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Lorenzo Fonda
Giorgio Albertazzi ha scritto di lui: Lorenzo Fonda è pittore antico e postmoderno, drammaticamente contemporaneo. Guardando i suoi quadri non pensi a Canova, pensi a Michelangelo. Dai suoi nudi corpi emergenti su fondi antracite, da quelle membra vibranti scultoree, irrompe un eros non pacificato.
Comunicato stampa
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Giorgio Albertazzi ha scritto di lui:
Lorenzo Fonda è pittore antico e postmoderno, drammaticamente contemporaneo. Guardando i suoi quadri non pensi a Canova – pensi a Michelangelo.
Dai suoi nudi corpi emergenti su fondi antracite, da quelle membra vibranti scultoree, irrompe un eros non pacificato, un dolore antico in un uomo d’oggi – i cui occhi invisibili spesso si perdono in squarci rosso sangue o in bianchi accorati. Lorenzo esce dalla sua bottega o atelier - non so come chiamarlo quel luogo – cerco di seguire i suoi passi (che potrebbero essere anche i passi del Perugino) e scende verso casa sua a fare il medico. E’ un artista, si sa, pittore e scenografo. La felicità di dipingere o di impostare un plastico gli fa dimenticare il resto del mondo. Anche di firmare un contratto. Ho visto la sua Santa Caterina per la più antica chiesa di Pietroburgo: una pala (sei metri per tre) tutta ascensionale con al centro la bellezza riconoscibile di Sofia, la compagna di vita di Fonda. Un’opera imponente, un anno di lavoro senza un vero e proprio contratto con la committenza. “Ma i Russi lo sanno?”. Chiedo. Si certo, Padre Macej è felice, aspetta la sua Santa e ride soddisfatto. Lorenzo è un pittore vero che “vede” anime e corpi vivi sulle sue tele: i corpi esplodono nascondendo spesso il viso – o un’anca - in una folata d’ombra, oppure campeggiano occhi di bragia in un luogo quasi goiesco. E’ un pittore certo, Lorenzo. Ho fatto con lui diverse cose di teatro: una Dannunziana indimenticabile, pannelli solcati di rosso come velluti solidi; Shakespeare in jazz a Verona, il blu dell’orchestra di Ellington sotto 6 metri di luna gialla sulla quale si arrampica Giulietta; una Salomé all’Opera di Roma: anche qui rossi e luna, colonne erodiane e lampi delle stratificazioni di Petra in Palestina. E altro ancora: Fonda ha girato il mondo prima della mostra di quest’anno a Washington. Lorenzo è mio amico, ma questo feeling non condizione il giudizio nei confronti dell’artista.
Lunga vita, Lorenzo!
Lorenzo Fonda è pittore antico e postmoderno, drammaticamente contemporaneo. Guardando i suoi quadri non pensi a Canova – pensi a Michelangelo.
Dai suoi nudi corpi emergenti su fondi antracite, da quelle membra vibranti scultoree, irrompe un eros non pacificato, un dolore antico in un uomo d’oggi – i cui occhi invisibili spesso si perdono in squarci rosso sangue o in bianchi accorati. Lorenzo esce dalla sua bottega o atelier - non so come chiamarlo quel luogo – cerco di seguire i suoi passi (che potrebbero essere anche i passi del Perugino) e scende verso casa sua a fare il medico. E’ un artista, si sa, pittore e scenografo. La felicità di dipingere o di impostare un plastico gli fa dimenticare il resto del mondo. Anche di firmare un contratto. Ho visto la sua Santa Caterina per la più antica chiesa di Pietroburgo: una pala (sei metri per tre) tutta ascensionale con al centro la bellezza riconoscibile di Sofia, la compagna di vita di Fonda. Un’opera imponente, un anno di lavoro senza un vero e proprio contratto con la committenza. “Ma i Russi lo sanno?”. Chiedo. Si certo, Padre Macej è felice, aspetta la sua Santa e ride soddisfatto. Lorenzo è un pittore vero che “vede” anime e corpi vivi sulle sue tele: i corpi esplodono nascondendo spesso il viso – o un’anca - in una folata d’ombra, oppure campeggiano occhi di bragia in un luogo quasi goiesco. E’ un pittore certo, Lorenzo. Ho fatto con lui diverse cose di teatro: una Dannunziana indimenticabile, pannelli solcati di rosso come velluti solidi; Shakespeare in jazz a Verona, il blu dell’orchestra di Ellington sotto 6 metri di luna gialla sulla quale si arrampica Giulietta; una Salomé all’Opera di Roma: anche qui rossi e luna, colonne erodiane e lampi delle stratificazioni di Petra in Palestina. E altro ancora: Fonda ha girato il mondo prima della mostra di quest’anno a Washington. Lorenzo è mio amico, ma questo feeling non condizione il giudizio nei confronti dell’artista.
Lunga vita, Lorenzo!
18
marzo 2017
Lorenzo Fonda
Dal 18 marzo al 04 aprile 2017
arte contemporanea
Location
SPAZIO 6
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Verona, Via Santa Maria In Organo, 6, (Verona)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16,30-19,30
Vernissage
18 Marzo 2017, ore 18,00
Autore
Curatore