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Lorenzo Taini – Simmetriche eresie
Taini propone da sempre e con sistematicità un elemento tematico di base che si ritrova in tutta la sua produzione: la ripetizione costante come valore formale che, con logica musicale contrappuntistica, assume la connotazione di un procedimento ritmico, armonico e dinamico
Comunicato stampa
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Simmetriche eresie è il titolo che Riccardo Zelatore ha dato alla mostra albisolese di Lorenzo Taini negli
spazi del Circolo Eleutheros dove, sotto il patrocinio del Comune di Albissola Marina, la ricerca dell’artista
milanese si palesa con garbo, servendosi dei mezzi della pittura e dell’installazione.
Taini propone da sempre e con sistematicità un elemento tematico di base che si ritrova in tutta la sua
produzione: la ripetizione costante come valore formale che, con logica musicale contrappuntistica,
assume la connotazione di un procedimento ritmico, armonico e dinamico. Innanzi al suo lavoro, più volte
ritorna alla mente un passo che Lea Vergine ha riservato a Enrico Castellani “…nulla è infinito se non la
successione delle cose finite…”. Ma, a differenza del maestro segnalato, Taini diffida della formula unica e
il suo repertorio procede per cicli, serie quasi ostinate che tuttavia non si esauriscono ma si sovrappongono
nei tempi e nei modi. Il suo succedersi di minimi interventi operativi rimanda a una concezione simbolica di
pitagorica ascendenza, ma al netto dei contenuti filosofici e appunto simbolici che non ci preme in questa
occasione analizzare, emergono nel suo lavoro i tratti stessi dell’autore: estro ironico, acutezza del
paradosso e irrequietezza di romantica derivazione assumono i caratteri della stilizzazione minimalista (che
mai degenera nello stilismo), della sensibilità perseverante e della lucidità formale. Taini non ostenta, la
sua energia e il suo talento si stemperano senza sudditanze in un linguaggio garbato ed elegante. La sua
ricerca alienante, ossessiva e musicale, fatta di gesti certosini e insistiti, è una peregrinazione pacata e
simmetrica (a zig zag) alla ricerca di un luogo, sempre parafrasando la Vergine, “dove tutto è esatto e tutto
è mentito”. Le sue ripetizioni, i suoi fili che attraversano la tela, i suoi segni che inseguono la luce ci portano
a indugiare, anche senza necessariamente capire, su quanti momenti di vita possono essere trattenuti in
poche tracce dipinte. Taini, con le sue traiettorie allusive, con le sue punizioni ritmiche che alludono alla
scrittura senza esserlo mai, porta con sé il principio del moto e della quiete in un esercizio graduale e
graduato che ci accompagna, attraverso l’uso accorto e pulsante del colore, all’ascolto del nostro interiore.
Nelle sue opere, si tratti delle più recenti pitture cucite o delle sospensioni, geometria e ambiente
circostante si legano di complicità o compartecipazione che superano un apparente antagonismo: per Taini
il contesto ambientale si offre ed è considerato a tutti gli effetti come materiale della scena operativa, parte
integrata e integrante del lavoro plastico. Lo spazio che ospita i suoi interventi non è mai mero contenitore
ma per Lorenzo diventa consapevolmente elemento strutturale dell’opera.
Considerate queste premesse, è facile intuire come la prima visita presso le sale vuote dello spazio
albisolese, abbia rappresentato per Taini una stimolante sorpresa e sfida intellettuale che l’artista milanese
ha saputo prontamente cogliere e risolvere con un progetto espositivo che cattura e sorprende per la forza
della sua semplicità. Le sue installazioni frammentano lo spazio e si impongono nella loro duplice essenza
di oggettualità materiale (reale) e dimensione illusionistica, grazie all’elemento ombra che enfatizza le
traiettorie e proietta il segno geometrico verso una dimensione virtuale. Nelle sue mani anche singoli
oggetti della scena quotidiana (in questo caso semplici matite) sono sottratte all’ovvietà e assurgono i
caratteri dello straordinario nella loro e per la loro evidenza segnica. Non è tanto l’ironia a determinare
un’atmosfera seduttiva, quanto il susseguirsi di simmetria e dinamismo in una sintassi di segni che si fanno
vertigine.
spazi del Circolo Eleutheros dove, sotto il patrocinio del Comune di Albissola Marina, la ricerca dell’artista
milanese si palesa con garbo, servendosi dei mezzi della pittura e dell’installazione.
Taini propone da sempre e con sistematicità un elemento tematico di base che si ritrova in tutta la sua
produzione: la ripetizione costante come valore formale che, con logica musicale contrappuntistica,
assume la connotazione di un procedimento ritmico, armonico e dinamico. Innanzi al suo lavoro, più volte
ritorna alla mente un passo che Lea Vergine ha riservato a Enrico Castellani “…nulla è infinito se non la
successione delle cose finite…”. Ma, a differenza del maestro segnalato, Taini diffida della formula unica e
il suo repertorio procede per cicli, serie quasi ostinate che tuttavia non si esauriscono ma si sovrappongono
nei tempi e nei modi. Il suo succedersi di minimi interventi operativi rimanda a una concezione simbolica di
pitagorica ascendenza, ma al netto dei contenuti filosofici e appunto simbolici che non ci preme in questa
occasione analizzare, emergono nel suo lavoro i tratti stessi dell’autore: estro ironico, acutezza del
paradosso e irrequietezza di romantica derivazione assumono i caratteri della stilizzazione minimalista (che
mai degenera nello stilismo), della sensibilità perseverante e della lucidità formale. Taini non ostenta, la
sua energia e il suo talento si stemperano senza sudditanze in un linguaggio garbato ed elegante. La sua
ricerca alienante, ossessiva e musicale, fatta di gesti certosini e insistiti, è una peregrinazione pacata e
simmetrica (a zig zag) alla ricerca di un luogo, sempre parafrasando la Vergine, “dove tutto è esatto e tutto
è mentito”. Le sue ripetizioni, i suoi fili che attraversano la tela, i suoi segni che inseguono la luce ci portano
a indugiare, anche senza necessariamente capire, su quanti momenti di vita possono essere trattenuti in
poche tracce dipinte. Taini, con le sue traiettorie allusive, con le sue punizioni ritmiche che alludono alla
scrittura senza esserlo mai, porta con sé il principio del moto e della quiete in un esercizio graduale e
graduato che ci accompagna, attraverso l’uso accorto e pulsante del colore, all’ascolto del nostro interiore.
Nelle sue opere, si tratti delle più recenti pitture cucite o delle sospensioni, geometria e ambiente
circostante si legano di complicità o compartecipazione che superano un apparente antagonismo: per Taini
il contesto ambientale si offre ed è considerato a tutti gli effetti come materiale della scena operativa, parte
integrata e integrante del lavoro plastico. Lo spazio che ospita i suoi interventi non è mai mero contenitore
ma per Lorenzo diventa consapevolmente elemento strutturale dell’opera.
Considerate queste premesse, è facile intuire come la prima visita presso le sale vuote dello spazio
albisolese, abbia rappresentato per Taini una stimolante sorpresa e sfida intellettuale che l’artista milanese
ha saputo prontamente cogliere e risolvere con un progetto espositivo che cattura e sorprende per la forza
della sua semplicità. Le sue installazioni frammentano lo spazio e si impongono nella loro duplice essenza
di oggettualità materiale (reale) e dimensione illusionistica, grazie all’elemento ombra che enfatizza le
traiettorie e proietta il segno geometrico verso una dimensione virtuale. Nelle sue mani anche singoli
oggetti della scena quotidiana (in questo caso semplici matite) sono sottratte all’ovvietà e assurgono i
caratteri dello straordinario nella loro e per la loro evidenza segnica. Non è tanto l’ironia a determinare
un’atmosfera seduttiva, quanto il susseguirsi di simmetria e dinamismo in una sintassi di segni che si fanno
vertigine.
06
maggio 2017
Lorenzo Taini – Simmetriche eresie
Dal 06 al 28 maggio 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE ELEUTHEROS
Albissola Marina, Via Cristoforo Colombo, 23, (Savona)
Albissola Marina, Via Cristoforo Colombo, 23, (Savona)
Orario di apertura
martedì-domenica 17:00-19:30; lunedì chiuso
Vernissage
6 Maggio 2017, ore 18
Autore
Curatore