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Lorenzo Palmieri / Alessia Cocca – Purgatori
Installazione fotografica
Comunicato stampa
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Purgatori
Luoghi di penitenza e purificazione
Il Purgatorio è per eccellenza un luogo di confine, uno spazio sospeso e confuso, a metà strada tra Paradiso e Inferno. Montagna da scalare, valle dimenticata o pozzo oscuro, da sempre la definizione del termine è stata associata alla rappresentazione figurativa di un luogo; ma se questo luogo fosse uno stato dell’essere? Se il purgatorio non fosse nient’altro che quella condizione di lotta interna che ognuno combatte, quell’età storica particolare che ha caratterizzato molte epoche, quella paura che influenza la libera scelta? Per questo parliamo di Purgatori, e non di Purgatorio: luoghi di purificazione o di espiazione, indecisioni che ci avvicinano all’estasi o alla colpa, ambivalenze, osservatori sui desideri e sulle pulsioni, passaggi di tempo. In questo margine convivono, secondo la tradizione, le anime che si sono macchiate nella vita di colpe veniali, e che pur essendo per definizione spiriti, subiscono dolori e pene nella misura dei peccati, sul corpo vero, sulla carne. Questa doppia presenza di anima e corpo, rende ironicamente il Purgatorio rappresentazione realistica della vita terrena, suo specchio od icona lontana da pregare o contemplare. Le immagini di questi purgatori non sono immerse in torrenti gelidi o infuocati, ma in una sofferenza silenziosa; paurosa se costringe l’anima all’immobilità permanente all’interno dell’immagine di se stessi; eccessiva se costringe il corpo ad uno spasmo continuo di tensione, coi nervi tirati e senza appiglio.
Il fuoco, il buio, il vuoto, la solitudine, la sofferenza, assumono quella funzione punitiva e purificatrice, che caratterizza l’espiazione del peccato più grande della nostra società: la paura. Ma la libertà di scelta e orientamento esiste, seppure corrotta, e dà ancora una volta ai vivi la possibilità di indirizzarsi responsabilmente verso i propri inferni o paradisi.
Le due esposizioni non sono altro che due interpretazioni dello stesso limbo, aspetti diversi che le anime scelsero, e che ogni giorno scegliamo; forze che ci sollevano verso il basso o ci spingono verso l’alto, che ci avvicinano al corpo o allo spirito. A volte non è che un percorso obbligato quello che si compie per la comprensione di se stessi; e più spesso è un percorso confuso, un viaggio, un vagare tra immagini differenti eppure molto simili, tra domande che non possono che rimanere riflessioni.
A turno ci troviamo sospesi e troppo lontani come santi, o già corrotti nelle carni come martiri; ma già in bilico, e da tempo.
Anime intrappolate – installazione e foto di Lorenzo Palmieri
Il pavimento sarà costellato da numerose foto poste in cornici di diversa fattura; La disposizione casuale delle opere sulla pavimentazione è da attribuirsi ad una ipotetica caduta dall’alto. Le anime raffigurate resteranno come intrappolate nel terreno. La caduta appena avvenuta si rivela attraverso frammenti di vetro, scomposto e tagliente, come il peccato doloroso che ogni anima deve espiare. Intrappolate nella loro stessa immagine, queste anime conservano la fragilità dell’essere ancora umane, dell’essere ancora carne.
Anime sospese – installazione e foto di Alessia Cocca
Light box ovali retro-illuminati saranno posizionati in maniera simmetrica al centro del cortile, quasi a formare un triangolo, ed ancorati al terreno tramite piedistalli in metallo. La disposizione degli ovali richiama l’andamento ascensionale delle anime verso l’alto, e la ricerca di una purificazione, che non tutte raggiungeranno. Arrese, attendono immobili come vecchi ritratti da salotto, di essere finalmente chiamate.
Luoghi di penitenza e purificazione
Il Purgatorio è per eccellenza un luogo di confine, uno spazio sospeso e confuso, a metà strada tra Paradiso e Inferno. Montagna da scalare, valle dimenticata o pozzo oscuro, da sempre la definizione del termine è stata associata alla rappresentazione figurativa di un luogo; ma se questo luogo fosse uno stato dell’essere? Se il purgatorio non fosse nient’altro che quella condizione di lotta interna che ognuno combatte, quell’età storica particolare che ha caratterizzato molte epoche, quella paura che influenza la libera scelta? Per questo parliamo di Purgatori, e non di Purgatorio: luoghi di purificazione o di espiazione, indecisioni che ci avvicinano all’estasi o alla colpa, ambivalenze, osservatori sui desideri e sulle pulsioni, passaggi di tempo. In questo margine convivono, secondo la tradizione, le anime che si sono macchiate nella vita di colpe veniali, e che pur essendo per definizione spiriti, subiscono dolori e pene nella misura dei peccati, sul corpo vero, sulla carne. Questa doppia presenza di anima e corpo, rende ironicamente il Purgatorio rappresentazione realistica della vita terrena, suo specchio od icona lontana da pregare o contemplare. Le immagini di questi purgatori non sono immerse in torrenti gelidi o infuocati, ma in una sofferenza silenziosa; paurosa se costringe l’anima all’immobilità permanente all’interno dell’immagine di se stessi; eccessiva se costringe il corpo ad uno spasmo continuo di tensione, coi nervi tirati e senza appiglio.
Il fuoco, il buio, il vuoto, la solitudine, la sofferenza, assumono quella funzione punitiva e purificatrice, che caratterizza l’espiazione del peccato più grande della nostra società: la paura. Ma la libertà di scelta e orientamento esiste, seppure corrotta, e dà ancora una volta ai vivi la possibilità di indirizzarsi responsabilmente verso i propri inferni o paradisi.
Le due esposizioni non sono altro che due interpretazioni dello stesso limbo, aspetti diversi che le anime scelsero, e che ogni giorno scegliamo; forze che ci sollevano verso il basso o ci spingono verso l’alto, che ci avvicinano al corpo o allo spirito. A volte non è che un percorso obbligato quello che si compie per la comprensione di se stessi; e più spesso è un percorso confuso, un viaggio, un vagare tra immagini differenti eppure molto simili, tra domande che non possono che rimanere riflessioni.
A turno ci troviamo sospesi e troppo lontani come santi, o già corrotti nelle carni come martiri; ma già in bilico, e da tempo.
Anime intrappolate – installazione e foto di Lorenzo Palmieri
Il pavimento sarà costellato da numerose foto poste in cornici di diversa fattura; La disposizione casuale delle opere sulla pavimentazione è da attribuirsi ad una ipotetica caduta dall’alto. Le anime raffigurate resteranno come intrappolate nel terreno. La caduta appena avvenuta si rivela attraverso frammenti di vetro, scomposto e tagliente, come il peccato doloroso che ogni anima deve espiare. Intrappolate nella loro stessa immagine, queste anime conservano la fragilità dell’essere ancora umane, dell’essere ancora carne.
Anime sospese – installazione e foto di Alessia Cocca
Light box ovali retro-illuminati saranno posizionati in maniera simmetrica al centro del cortile, quasi a formare un triangolo, ed ancorati al terreno tramite piedistalli in metallo. La disposizione degli ovali richiama l’andamento ascensionale delle anime verso l’alto, e la ricerca di una purificazione, che non tutte raggiungeranno. Arrese, attendono immobili come vecchi ritratti da salotto, di essere finalmente chiamate.
25
agosto 2006
Lorenzo Palmieri / Alessia Cocca – Purgatori
Dal 25 al 27 agosto 2006
fotografia
Location
CONSERVATORIO DI MUSICA
Benevento, Piazza Venanzio Vari, (Benevento)
Benevento, Piazza Venanzio Vari, (Benevento)
Vernissage
25 Agosto 2006, ore 21:30
Autore