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Louise Nevelson
L’esposizione, realizzata con il patrocinio dell’Ambasciata Americana e in collaborazione con la Nevelson Foundation di Philadelphia e la Fondazione Marconi di Milano, annovera oltre 70 opere della scultrice americana di origine russa Louise Berliawsky Nevelson (Pereyaslav-Kiev, 1899; New York, 1988).
Comunicato stampa
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Sarà aperta al pubblico dal 16 aprile al 21 luglio 2013 presso il Museo Fondazione Roma, nella sede di Palazzo Sciarra, la mostra Louise Nevelson, promossa dalla Fondazione Roma e organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei con Arthemisia Group. L’esposizione, realizzata con il patrocinio dell’Ambasciata Americana e in collaborazione con la Nevelson Foundation di Philadelphia e la Fondazione Marconi di Milano, annovera oltre 70 opere della scultrice americana di origine russa Louise Berliawsky Nevelson (Pereyaslav-Kiev, 1899; New York, 1988).
La retrospettiva, a cura di Bruno Corà, narra il contributo che l’artista ha dato allo sviluppo della nozione plastica: nella scultura del secolo scorso la sua opera occupa un posto di particolare rilievo, collocandosi tra quelle esperienze che, dopo le avanguardie storiche del Futurismo e del Dada, hanno fatto uso assiduo del recupero dell’oggetto e del frammento con intenti compositivi. La pratica dell’impiego di materiali e oggetti nell’opera d’arte, portata a qualità linguistica significante da Picasso, Duchamp, Schwitters e altri scultori, nonché l’assemblage - spesso presente anche nell’elaborazione della scultura africana - esercitano una sensibile influenza sin dagli esordi dell’attività della giovane artista, che emigra con la famiglia negli U.S.A nel 1905, stabilendosi a Rockland nel Maine. La Nevelson, insieme a Louise Bourgeois, ha segnato in maniera imprescindibile l’arte americana del XX Secolo.
La mostra racconta, attraverso un percorso emblematico, l’attività della Nevelson, che prende avvio dagli anni Trenta, con disegni e terrecotte, consolidandosi poi attraverso le successive sculture: gli assemblage in legno dipinto degli anni ’50, alcuni capolavori degli anni ’60 e ’70 e significative opere della maturità degli anni ’80, provenienti da importanti collezioni nazionali e internazionali di istituzioni quali la Fondazione Marconi e la Louise Nevelson Foundation, il Louisiana Museum of Modern Art di Humlebaekin in Danimarca, il Centre national des arts plastiques in Francia e la Pace Gallery di New York.
Il percorso è arricchito da foto originali e riproduzioni di importanti fotografi, come Pedro E. Guerrero e Robert Mapplethorpe, che ritraggono l’artista nel suo studio.
Nel 1986 la collettiva Qu’est-ce que la Sculpture Moderne?, presso il Centre Georges Pompidou a Parigi, consacra Louise Nevelson tra i più grandi scultori della sua epoca. L’artista seguita a lavorare sino alla sua scomparsa, sopravvenuta a New York il 17 aprile del 1988, mentre le sue opere vengono acquisite da noti musei e collezionisti privati negli Stati Uniti e nel mondo.
Con la mostra dedicata a Louise Nevelson il Museo Fondazione Roma conferma il proprio impegno per la diffusione della cultura internazionale e, in particolare, della conoscenza della personalità e del tratto figurativo di esponenti femminili che hanno apportato un contributo significativo all’arte contemporanea. Un percorso, questo, iniziato con le esposizioni dedicate a Niki de Saint Phalle (2009) e Georgia O’Keeffe (2011).
Il catalogo, edito da Skira, accanto alle immagini delle opere, include il saggio critico del curatore Bruno Corà e alcuni testi storico-critici di Thierry Dufrêne, Thomas Deecke, Aldo Iori e una conversazione con Giorgio Marconi, Presidente della Fondazione Marconi, che ha diffuso in Italia l'opera della Nevelson.
La retrospettiva, a cura di Bruno Corà, narra il contributo che l’artista ha dato allo sviluppo della nozione plastica: nella scultura del secolo scorso la sua opera occupa un posto di particolare rilievo, collocandosi tra quelle esperienze che, dopo le avanguardie storiche del Futurismo e del Dada, hanno fatto uso assiduo del recupero dell’oggetto e del frammento con intenti compositivi. La pratica dell’impiego di materiali e oggetti nell’opera d’arte, portata a qualità linguistica significante da Picasso, Duchamp, Schwitters e altri scultori, nonché l’assemblage - spesso presente anche nell’elaborazione della scultura africana - esercitano una sensibile influenza sin dagli esordi dell’attività della giovane artista, che emigra con la famiglia negli U.S.A nel 1905, stabilendosi a Rockland nel Maine. La Nevelson, insieme a Louise Bourgeois, ha segnato in maniera imprescindibile l’arte americana del XX Secolo.
La mostra racconta, attraverso un percorso emblematico, l’attività della Nevelson, che prende avvio dagli anni Trenta, con disegni e terrecotte, consolidandosi poi attraverso le successive sculture: gli assemblage in legno dipinto degli anni ’50, alcuni capolavori degli anni ’60 e ’70 e significative opere della maturità degli anni ’80, provenienti da importanti collezioni nazionali e internazionali di istituzioni quali la Fondazione Marconi e la Louise Nevelson Foundation, il Louisiana Museum of Modern Art di Humlebaekin in Danimarca, il Centre national des arts plastiques in Francia e la Pace Gallery di New York.
Il percorso è arricchito da foto originali e riproduzioni di importanti fotografi, come Pedro E. Guerrero e Robert Mapplethorpe, che ritraggono l’artista nel suo studio.
Nel 1986 la collettiva Qu’est-ce que la Sculpture Moderne?, presso il Centre Georges Pompidou a Parigi, consacra Louise Nevelson tra i più grandi scultori della sua epoca. L’artista seguita a lavorare sino alla sua scomparsa, sopravvenuta a New York il 17 aprile del 1988, mentre le sue opere vengono acquisite da noti musei e collezionisti privati negli Stati Uniti e nel mondo.
Con la mostra dedicata a Louise Nevelson il Museo Fondazione Roma conferma il proprio impegno per la diffusione della cultura internazionale e, in particolare, della conoscenza della personalità e del tratto figurativo di esponenti femminili che hanno apportato un contributo significativo all’arte contemporanea. Un percorso, questo, iniziato con le esposizioni dedicate a Niki de Saint Phalle (2009) e Georgia O’Keeffe (2011).
Il catalogo, edito da Skira, accanto alle immagini delle opere, include il saggio critico del curatore Bruno Corà e alcuni testi storico-critici di Thierry Dufrêne, Thomas Deecke, Aldo Iori e una conversazione con Giorgio Marconi, Presidente della Fondazione Marconi, che ha diffuso in Italia l'opera della Nevelson.
15
aprile 2013
Louise Nevelson
Dal 15 aprile al 21 luglio 2013
arte contemporanea
Location
MUSEO FONDAZIONE ROMA – PALAZZO SCIARRA COLONNA
Roma, Via Marco Minghetti, 22, (Roma)
Roma, Via Marco Minghetti, 22, (Roma)
Biglietti
Intero € 10 Ridotto € 8. Gratuito i weekend: 4-5 maggio; 1-2 giugno; 6-7 luglio
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 - lunedì chiuso
la biglietteria chiude un'ora prima
Vernissage
15 Aprile 2013, su invito
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
ARTHEMISIA
Autore
Curatore