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Lorenzo Gigotti – Dalla Scuola romana alla cromia del segno
150 opere tra dipinti, disegni, bozzetti per affreschi, mosaici e cartoni preparatori per vetrate realizzati tra gli an-ni Trenta e gli anni Ottanta
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nelle stupende sale del chiostro del Bramante si apre al pubblico una mostra antologica sul pittore Lorenzo Gigotti.
150 opere tra dipinti, disegni, bozzetti per affreschi, mosaici e cartoni preparatori per vetrate realizzati tra gli an-ni Trenta e gli anni Ottanta, provenienti da gallerie, enti pubblici, collezioni private e dall’Archivio Lorenzo Gi-gotti, oltre a documenti cartacei e fotografici, video-immagini, costituiscono il corpus della grande mostra anto-logica dedicata a Lorenzo Gigotti (Roma 1908-1994).
Allievo di Ferruccio Ferrazzi, l’artista è personaggio di rilievo della Scuola Romana degli anni Trenta e Quaran-ta, alla quale ha legato il suo nome grazie ad una pittura dapprima tonale, affine alla lezione di Cagli e Capo-grossi, poi via via sempre più focalizzata sul versante cromatico di sostanziale impronta espressionista, impressa alla pittura romana da Mario Mafai, artista molto amato da Gigotti.
Di questo periodo, in mostra, un nucleo di opere di grande impatto visivo che confermano la vivacità e la forza espressiva della pittura dell’artista che va principalmente spostandosi, dal periodo post-bellico in poi, verso un segno affine alla coeva pittura di Pirandello e di Gentilini, senza dimenticare i riferimenti a Klee e Chagall, due degli artisti, del panorama dell’arte internazionale, ai quali Gigotti si sentiva più legato.
Dagli anni Cinquanta e Sessanta l’artista inizia una coerente evoluzione pittorica, arrivando a creare una pittura aniconica con un “segno cromatico” estremamente personalizzato.
All’attività pittorica documentata anche con mostre personali e collettive e dalla presenza di sue opere a molte Sindacali dell’arte, alle Quadriennali di Roma dagli anni ’30 alla fine degli anni Sessanta e alla Biennale di Venezia del ’48, il lavoro di Gigotti si amplia anche sul versante pubblico, con la realizzazione di una serie di affreschi, vetrate e mosaici in molti palazzi pubblici (CTO Garbatella di Roma; CTO di Firenze e di Padova, ecc.) e chiese cattoliche, fra le quali ricordiamo: la cattedrale di S. Paolo del Brasile; la chiesa di S. Eugenio in Roma; la chiesa di S. Gottardo in Corte di Milano; il tamburo della cupola S. Giovanni Bosco in Roma con la mirabile serie di vetrate realizzate fra il 1963 e il ’64 ed ancora oggi considerate fra le più importanti operazioni cultuali dell’Italia della seconda metà del XX secolo.
La mostra è stata suddivisa in una serie di “esperienze” tematiche, tali da definire i caratteri estetici oltre che in-tellettuali della pittura di Gigotti: Prime esperienze figurali; Un percorso “estremo” nell’ambito della Scuola Romana; Il segno espressionista; La pittura del pensiero e del sogno; La cromia del segno e le ultime Compo-sizioni.
Altre due sezioni saranno dedicate al Disegno di Gigotti e a Le vetrate di S. Giovanni Bosco e altre commissioni pubbliche.
150 opere tra dipinti, disegni, bozzetti per affreschi, mosaici e cartoni preparatori per vetrate realizzati tra gli an-ni Trenta e gli anni Ottanta, provenienti da gallerie, enti pubblici, collezioni private e dall’Archivio Lorenzo Gi-gotti, oltre a documenti cartacei e fotografici, video-immagini, costituiscono il corpus della grande mostra anto-logica dedicata a Lorenzo Gigotti (Roma 1908-1994).
Allievo di Ferruccio Ferrazzi, l’artista è personaggio di rilievo della Scuola Romana degli anni Trenta e Quaran-ta, alla quale ha legato il suo nome grazie ad una pittura dapprima tonale, affine alla lezione di Cagli e Capo-grossi, poi via via sempre più focalizzata sul versante cromatico di sostanziale impronta espressionista, impressa alla pittura romana da Mario Mafai, artista molto amato da Gigotti.
Di questo periodo, in mostra, un nucleo di opere di grande impatto visivo che confermano la vivacità e la forza espressiva della pittura dell’artista che va principalmente spostandosi, dal periodo post-bellico in poi, verso un segno affine alla coeva pittura di Pirandello e di Gentilini, senza dimenticare i riferimenti a Klee e Chagall, due degli artisti, del panorama dell’arte internazionale, ai quali Gigotti si sentiva più legato.
Dagli anni Cinquanta e Sessanta l’artista inizia una coerente evoluzione pittorica, arrivando a creare una pittura aniconica con un “segno cromatico” estremamente personalizzato.
All’attività pittorica documentata anche con mostre personali e collettive e dalla presenza di sue opere a molte Sindacali dell’arte, alle Quadriennali di Roma dagli anni ’30 alla fine degli anni Sessanta e alla Biennale di Venezia del ’48, il lavoro di Gigotti si amplia anche sul versante pubblico, con la realizzazione di una serie di affreschi, vetrate e mosaici in molti palazzi pubblici (CTO Garbatella di Roma; CTO di Firenze e di Padova, ecc.) e chiese cattoliche, fra le quali ricordiamo: la cattedrale di S. Paolo del Brasile; la chiesa di S. Eugenio in Roma; la chiesa di S. Gottardo in Corte di Milano; il tamburo della cupola S. Giovanni Bosco in Roma con la mirabile serie di vetrate realizzate fra il 1963 e il ’64 ed ancora oggi considerate fra le più importanti operazioni cultuali dell’Italia della seconda metà del XX secolo.
La mostra è stata suddivisa in una serie di “esperienze” tematiche, tali da definire i caratteri estetici oltre che in-tellettuali della pittura di Gigotti: Prime esperienze figurali; Un percorso “estremo” nell’ambito della Scuola Romana; Il segno espressionista; La pittura del pensiero e del sogno; La cromia del segno e le ultime Compo-sizioni.
Altre due sezioni saranno dedicate al Disegno di Gigotti e a Le vetrate di S. Giovanni Bosco e altre commissioni pubbliche.
14
settembre 2005
Lorenzo Gigotti – Dalla Scuola romana alla cromia del segno
Dal 14 settembre al 23 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
CHIOSTRO DEL BRAMANTE
Roma, Arco Della Pace, 5, (Roma)
Roma, Arco Della Pace, 5, (Roma)
Orario di apertura
10-20. Lunedì chiuso
Vernissage
14 Settembre 2005, ore 18,30
Ufficio stampa
DENISE MICHNO - 3DIESSE
Autore
Curatore