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Lorenzo La Rocca – Cosmographia
Sfruttando le caratteristiche dello spazio espositivo, diviso su tre livelli, l’artista propone un percorso simbolico verticale che prende spunto dalla cosmologia antica, nella quale l’universo era osservato, descritto e interpretato secondo una visione unitaria e armonica
Comunicato stampa
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“Ieri ho fatto un sogno meraviglioso: una stella azzurrina, simile a un diamante, in alto nel cielo, che si
specchiava in un tranquillo laghetto rotondo: cielo sopra, cielo sotto. L’Imago Dei nell’oscurità della terra, ecco
che cosa sono. Il sogno mi è stato di grande consolazione. Non sono più un mare oscuro e infinito di miseria
e di dolore...” Carl Gustav Jung
L’antica rappresentazione dell’universo, ordinata secondo le molteplici corrispondenze tra cielo e terra, è al
centro della personale di Lorenzo La Rocca intitolata Cosmographia, in corso alla Fondazione Rivoli2 dall’
11 Marzo al 10 Aprile 2015. Sfruttando le caratteristiche dello spazio espositivo, diviso su tre livelli, l’artista
propone un percorso simbolico verticale che prende spunto dalla cosmologia antica, nella quale l’universo
era osservato, descritto e interpretato secondo una visione unitaria e armonica: la grande struttura celeste
corrispondeva alla piccola struttura terrestre, il macrocosmo si rifletteva nel microcosmo. Interpretando in
chiave contemporanea simboli e archetipi derivati da questo pensiero, La Rocca ha realizzato tre nuclei di
immagini che, organizzati sui tre livelli della fondazione, evocano idealmente le parti del disegno cosmologico:
il cielo (primo piano), la superficie terrestre (piano terra), il sottosuolo (piano seminterrato).
Primo piano - Cielo
Sette opere su carta rappresentano i sette corpi celesti che nell’antichità erano considerati come pianeti (dal
greco antico planetai: [astri] erranti). Chiamati dai greci coi nomi dei loro dei, Luna, Mercurio, Venere, Sole,
Marte, Giove e Saturno acquisirono nel tempo anche tutte le proprietà delle rispettive figure mitologiche
portando a credere che i loro movimenti potessero influenzare, in relazione al carattere e ai poteri della
divinità, la vita sulla terra e le sorti dell’uomo. Ispirandosi alle storiche rappresentazioni antropomorfe dei sette
pianeti diffuse soprattutto nel XV secolo con l’avvento delle nuove tecniche di stampa, l’autore ne propone
qui una personale rilettura. In queste opere allegorie e forme della tradizione mitologica si rintracciano, sotto
nuove vesti, nelle immagini della cultura contemporanea, svelando così la sopravvivenza degli antichi dei negli
ambiti più imprevedibili della nostra epoca.
Piano terra - Superficie terrestre
In questo piano si mette a tema uno dei grandi archetipi che collegano il cielo alla terra: la danza del
labirinto, modello di tutte le danze sacre. Eseguita da Teseo per celebrare, insieme ai fanciulli e alle fanciulle
ateniesi liberati nel labirinto, la vittoria sul Minotauro, questa danza secondo la tradizione avrebbe origine
dall’imitazione del movimento degli astri, un ritmo armonico e ordinato che si rifletteva a sua volta nelle forme
tortuose ma strutturate del labirinto. Quest’immagine evocativa, inoltre, è da sempre metafora dell’esistenza
umana, della ricerca continua di una strada che conduca a una via d’uscita dalle difficoltà e dallo smarrimento
generato dal caos. Sulla scia di questi significati simbolici, e con la collaborazione di un ballerino/coreografo,
La Rocca ha immaginato una nuova “danza del labirinto”, tradotta in alcune opere che sinergicamente
illustrano il susseguirsi dei movimenti all’interno dello schema di un labirinto cretese.
Piano seminterrato - Sottosuolo
Qui i lavori presentati hanno come soggetto i sette metalli maggiori (oro, argento, mercurio, rame, ferro,
stagno, piombo) che, in quanto portatori di messaggi mitici, si collegano alle stampe del primo piano con le
raffigurazioni dei pianeti. I sette pianeti e i sette metalli, ai quali gli alchimisti attribuiscono gli stessi simboli
grafici, rappresentano infatti i due poli speculari dell’universo: volta celeste e sottosuolo. Questa correlazione
è espressa dal lavoro alchemico che, attraverso un processo di raffinazione, tenta di purificare i metalli dalle
scorie per riportarli al loro grado più nobile, allo stato superiore dal quale sono decaduti. Anche in questo caso
dunque le opere dell’autore fanno riferimento alle antiche analogie tra cielo e terra, tra alto e basso, metafore
senza tempo del percorso di purificazione della nostra vita interiore.
Fondazione Rivolidue
La Fondazione Rivolidue nasce nel 2013 con lo scopo di promuovere, documentare e sperimentare, nell’ambito delle
realtà culturali, il percorso di artisti e curatori, mettendo a disposizione uno spazio per far conoscere progetti e lavoro di
ricerca e, al contempo, offrendo la possibilità di entrare in relazione con le diverse rappresentanze del mondo dell’arte e
con il pubblico.
Rivolidue si trova a Milano nel cuore di Brera, accanto al Piccolo Teatro Strehler.
Lo spazio è collocato all’interno di un tipico palazzo milanese e si affaccia su di un cortile con una vetrata che lo
caratterizza: 140 mq disposti su quattro livelli, di cui tre dedicati ad ospitare i progetti espositivi.
www.rivolidue.org
specchiava in un tranquillo laghetto rotondo: cielo sopra, cielo sotto. L’Imago Dei nell’oscurità della terra, ecco
che cosa sono. Il sogno mi è stato di grande consolazione. Non sono più un mare oscuro e infinito di miseria
e di dolore...” Carl Gustav Jung
L’antica rappresentazione dell’universo, ordinata secondo le molteplici corrispondenze tra cielo e terra, è al
centro della personale di Lorenzo La Rocca intitolata Cosmographia, in corso alla Fondazione Rivoli2 dall’
11 Marzo al 10 Aprile 2015. Sfruttando le caratteristiche dello spazio espositivo, diviso su tre livelli, l’artista
propone un percorso simbolico verticale che prende spunto dalla cosmologia antica, nella quale l’universo
era osservato, descritto e interpretato secondo una visione unitaria e armonica: la grande struttura celeste
corrispondeva alla piccola struttura terrestre, il macrocosmo si rifletteva nel microcosmo. Interpretando in
chiave contemporanea simboli e archetipi derivati da questo pensiero, La Rocca ha realizzato tre nuclei di
immagini che, organizzati sui tre livelli della fondazione, evocano idealmente le parti del disegno cosmologico:
il cielo (primo piano), la superficie terrestre (piano terra), il sottosuolo (piano seminterrato).
Primo piano - Cielo
Sette opere su carta rappresentano i sette corpi celesti che nell’antichità erano considerati come pianeti (dal
greco antico planetai: [astri] erranti). Chiamati dai greci coi nomi dei loro dei, Luna, Mercurio, Venere, Sole,
Marte, Giove e Saturno acquisirono nel tempo anche tutte le proprietà delle rispettive figure mitologiche
portando a credere che i loro movimenti potessero influenzare, in relazione al carattere e ai poteri della
divinità, la vita sulla terra e le sorti dell’uomo. Ispirandosi alle storiche rappresentazioni antropomorfe dei sette
pianeti diffuse soprattutto nel XV secolo con l’avvento delle nuove tecniche di stampa, l’autore ne propone
qui una personale rilettura. In queste opere allegorie e forme della tradizione mitologica si rintracciano, sotto
nuove vesti, nelle immagini della cultura contemporanea, svelando così la sopravvivenza degli antichi dei negli
ambiti più imprevedibili della nostra epoca.
Piano terra - Superficie terrestre
In questo piano si mette a tema uno dei grandi archetipi che collegano il cielo alla terra: la danza del
labirinto, modello di tutte le danze sacre. Eseguita da Teseo per celebrare, insieme ai fanciulli e alle fanciulle
ateniesi liberati nel labirinto, la vittoria sul Minotauro, questa danza secondo la tradizione avrebbe origine
dall’imitazione del movimento degli astri, un ritmo armonico e ordinato che si rifletteva a sua volta nelle forme
tortuose ma strutturate del labirinto. Quest’immagine evocativa, inoltre, è da sempre metafora dell’esistenza
umana, della ricerca continua di una strada che conduca a una via d’uscita dalle difficoltà e dallo smarrimento
generato dal caos. Sulla scia di questi significati simbolici, e con la collaborazione di un ballerino/coreografo,
La Rocca ha immaginato una nuova “danza del labirinto”, tradotta in alcune opere che sinergicamente
illustrano il susseguirsi dei movimenti all’interno dello schema di un labirinto cretese.
Piano seminterrato - Sottosuolo
Qui i lavori presentati hanno come soggetto i sette metalli maggiori (oro, argento, mercurio, rame, ferro,
stagno, piombo) che, in quanto portatori di messaggi mitici, si collegano alle stampe del primo piano con le
raffigurazioni dei pianeti. I sette pianeti e i sette metalli, ai quali gli alchimisti attribuiscono gli stessi simboli
grafici, rappresentano infatti i due poli speculari dell’universo: volta celeste e sottosuolo. Questa correlazione
è espressa dal lavoro alchemico che, attraverso un processo di raffinazione, tenta di purificare i metalli dalle
scorie per riportarli al loro grado più nobile, allo stato superiore dal quale sono decaduti. Anche in questo caso
dunque le opere dell’autore fanno riferimento alle antiche analogie tra cielo e terra, tra alto e basso, metafore
senza tempo del percorso di purificazione della nostra vita interiore.
Fondazione Rivolidue
La Fondazione Rivolidue nasce nel 2013 con lo scopo di promuovere, documentare e sperimentare, nell’ambito delle
realtà culturali, il percorso di artisti e curatori, mettendo a disposizione uno spazio per far conoscere progetti e lavoro di
ricerca e, al contempo, offrendo la possibilità di entrare in relazione con le diverse rappresentanze del mondo dell’arte e
con il pubblico.
Rivolidue si trova a Milano nel cuore di Brera, accanto al Piccolo Teatro Strehler.
Lo spazio è collocato all’interno di un tipico palazzo milanese e si affaccia su di un cortile con una vetrata che lo
caratterizza: 140 mq disposti su quattro livelli, di cui tre dedicati ad ospitare i progetti espositivi.
www.rivolidue.org
10
marzo 2015
Lorenzo La Rocca – Cosmographia
Dal 10 marzo al 10 aprile 2015
arte contemporanea
Location
RIVOLI2 FONDAZIONE PER L’ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Rivoli, 2, (Milano)
Milano, Via Rivoli, 2, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 16.00-19.00; sabato 15.30 -19.30
In tutti gli altri giorni è possibile visitare la Fondazione su appuntamento
Vernissage
10 Marzo 2015, h 18.30
Autore