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L’ORO DEGLI UOMINI ROSSI. Segni visionari dall’Amazzonia. Roberto Tibaldi
L’oro la parte più preziosa della civiltà amazzonica, l’oro degli indigeni che Roberto Tibaldi artista brasiliano filtra nel suo lavoro esposto come intento di salvaguardia e rielaborazione di quell’universo simbolico, traducendosi in una vivida danza di forme innovative e colori.
Comunicato stampa
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L’oro, la materia più preziosa, il fulcro, l’essenza, la parte da conservare e da salvare rielaborandola.
“L’oro degli uomini rossi”, lungi dall’identificarsi con il materiale prezioso nel comune sentire, è l’espressione, rielaborata, di un universo ancestrale che permea la visione cosmogonica della vita di coloro che vengono denominati “uomini rossi” e cioè gli indigeni del Brasile, così chiamati per l’uso rituale di un colorante naturale, l’annatto o urucum, di colore rosso, che cospargono sul corpo. E’ proprio con questo titolo, “L’oro degli uomini rossi. Segni visionari dall’Amazzonia” che Roberto Tibaldi, artista brasiliano, intende filtrare il suo lavoro, esposto come intento di salvaguardia e rielaborazione di quell’universo simbolico.
Nato e cresciuto in Brasile, Roberto Tibaldi fonda gran parte della sua ricerca sull’arte amazzonica, la parte più intima, l’essenza del suo paese di origine, formatasi nei luoghi più interni, più radicata e meno influenzata dalla cultura europea, a differenza di quella litoranea. I suoi lavori rimandano proprio a quel Brasile intimista, il Brasile vero, lontano dal turismo e dalle masse.
L’osservazione attenta dell’artigianato indigeno influenza il suo immaginario come artista.
Al ritorno in Europa questo universo di segni e colori riaffiora nella sua coscienza e nella sua pratica artistica traducendosi in una vivida danza di forme innovative e colori. Per ricomporre quell’universo di segni e colori registrato nella sua mente, l’artista viaggia introspettivamente in se stesso rielaborando quei segni nel suo subconscio. Ne scaturisce un arte non ragionata nè studiata, ma realizzata tramite il trasporto nella sua parte più inconscia, la parte più intima dell’individuo, una parte di cui lascia libera interpretazione allo spettatore dell’opera.
La visione diventa un esperienza condita da un senso di sacralità e spiritualità, che lo stesso autore si limita solo a suggerire.
L’artista, ispirato dall’insegnamento di Claude Lèvi Strauss, sostiene che, quando conosciamo una persona, le nostre anime, i nostri spiriti abbiano già avuto un contatto e tutto ciò si enfatizza nell’opera d’arte come rapporto spettatore-artista.
L’attenzione nella sua opera è rivolta alla forma solo apparentemente primitiva, forme che si stagliano su tessuti o vengono dipinte o realizzate attraverso cascate di fili colorati.
Le opere si contraddistinguono per un uso dissacrante del colore che produce rinnovati accordi cromatici densi e conditi da un aspetto sacrale.
La scelta del tessuto ha anche qui valore ancestrale riferibile all’uso diffuso nelle comunità indigene del Brasile, una scelta comunque interpretata e riletta, lungi dall’essere estetica e folcloristica, piuttosto si pone come espressione culturale delle originarie comunità.
Il lavoro di Tibaldi appare un’interpretazione ricercata che punta alla costruzione di un nuovo universo simbolico usando strutture e tensioni primitive raccolte e reinterpretate dal suo inconscio. Gli indigeni, la foresta, la pelle del giaguaro sono solo alcuni dei suoi riferimenti ancestrali colti e rielaborati nelle sue opere con un significato di tipo spirituale rinnovato.
“L’oro degli uomini rossi”, lungi dall’identificarsi con il materiale prezioso nel comune sentire, è l’espressione, rielaborata, di un universo ancestrale che permea la visione cosmogonica della vita di coloro che vengono denominati “uomini rossi” e cioè gli indigeni del Brasile, così chiamati per l’uso rituale di un colorante naturale, l’annatto o urucum, di colore rosso, che cospargono sul corpo. E’ proprio con questo titolo, “L’oro degli uomini rossi. Segni visionari dall’Amazzonia” che Roberto Tibaldi, artista brasiliano, intende filtrare il suo lavoro, esposto come intento di salvaguardia e rielaborazione di quell’universo simbolico.
Nato e cresciuto in Brasile, Roberto Tibaldi fonda gran parte della sua ricerca sull’arte amazzonica, la parte più intima, l’essenza del suo paese di origine, formatasi nei luoghi più interni, più radicata e meno influenzata dalla cultura europea, a differenza di quella litoranea. I suoi lavori rimandano proprio a quel Brasile intimista, il Brasile vero, lontano dal turismo e dalle masse.
L’osservazione attenta dell’artigianato indigeno influenza il suo immaginario come artista.
Al ritorno in Europa questo universo di segni e colori riaffiora nella sua coscienza e nella sua pratica artistica traducendosi in una vivida danza di forme innovative e colori. Per ricomporre quell’universo di segni e colori registrato nella sua mente, l’artista viaggia introspettivamente in se stesso rielaborando quei segni nel suo subconscio. Ne scaturisce un arte non ragionata nè studiata, ma realizzata tramite il trasporto nella sua parte più inconscia, la parte più intima dell’individuo, una parte di cui lascia libera interpretazione allo spettatore dell’opera.
La visione diventa un esperienza condita da un senso di sacralità e spiritualità, che lo stesso autore si limita solo a suggerire.
L’artista, ispirato dall’insegnamento di Claude Lèvi Strauss, sostiene che, quando conosciamo una persona, le nostre anime, i nostri spiriti abbiano già avuto un contatto e tutto ciò si enfatizza nell’opera d’arte come rapporto spettatore-artista.
L’attenzione nella sua opera è rivolta alla forma solo apparentemente primitiva, forme che si stagliano su tessuti o vengono dipinte o realizzate attraverso cascate di fili colorati.
Le opere si contraddistinguono per un uso dissacrante del colore che produce rinnovati accordi cromatici densi e conditi da un aspetto sacrale.
La scelta del tessuto ha anche qui valore ancestrale riferibile all’uso diffuso nelle comunità indigene del Brasile, una scelta comunque interpretata e riletta, lungi dall’essere estetica e folcloristica, piuttosto si pone come espressione culturale delle originarie comunità.
Il lavoro di Tibaldi appare un’interpretazione ricercata che punta alla costruzione di un nuovo universo simbolico usando strutture e tensioni primitive raccolte e reinterpretate dal suo inconscio. Gli indigeni, la foresta, la pelle del giaguaro sono solo alcuni dei suoi riferimenti ancestrali colti e rielaborati nelle sue opere con un significato di tipo spirituale rinnovato.
06
maggio 2022
L’ORO DEGLI UOMINI ROSSI. Segni visionari dall’Amazzonia. Roberto Tibaldi
Dal 06 maggio al 09 luglio 2022
arte contemporanea
Location
TIBALDI ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Panfilo Castaldi, 18, (Roma)
Roma, Via Panfilo Castaldi, 18, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 16.30 alle 20.00
Vernissage
6 Maggio 2022, ore 19.00
Ufficio stampa
Alessia Zurlo
Autore
Curatore
Autore testo critico