nasce a Roma il 21 aprile 1990. Diplomatosi nel 2009 al Liceo Artistico A. Caravillani di Roma, si iscrive al corso di laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2016 si laurea con una tesi dal titolo “Dal corpo alla croce, teologia dell’autorappresentazione in Arnulf Rainer”. Nel 2017 affianca come assistente la Prof.ssa Celani Floriana, titolare della cattedra di anatomia artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. In Accademia si specializza nelle diverse tecniche grafiche, prediligendo l’olio su tela, e approfondisce lo studio di artisti come Caravaggio, Bacon, Rainer, Vermeer, Richter, Munch e Lautrec. A partire dal 2012 comincia a confrontarsi con l’autorappresentazione che presto diviene il principale strumento di ricerca estetica dell’artista. Graficamente Attolini resta in bilico fra figurazione e astrazione, “luogo” in cui la forma è in continua mutazione, ma senza rinunciare al realismo fotografico. Nei quadri la figura è sempre ripresa in ambientazioni mentali dove tenta di liberarsi da se stessa e proiettando una “risurrezione” identitaria, psichica e spirituale; sviluppando un sistema di distanze dal proprio Io, sperimentando l’evasione da se stessi e, di conseguenza, dal sistema “cultura”. Un processo di liberazione, di catarsi, di decontaminazione, che come risultato si propone l’elevazione per sublimazione. Un distacco che prelude ad un ripristino: il disperato tentativo alla palingenesi, a una rinascita, al rinnovamento interiore. In questi ultimi anni espone in diverse mostre collettive a Roma e dintorni. Tra le partecipazioni ricordiamo: ‘Immagini S-Velate’ a Palazzo della Cancelleria (2017), MutAzioni presso l’Accademia di Belle Arti di Roma (2017), ‘Metamorphosis. Before and after Rome’ all’Accademia di Romania in Roma, ‘Festina Lente’ al Corner D del MAXXI di Roma, esposizione del Premio Parigi 2016 a Calenzano, ‘Metemorfosi in corso’ a Palazzo Sardi (Sulmona, 2016) e la partecipazione alla IV Biennale di Viterbo.
11
luglio 2018
Lorenzo Attolini – Versus
Dall'undici al 31 luglio 2018
arte contemporanea
Location
BIBLIOTHE’ CONTEMPORARY ART GALLERY
Roma, Via Celsa, 4/5, (ROMA)
Roma, Via Celsa, 4/5, (ROMA)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato: dalle 11 alle 23
Vernissage
11 Luglio 2018, h 19
Autore
Curatore