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Lorenzo Di Lucido / Valentina Perazzini – L’Adultère Durable
L’adulterio duraturo si traduce nell’atteggiamento di uscita dalla norma, di tradimento della visione in cui si determina una corrispondenza tra l’artificio del soggetto di Perazzini e la relativa dissoluzione formale della pittura di Di Lucido.
Comunicato stampa
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Villa Contemporanea è lieta di presentare L’Adultère Durable, bi-personale degli artisti Lorenzo Di Lucido e Valentina Perazzini, testo critico di Ginevra Bria.
Perazzini, alla seconda personale a Monza, approfondisce la sua personalissima ricerca artistica che pone attenzione al reale, mediato e filtrato però da continui riferimenti ai testi letterari a lei cari, e qui arricchito dall’esperienza personale. Il progetto della mostra, infatti, nasce dalla volontà dell’artista di incrociare una vicenda personale con la storia narrata nel romanzo Longtemps di Erik Orsenna.
La relazione che verrà messa in evidenza tra il romanzo e la storia vissuta realmente pone l’attenzione sulle coincidenze e trasforma il lettore in protagonista.
La storia d’amore di Elisabeth e Gabriel di Longtemps, che si amano rincorrendosi per trentacinque anni in giro per il mondo, incrocia quella di Valentina attraverso l’esperienza di un evento drammatico: il distacco della retina e la perdita della vista del suo compagno, avvenuta in un momento in cui i due si trovavano in luoghi distanti. Si viene a determinare così una storia con due punti di vista, una visione doppia, determinata da sensazioni e fatti in qualche modo già ciechi perché vissuti a distanza.
L’adulterio duraturo si traduce nell’atteggiamento di uscita dalla norma, di tradimento della visione in cui si determina una corrispondenza tra l’artificio del soggetto di Perazzini e la relativa dissoluzione formale della pittura di Di Lucido.
Scrive Ginevra Bria: “In seguito ad un fortuito episodio di distaccamento della retina, vissuto accidentalmente per analogia – e per interposta persona, tra romanzo e vita- si manifestano due improvvisi scorci tematici: la vista come trait d’union tra vedere e guardare e, infine, la sua sintesi; connotata dalla fusione, dalla vaporizzazione in una realtà rappresentativa.
Il concetto di adultère durable, nel momento in cui la cecità ristabilisce le gerarchie dei legami, tra arte e vita, viene a coincidere non solo con una propensione evasiva, con un espediente narrativo di un personaggio del romanzo, ma anche con l’imprevedibilità fedifraga della vista interiore e la funzione di spazializzazione, di ampliamento di quest’ultima attraverso la scrittura artistica”.
Ecco allora che questa momentanea cecità, o forse è meglio definirla una “seconda vista”, si manifesta nelle opere in mostra tanto della Perazzini quanto in Di Lucido.
Prendendo spunto dalla professione del personaggio di Longtemps, Valentina si trasforma in giardiniere e ci restituisce dei collages di incantevoli giardini a nastro continuo dove le differenti e svariate varietà floreali manifestano il tentativo di tradurre lo sguardo in una impossibile unità e completezza. La sola vista non basta più, lo sguardo si fa sfuggente ed inaffidabile.
Anche le opere pittoriche di Lorenzo Di Lucido subiscono un processo di trasformazione: le immagini di partenza sono trasformate e rese nella loro sintesi cromatica. Lorenzo mastica e spappola i paesaggi e costruisce la superficie direttamente con il colore. L’opera ed il suo corpo si fondono in un’unica forma.
La mostra diventa spunto per indagare il concetto di visione e di appagamento pulsionale ma la
vista, così come la sua temporanea mancanza, si sublima nell’arte “come se occhio e sguardo, dimentichi, fossero destinati a placarsi, sepolti vivi dalle pennellate e proiettati nelle geografie ricorsive della sintesi, nonostante la divisione, che permea tra essi”.
Testo critico di Ginevra Bria.
Lorenzo Di Lucido è nato a Penne (PE), nel 1983, vive e lavora a Milano.
Tra le sue numerose mostre personali e collettive ricordiamo:
Il nocciolo della questione, Museo Bodini, Gemonio, Varese (2016); No place 2, Castello di Fombio, Lodi (2016); La pittura sporca, Festival Studi, Milano (2016); L’eroico Manoscritto, Biblioteca Malatestiana, Cesena (2016); Imago Mundi, Fondazione Cini, Venezia e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2015); Anatomie del disegno, Spazio Quam, Scicli, Ragusa (2015); Premio Francesco Fabbri, mostra delle opere finaliste, Pieve di Soligo, Treviso (2015); La pratica del disegno, Biennale d’arte città di Penne, Castello di Nocciano (2015); Our Generation, Biennale d’arte città di Penne, Chiesa di San Giovanni Battista (2015); Head, Yellow artist-run space, Varese (2015); Prima Pagina Art Prize, Arte Fiera Bologna (2015); Premio Marina di Ravenna, mostra dei vincitori, Museo MAR, Ravenna (2014); I Low art, Art Core Gallery, Bari (2014); 2000 Maniacs, Arte Fiera Verona (2014); Pittura, Galleria Giuseppe Pero, Milano (2014); Premio Combat, mostra degli artisti finalisti, Museo Civico Fattori, Livorno (2014); Depot (esperienze di pittura in vitro), Casa Cavazzini, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine (2014); Il regime dell’immagine (personale), Scatolabianca, Milano (2014); In ragione dell’ombra (personale), Spazio FAR, Palazzo del Podestà, Rimini (2014).
Valentina Perazzini è nata a Rimini nel 1987, vive e lavora a Bruxelles.
Tra le sue mostre personali ricordiamo: Pre-texture. Il personaggio si disperde in frammenti al giorno d’oggi, Villa Contemporanea, Monza, 2013; Sfogliare il prato(up!), Associazione culturale Percorsi, Rimini , a cura di Rosita Lappi, 2012; Cento giorni di solitudine, Blu Gallery, Bologna, a cura di Sandro Sproccati, 2012; Margheritario, galleria Nuvole Arte Contemporanea (BN), a cura di Domenico Maria Papa, 2012. Tra le collettive: The habit of a foreign sky, FutureDome, Milano, a cura di Ginevra Bria e Atto Belloli, 2016, Punctum working papers, grattacielo San Paolo, Torino, a cura di Viola Invernizzi, 2016, Stills of peace II Italia e Spagna: una ricerca del senso del contemporaneo, Museo capitolare, Atri (TE), a cura di Antonio Zimarino e Marta Michelacci, 2015; (E)bianca rassegna Selvatico presso le Scuderie della Rocca Lugo(RA), a cura di Massimiliano Fabbri, 2013; May be Re Evolution, galleria Factory Art, Berlino, mostra dei finalisti del concorso Project Berlin 2012; E uscimmo a riveder le stelle.., mostra dei finalisti del Premio San Fedele 2011. Finalista del Premio Francesco Fabbri 2013; finalista del concorso Project Berlin 2012; ha vinto nel 2011 il CoCoCo (Como Contemporary Contest); finalista al Premio San Fedele 2010-2011.
Perazzini, alla seconda personale a Monza, approfondisce la sua personalissima ricerca artistica che pone attenzione al reale, mediato e filtrato però da continui riferimenti ai testi letterari a lei cari, e qui arricchito dall’esperienza personale. Il progetto della mostra, infatti, nasce dalla volontà dell’artista di incrociare una vicenda personale con la storia narrata nel romanzo Longtemps di Erik Orsenna.
La relazione che verrà messa in evidenza tra il romanzo e la storia vissuta realmente pone l’attenzione sulle coincidenze e trasforma il lettore in protagonista.
La storia d’amore di Elisabeth e Gabriel di Longtemps, che si amano rincorrendosi per trentacinque anni in giro per il mondo, incrocia quella di Valentina attraverso l’esperienza di un evento drammatico: il distacco della retina e la perdita della vista del suo compagno, avvenuta in un momento in cui i due si trovavano in luoghi distanti. Si viene a determinare così una storia con due punti di vista, una visione doppia, determinata da sensazioni e fatti in qualche modo già ciechi perché vissuti a distanza.
L’adulterio duraturo si traduce nell’atteggiamento di uscita dalla norma, di tradimento della visione in cui si determina una corrispondenza tra l’artificio del soggetto di Perazzini e la relativa dissoluzione formale della pittura di Di Lucido.
Scrive Ginevra Bria: “In seguito ad un fortuito episodio di distaccamento della retina, vissuto accidentalmente per analogia – e per interposta persona, tra romanzo e vita- si manifestano due improvvisi scorci tematici: la vista come trait d’union tra vedere e guardare e, infine, la sua sintesi; connotata dalla fusione, dalla vaporizzazione in una realtà rappresentativa.
Il concetto di adultère durable, nel momento in cui la cecità ristabilisce le gerarchie dei legami, tra arte e vita, viene a coincidere non solo con una propensione evasiva, con un espediente narrativo di un personaggio del romanzo, ma anche con l’imprevedibilità fedifraga della vista interiore e la funzione di spazializzazione, di ampliamento di quest’ultima attraverso la scrittura artistica”.
Ecco allora che questa momentanea cecità, o forse è meglio definirla una “seconda vista”, si manifesta nelle opere in mostra tanto della Perazzini quanto in Di Lucido.
Prendendo spunto dalla professione del personaggio di Longtemps, Valentina si trasforma in giardiniere e ci restituisce dei collages di incantevoli giardini a nastro continuo dove le differenti e svariate varietà floreali manifestano il tentativo di tradurre lo sguardo in una impossibile unità e completezza. La sola vista non basta più, lo sguardo si fa sfuggente ed inaffidabile.
Anche le opere pittoriche di Lorenzo Di Lucido subiscono un processo di trasformazione: le immagini di partenza sono trasformate e rese nella loro sintesi cromatica. Lorenzo mastica e spappola i paesaggi e costruisce la superficie direttamente con il colore. L’opera ed il suo corpo si fondono in un’unica forma.
La mostra diventa spunto per indagare il concetto di visione e di appagamento pulsionale ma la
vista, così come la sua temporanea mancanza, si sublima nell’arte “come se occhio e sguardo, dimentichi, fossero destinati a placarsi, sepolti vivi dalle pennellate e proiettati nelle geografie ricorsive della sintesi, nonostante la divisione, che permea tra essi”.
Testo critico di Ginevra Bria.
Lorenzo Di Lucido è nato a Penne (PE), nel 1983, vive e lavora a Milano.
Tra le sue numerose mostre personali e collettive ricordiamo:
Il nocciolo della questione, Museo Bodini, Gemonio, Varese (2016); No place 2, Castello di Fombio, Lodi (2016); La pittura sporca, Festival Studi, Milano (2016); L’eroico Manoscritto, Biblioteca Malatestiana, Cesena (2016); Imago Mundi, Fondazione Cini, Venezia e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2015); Anatomie del disegno, Spazio Quam, Scicli, Ragusa (2015); Premio Francesco Fabbri, mostra delle opere finaliste, Pieve di Soligo, Treviso (2015); La pratica del disegno, Biennale d’arte città di Penne, Castello di Nocciano (2015); Our Generation, Biennale d’arte città di Penne, Chiesa di San Giovanni Battista (2015); Head, Yellow artist-run space, Varese (2015); Prima Pagina Art Prize, Arte Fiera Bologna (2015); Premio Marina di Ravenna, mostra dei vincitori, Museo MAR, Ravenna (2014); I Low art, Art Core Gallery, Bari (2014); 2000 Maniacs, Arte Fiera Verona (2014); Pittura, Galleria Giuseppe Pero, Milano (2014); Premio Combat, mostra degli artisti finalisti, Museo Civico Fattori, Livorno (2014); Depot (esperienze di pittura in vitro), Casa Cavazzini, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Udine (2014); Il regime dell’immagine (personale), Scatolabianca, Milano (2014); In ragione dell’ombra (personale), Spazio FAR, Palazzo del Podestà, Rimini (2014).
Valentina Perazzini è nata a Rimini nel 1987, vive e lavora a Bruxelles.
Tra le sue mostre personali ricordiamo: Pre-texture. Il personaggio si disperde in frammenti al giorno d’oggi, Villa Contemporanea, Monza, 2013; Sfogliare il prato(up!), Associazione culturale Percorsi, Rimini , a cura di Rosita Lappi, 2012; Cento giorni di solitudine, Blu Gallery, Bologna, a cura di Sandro Sproccati, 2012; Margheritario, galleria Nuvole Arte Contemporanea (BN), a cura di Domenico Maria Papa, 2012. Tra le collettive: The habit of a foreign sky, FutureDome, Milano, a cura di Ginevra Bria e Atto Belloli, 2016, Punctum working papers, grattacielo San Paolo, Torino, a cura di Viola Invernizzi, 2016, Stills of peace II Italia e Spagna: una ricerca del senso del contemporaneo, Museo capitolare, Atri (TE), a cura di Antonio Zimarino e Marta Michelacci, 2015; (E)bianca rassegna Selvatico presso le Scuderie della Rocca Lugo(RA), a cura di Massimiliano Fabbri, 2013; May be Re Evolution, galleria Factory Art, Berlino, mostra dei finalisti del concorso Project Berlin 2012; E uscimmo a riveder le stelle.., mostra dei finalisti del Premio San Fedele 2011. Finalista del Premio Francesco Fabbri 2013; finalista del concorso Project Berlin 2012; ha vinto nel 2011 il CoCoCo (Como Contemporary Contest); finalista al Premio San Fedele 2010-2011.
18
marzo 2017
Lorenzo Di Lucido / Valentina Perazzini – L’Adultère Durable
Dal 18 marzo al 13 maggio 2017
arte contemporanea
Location
VILLA CONTEMPORANEA
Monza, Via Bergamo, 20, (Monza E Brianza)
Monza, Via Bergamo, 20, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle ore 15 alle 19
Vernissage
18 Marzo 2017, ore 18
Autore