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Loris Cecchini / Michelangelo Consani – Brain Storming
Nuovo spazio no-profit di ricerca per le arti visive, da un’idea dell’artista Michelangelo Consani.
Comunicato stampa
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In giapponese, tra i vari significati di ie, troviamo quello di edificio, ed è proprio in un palazzo storico nel centro di San Gimignano che apre ieedificio57 un nuovo spazio no-profit di ricerca per le arti visive, che ospiterà eventi di livello nazionale e internazionale.
Ricavato da una casa di famiglia di antica costruzione, ieedificio57 sviluppa i suoi spazi espositivi su due livelli più una project room sotto il livello del suolo denominata “Zattera”.
L’idea di questa nuova piattaforma culturale nasce dall’artista Michelangelo Consani che intende mettere in relazione il proprio lavoro con personalità diverse. Un dialogo a due con artisti che per “motivi sentimentali” sente vicini; una sorta d’incontro con l’artista ospite per comprendere meglio la sensibilità e la progettualità dell’altro.
Il primo artista chiamato per questo dialogo a due è Loris Cecchini.
La mostra che Loris Cecchini concepisce per ieedificio57 si compone di una serie di lavori inediti, appositamente creati per questa occasione espositiva e per lo spazio che li ospita. Al centro dell’opera di Cecchini c’è una nuova lettura della spazialità: lo spazio fisico viene interpretato come qualcosa di biologico, organico, vitale, ma allo stesso tempo come qualcosa di razionalmente strutturato, meccanicamente prodotto, perfettamente artificiale e tuttavia dotato di una funzionalità di matrice organico-strutturale.
Tropism (Thin thing) è un’istallazione modulare composta da centinaia di elementi in acciaio lucido che si muovono nello spazio come un diagramma rampicante. La forma si presenta in grandi gruppi distribuiti nello spazio in modo spontaneo: a terra, a parete, a soffitto. Il modulo quadripolare è un agente vettoriale che rende immediatamente visibile una dinamica di crescita dove punti e linee riportano ad un’idea di natura che si fa struttura matematica, derivazione scientifica. La parola tropismo deriva dal greco τρέπομαι (trépomai) e vuol dire “mi volgo”; si riferisce ad un movimento degli organi (radici,
steli, foglie, fiori, ecc.) di una pianta in risposta ad uno stimolo esterno dovuto ad un'agente chimico o fisico.
Zigzags particles è una nuova serie di sculture in fusione di alluminio: uccelli posati su piccole strutture, pervasi da una idea di materia in trasformazione. La forma granulare
/ particellare di cui sono costituite, si attua in una continua deformazione in cui orientamento e densità giocano con il farsi stesso del soggetto in un processo di aggregazione e disgregazione. Una morfologia transitoria che evita il confinamento e che trova analogie nei processi chimico-fisici di aggregazione molecolare. Cecchini gioca analogie matericamente presenti con la genesi dei modelli virtuali e la loro composizione tramite nuvole di punti che definiscono le qualità e le caratteristiche del soggetto osservato a scansione. La materia che costituisce le sculture diviene veicolo visuale di un’immagine in transizione quasi cinetica, come se l’oggetto di riferimento si trasformasse in qualcos’altro, passando da uno stato all’altro della materia in una metamorfosi liquida ad alta viscosità.
Da sempre incline alla ricerca e alla sperimentazione, Cecchini pone un’attenzione speciale ai materiali innovativi, in particolare plastici e metallici, e ai processi di crescita, accumulo, cristallizzazione a questi afferenti. Per questa mostra si avvicina, per la prima volta, alla grafite che rielabora sperimentalmente con carta lana e tela di lino. Risultato di questa ricerca sono un’opera a parete e un’installazione site specific per lo spazio “Zattera”. La superficie monocroma e vibrante di Aeolian Landforms (black drawing) ci riporta ai fenomeni di erosione dell’aria e dell’acqua: vibrazioni eccentriche si propagano sulla sua superficie come le dune di sabbia si dispongono nel paesaggio naturale, saturando lo sguardo in un nero che pervade totalmente lo spazio dell’opera. Il movimento ipnotico della superficie, metafora di interiorità ma anche “paesaggio colore” come campo emotivo, la qualità “minerale” della superficie lucida in grafite su centinaia di frammenti in carta ricomposti a ricreare un insieme particellare, un certo riferimento all’uso della grafite nel disegno giocano in una certa relazione con l’idea di sublime. 3 - KNO3C, l’opera, installata nelle profondità della vecchia cantina di pietre e mattoni dell’edificio, è un bassorilievo tridimensionale che rielabora l’immagine di cristalli di nitrato di potassio (KNO3) visti al microscopio, creando un continuum spazio-fisico-temporale con lo spazio che la accoglie. Il disegno a grafite (Carbonio) si erge in rilievo dal pavimento, analogamente a quanto avviene sulle pareti della stanza in cui il salnitro sui muri, nel corso del tempo, si è formato a causa dell’umidità.
Michelangelo Consani, prendendo a faro le teorie del teologo austriaco Ivan Illich, continua la sua riflessione iniziata dagli anni Novanta, sul rapporto tra produzione e decrescita, tra sistema politico dominante e personalità marginali. Per questo progetto inedito, presenta una serie di opere che hanno tutte come titolo, Il seme dell’uomo, chiaro riferimento al film di Marco Ferreri del 1969 che riflette sull’incombente fine del mondo. L’artista, utilizzando due corridoi e tre sale del piano nobile dell’edificio, mette in scena un progetto che si manifesta come un piccolo museo dell’umanità e come un viaggio nella cultura, nella storia e nel linguaggio del design.
Il percorso espositivo si apre con “una costellazione”: un gruppo di disegni a grafite che raffigurano dei primati; Consani ne cattura gli sguardi, le espressioni, i gesti forse per ricordarci che il genere umano condivide con le scimmie parte del suo processo evolutivo, o piuttosto, per farci ripercorre, a ritroso, il messaggio che il regista Stanley Kubrick comunicava nella sua epica pellicola cinematografica 2001 Odissea nello spazio.
Nella prima sala, Consani presenta due sedute fondamentali nella storia del design che, come in un gioco duchampiano, diventano base per le sue sculture: due teste, una realizza in bronzo, l’altra in marmo nero del Belgio. La prima seduta è la Hill Hause 1. Disegnata da Charles Rennie Mackintosh e realizzata nel 1902, è considerata ancora oggi un autentico trattato di articolazione spaziale. L’architetto scozzese guarda verso le arti giapponesi e crea rapporti tra pieno e vuoto, presenti frequentemente anche nel lavoro di Consani. La seconda seduta è la Red & Blue disegnata Gerrit Thomas Rietveld nel 1918. La Red & Blue non è solo una poltrona ma rappresenta uno dei maggiori capolavori del movimento olandese De Stijl di cui Rietveld faceva parte.
Nella sala successiva incontriamo altre sedute, Masters e Mezzadro che nella pratica di Consani si fanno nuovamente “piedistallo” per due sculture. Masters disegnata da Philippe Starck & Eugeni Quitllet, rappresenta un tributo a tre delle sedie più iconiche di sempre: la Serie 7 di Arne Jacobsen, la Tulip Armchair di Eero Saarinen e la Eiffel Chair di Charles Eames. I profili degli schienali di queste tre sedie sono sovrapposti e intrecciati per creare un ibrido con l’intenzione che, anche Masters, diventi un emblema nel campo del design. Sopra questa sedia insiste una testa in cemento, di dimensioni considerevoli.
Quando nel 1970 Achille e Pier Giacomo Castiglioni disegnano Mezzadro pensano ad oggetto che potesse essere realizzato con componenti già reperibili nel mercato dell’industria agricola. Di fatto, Mezzadro è costituito da tre elementi: un seggiolino in ferro, una balestra e una traversa, tutti derivanti dai componenti di un trattore. Anche in questo caso la seduta funge per l’artista da base per una scultura: un volto di donna in intima corrispondenza con l’opera antistante.
Conclude il percorso espositivo una cassa di legno per il trasporto delle merci sulla quale è collocato il busto in terracotta dell’agronomo giapponese Masanobu Fukuoka. La stanza è illuminata da una video proiezione: una cicala che disperde energia. Un atto d’amore semplice e spontaneo quello della cicala che, a differenza di quanto accade nel genere umano, non è condizionato dall’assillo della produzione.
A due anni dalla sua realizzazione, ieedificio57, inizia la sua attività grazie alla preziosa collaborazione della Galleria MEVannucci. Michelangelo Consani desidera, inoltre, ringraziare Galleria Continua e Loris Cecchini.
Loris Cecchini (Milano 1969).
Loris Cecchini è tra gli artisti italiani che maggiormente si sono affermati a livello internazionale negli ultimi dieci anni, con mostre personali in prestigiosi musei tra cui Palais de Tokyo (Parigi), Musée d’Art Moderne (Saint Etienne), Métropole, MoMA e PS1 (New York), Shanghai Duolun MoMA (Shanghai), Centro Galego de Arte Contemporanea (Santiago di Compostela), Kunstverein di Heidelberg, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato), Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano). Loris Cecchini ha partecipato a numerose esposizioni internazionali tra cui la 56°, la 51° e la 49° Biennale di Venezia, la 6° e la 9° Biennale di Shanghai, la 15° e 13° Quadriennale di Roma, la 1° Biennale di Taiwan a Taipei, la 1° Biennale di Valencia in Spagna, la 12° Biennale Internazionale di Scultura di Carrara.
Michelangelo Consani (Livorno 1971).
Dal 1999 Michelangelo Consani ha esposto in numerose istituzioni private e pubbliche in Italia e all'estero, tra le principali ricordiamo: ArtKliazma (Mosca); MACRO (Roma); MAC VAL (Parigi); Schunck (Heerlen); Cittadellarte Fondazione Pistoletto (Biella); Kunstraum München (Monaco di Baviera), Casino Luxembourg - Forum d'Art Contemporain (Lussemburgo); Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato); Darb 1718 Contemporary Art & Culture (Cairo); Frigoriferi Milanesi (Milano); Donowahi Foundation (Costa d’Avorio); Watou Kunstenfestival (Watou); PAV Parco Arte Vivente (Torino); Istituto italiano di cultura (Tokyo); Kyoto Palazzo Imperiale (Kyoto). Ha partecipato inoltre alla 11° Biennale d’Architettura (Venezia); alla 1° Triennale di Aichi (Nagoya); alla 15° Biennale di Dakar (Dakar); alla 2° Biennale di Valencia (Valencia); alla 16° Quadriennale di Roma (Roma); alla 14° Biennale Internazionale di Scultura (Carrara).
Ricavato da una casa di famiglia di antica costruzione, ieedificio57 sviluppa i suoi spazi espositivi su due livelli più una project room sotto il livello del suolo denominata “Zattera”.
L’idea di questa nuova piattaforma culturale nasce dall’artista Michelangelo Consani che intende mettere in relazione il proprio lavoro con personalità diverse. Un dialogo a due con artisti che per “motivi sentimentali” sente vicini; una sorta d’incontro con l’artista ospite per comprendere meglio la sensibilità e la progettualità dell’altro.
Il primo artista chiamato per questo dialogo a due è Loris Cecchini.
La mostra che Loris Cecchini concepisce per ieedificio57 si compone di una serie di lavori inediti, appositamente creati per questa occasione espositiva e per lo spazio che li ospita. Al centro dell’opera di Cecchini c’è una nuova lettura della spazialità: lo spazio fisico viene interpretato come qualcosa di biologico, organico, vitale, ma allo stesso tempo come qualcosa di razionalmente strutturato, meccanicamente prodotto, perfettamente artificiale e tuttavia dotato di una funzionalità di matrice organico-strutturale.
Tropism (Thin thing) è un’istallazione modulare composta da centinaia di elementi in acciaio lucido che si muovono nello spazio come un diagramma rampicante. La forma si presenta in grandi gruppi distribuiti nello spazio in modo spontaneo: a terra, a parete, a soffitto. Il modulo quadripolare è un agente vettoriale che rende immediatamente visibile una dinamica di crescita dove punti e linee riportano ad un’idea di natura che si fa struttura matematica, derivazione scientifica. La parola tropismo deriva dal greco τρέπομαι (trépomai) e vuol dire “mi volgo”; si riferisce ad un movimento degli organi (radici,
steli, foglie, fiori, ecc.) di una pianta in risposta ad uno stimolo esterno dovuto ad un'agente chimico o fisico.
Zigzags particles è una nuova serie di sculture in fusione di alluminio: uccelli posati su piccole strutture, pervasi da una idea di materia in trasformazione. La forma granulare
/ particellare di cui sono costituite, si attua in una continua deformazione in cui orientamento e densità giocano con il farsi stesso del soggetto in un processo di aggregazione e disgregazione. Una morfologia transitoria che evita il confinamento e che trova analogie nei processi chimico-fisici di aggregazione molecolare. Cecchini gioca analogie matericamente presenti con la genesi dei modelli virtuali e la loro composizione tramite nuvole di punti che definiscono le qualità e le caratteristiche del soggetto osservato a scansione. La materia che costituisce le sculture diviene veicolo visuale di un’immagine in transizione quasi cinetica, come se l’oggetto di riferimento si trasformasse in qualcos’altro, passando da uno stato all’altro della materia in una metamorfosi liquida ad alta viscosità.
Da sempre incline alla ricerca e alla sperimentazione, Cecchini pone un’attenzione speciale ai materiali innovativi, in particolare plastici e metallici, e ai processi di crescita, accumulo, cristallizzazione a questi afferenti. Per questa mostra si avvicina, per la prima volta, alla grafite che rielabora sperimentalmente con carta lana e tela di lino. Risultato di questa ricerca sono un’opera a parete e un’installazione site specific per lo spazio “Zattera”. La superficie monocroma e vibrante di Aeolian Landforms (black drawing) ci riporta ai fenomeni di erosione dell’aria e dell’acqua: vibrazioni eccentriche si propagano sulla sua superficie come le dune di sabbia si dispongono nel paesaggio naturale, saturando lo sguardo in un nero che pervade totalmente lo spazio dell’opera. Il movimento ipnotico della superficie, metafora di interiorità ma anche “paesaggio colore” come campo emotivo, la qualità “minerale” della superficie lucida in grafite su centinaia di frammenti in carta ricomposti a ricreare un insieme particellare, un certo riferimento all’uso della grafite nel disegno giocano in una certa relazione con l’idea di sublime. 3 - KNO3C, l’opera, installata nelle profondità della vecchia cantina di pietre e mattoni dell’edificio, è un bassorilievo tridimensionale che rielabora l’immagine di cristalli di nitrato di potassio (KNO3) visti al microscopio, creando un continuum spazio-fisico-temporale con lo spazio che la accoglie. Il disegno a grafite (Carbonio) si erge in rilievo dal pavimento, analogamente a quanto avviene sulle pareti della stanza in cui il salnitro sui muri, nel corso del tempo, si è formato a causa dell’umidità.
Michelangelo Consani, prendendo a faro le teorie del teologo austriaco Ivan Illich, continua la sua riflessione iniziata dagli anni Novanta, sul rapporto tra produzione e decrescita, tra sistema politico dominante e personalità marginali. Per questo progetto inedito, presenta una serie di opere che hanno tutte come titolo, Il seme dell’uomo, chiaro riferimento al film di Marco Ferreri del 1969 che riflette sull’incombente fine del mondo. L’artista, utilizzando due corridoi e tre sale del piano nobile dell’edificio, mette in scena un progetto che si manifesta come un piccolo museo dell’umanità e come un viaggio nella cultura, nella storia e nel linguaggio del design.
Il percorso espositivo si apre con “una costellazione”: un gruppo di disegni a grafite che raffigurano dei primati; Consani ne cattura gli sguardi, le espressioni, i gesti forse per ricordarci che il genere umano condivide con le scimmie parte del suo processo evolutivo, o piuttosto, per farci ripercorre, a ritroso, il messaggio che il regista Stanley Kubrick comunicava nella sua epica pellicola cinematografica 2001 Odissea nello spazio.
Nella prima sala, Consani presenta due sedute fondamentali nella storia del design che, come in un gioco duchampiano, diventano base per le sue sculture: due teste, una realizza in bronzo, l’altra in marmo nero del Belgio. La prima seduta è la Hill Hause 1. Disegnata da Charles Rennie Mackintosh e realizzata nel 1902, è considerata ancora oggi un autentico trattato di articolazione spaziale. L’architetto scozzese guarda verso le arti giapponesi e crea rapporti tra pieno e vuoto, presenti frequentemente anche nel lavoro di Consani. La seconda seduta è la Red & Blue disegnata Gerrit Thomas Rietveld nel 1918. La Red & Blue non è solo una poltrona ma rappresenta uno dei maggiori capolavori del movimento olandese De Stijl di cui Rietveld faceva parte.
Nella sala successiva incontriamo altre sedute, Masters e Mezzadro che nella pratica di Consani si fanno nuovamente “piedistallo” per due sculture. Masters disegnata da Philippe Starck & Eugeni Quitllet, rappresenta un tributo a tre delle sedie più iconiche di sempre: la Serie 7 di Arne Jacobsen, la Tulip Armchair di Eero Saarinen e la Eiffel Chair di Charles Eames. I profili degli schienali di queste tre sedie sono sovrapposti e intrecciati per creare un ibrido con l’intenzione che, anche Masters, diventi un emblema nel campo del design. Sopra questa sedia insiste una testa in cemento, di dimensioni considerevoli.
Quando nel 1970 Achille e Pier Giacomo Castiglioni disegnano Mezzadro pensano ad oggetto che potesse essere realizzato con componenti già reperibili nel mercato dell’industria agricola. Di fatto, Mezzadro è costituito da tre elementi: un seggiolino in ferro, una balestra e una traversa, tutti derivanti dai componenti di un trattore. Anche in questo caso la seduta funge per l’artista da base per una scultura: un volto di donna in intima corrispondenza con l’opera antistante.
Conclude il percorso espositivo una cassa di legno per il trasporto delle merci sulla quale è collocato il busto in terracotta dell’agronomo giapponese Masanobu Fukuoka. La stanza è illuminata da una video proiezione: una cicala che disperde energia. Un atto d’amore semplice e spontaneo quello della cicala che, a differenza di quanto accade nel genere umano, non è condizionato dall’assillo della produzione.
A due anni dalla sua realizzazione, ieedificio57, inizia la sua attività grazie alla preziosa collaborazione della Galleria MEVannucci. Michelangelo Consani desidera, inoltre, ringraziare Galleria Continua e Loris Cecchini.
Loris Cecchini (Milano 1969).
Loris Cecchini è tra gli artisti italiani che maggiormente si sono affermati a livello internazionale negli ultimi dieci anni, con mostre personali in prestigiosi musei tra cui Palais de Tokyo (Parigi), Musée d’Art Moderne (Saint Etienne), Métropole, MoMA e PS1 (New York), Shanghai Duolun MoMA (Shanghai), Centro Galego de Arte Contemporanea (Santiago di Compostela), Kunstverein di Heidelberg, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato), Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano). Loris Cecchini ha partecipato a numerose esposizioni internazionali tra cui la 56°, la 51° e la 49° Biennale di Venezia, la 6° e la 9° Biennale di Shanghai, la 15° e 13° Quadriennale di Roma, la 1° Biennale di Taiwan a Taipei, la 1° Biennale di Valencia in Spagna, la 12° Biennale Internazionale di Scultura di Carrara.
Michelangelo Consani (Livorno 1971).
Dal 1999 Michelangelo Consani ha esposto in numerose istituzioni private e pubbliche in Italia e all'estero, tra le principali ricordiamo: ArtKliazma (Mosca); MACRO (Roma); MAC VAL (Parigi); Schunck (Heerlen); Cittadellarte Fondazione Pistoletto (Biella); Kunstraum München (Monaco di Baviera), Casino Luxembourg - Forum d'Art Contemporain (Lussemburgo); Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato); Darb 1718 Contemporary Art & Culture (Cairo); Frigoriferi Milanesi (Milano); Donowahi Foundation (Costa d’Avorio); Watou Kunstenfestival (Watou); PAV Parco Arte Vivente (Torino); Istituto italiano di cultura (Tokyo); Kyoto Palazzo Imperiale (Kyoto). Ha partecipato inoltre alla 11° Biennale d’Architettura (Venezia); alla 1° Triennale di Aichi (Nagoya); alla 15° Biennale di Dakar (Dakar); alla 2° Biennale di Valencia (Valencia); alla 16° Quadriennale di Roma (Roma); alla 14° Biennale Internazionale di Scultura (Carrara).
14
settembre 2024
Loris Cecchini / Michelangelo Consani – Brain Storming
Dal 14 settembre 2024 al 10 febbraio 2025
arte contemporanea
Location
ieedificio57
San Gimignano, Via di Berignano, 57, (SI)
San Gimignano, Via di Berignano, 57, (SI)
Orario di apertura
su appuntamento
Vernissage
14 Settembre 2024, 16-20
Sito web
Ufficio stampa
SILVIA PICHINI
Autore