Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
LoVe
mostra collettiva di arte contemporanea
Comunicato stampa
Segnala l'evento
LoVe
Un travaso storico quello che lega le regioni italiane così originali dal punto di vista culturale e artistico. Influssi di reciprocità che hanno sempre alimentato le diversità e le convergenze. Come nel passato quando le politiche e i loro governi erano anche diversi, così nel più recente o immediato presente postunitario e contemporaneo. Un notevole scambio si avverte da sempre tra la Lombardia e il Veneto, terre unite da trascorsi politici e di governo, almeno da quando la Serenissima arrivava a lambire con Brescia e Bergamo la provincia di Milano. Ma anche soprattutto a livello culturale e più specificamente storico-artistico, dal non a caso cosiddetto “gotico internazionale”, allorché le maestranze dei lapicidi e muratori provenivano dai grandi cantieri della Certosa di Pavia o del Duomo di Milano, fino a occuparsi di palazzo Ducale o del coronamento dell’adiacente basilica, in piazza San Marco a Venezia. Per non parlare di Caravaggio, che attraverso la presenza del veneziano Lotto a Bergamo e in precedenza del luminismo del Foppa, nonché grazie all’aggancio al Savoldo o al Moretto ma pure al realista Moroni, si ricollegava, prima di andare a Milano e poi a Roma, al secolo d’oro dell’arte veneziana dei Giorgione, Tiziano, Veronese ma, soprattutto, facendo tesoro degli stimoli innovatori suggeriti da Jacopo Tintoretto, rimastogli indelebilmente impresso nella memoria per le sue successive scenografiche tenebrose ambientazioni. Un rapporto interregionale destinato a rinnovarsi nell’Ottocento e poi ancora nel ‘900, vedi lo spazialismo milanese di Fontana, Dova, Crippa o di Cesare Peverelli e quello lagunare, “ecologico e ambientale”, di Guidi e di una serie di altri adepti veneziani tra cui Deluigi, Santomaso, Bacci, Morandis, Vinicio Vianello o Gaspari. Sotto questa salutare egida abbiamo concepito l’attuale mostra che comprende artisti, per nascita o per casuali ulteriori scelte varie, lombardi e veneti anche di adozione, che continuano la loro prolifica attività di ricerca, trasversalmente e ormai ineludibilmente, tra avanguardie e tradizione. Con un pizzico di bonaria provocazione, per la loro passione nella ricerca non sempre contraccambiata con lo stesso meritato slancio, abbiamo deciso di adottare le prime due lettere iniziali di queste regioni, Lo/Ve, con l’ovvia intenzione di voler condividere nella stessa intitolazione un amore collettivo per l’arte, che comunque dimostra di continuare almeno in un favorevole e più che auspicabile buon auspicio generale. E un po’ in onore al magnifico originalissimo Lorenzo Lotto, così straordinariamente senza tempo o così “moderno” all’epoca in cui tra mille difficoltà operava girovagando con varie committenze, senza infamia e senza lode, tra il Veneto, la Lombardia e le Marche. Nel nome del Lotto vogliamo dedicare questa esposizione proprio alla Regione Marche, ferita recentemente da una serie di terremoti che ne hanno segnato il territorio, in molti casi, vedi l’area Picena, ancora irrimediabilmente compromessa nei suoi più splendidi storici borghi, con l’intenzione, che ci auguriamo possa trasformarsi in realtà, di trasferire successivamente tale rassegna in qualche centro di questa splendida e accogliente regione.
26/08/17
Saverio Simi de Burgis
Un travaso storico quello che lega le regioni italiane così originali dal punto di vista culturale e artistico. Influssi di reciprocità che hanno sempre alimentato le diversità e le convergenze. Come nel passato quando le politiche e i loro governi erano anche diversi, così nel più recente o immediato presente postunitario e contemporaneo. Un notevole scambio si avverte da sempre tra la Lombardia e il Veneto, terre unite da trascorsi politici e di governo, almeno da quando la Serenissima arrivava a lambire con Brescia e Bergamo la provincia di Milano. Ma anche soprattutto a livello culturale e più specificamente storico-artistico, dal non a caso cosiddetto “gotico internazionale”, allorché le maestranze dei lapicidi e muratori provenivano dai grandi cantieri della Certosa di Pavia o del Duomo di Milano, fino a occuparsi di palazzo Ducale o del coronamento dell’adiacente basilica, in piazza San Marco a Venezia. Per non parlare di Caravaggio, che attraverso la presenza del veneziano Lotto a Bergamo e in precedenza del luminismo del Foppa, nonché grazie all’aggancio al Savoldo o al Moretto ma pure al realista Moroni, si ricollegava, prima di andare a Milano e poi a Roma, al secolo d’oro dell’arte veneziana dei Giorgione, Tiziano, Veronese ma, soprattutto, facendo tesoro degli stimoli innovatori suggeriti da Jacopo Tintoretto, rimastogli indelebilmente impresso nella memoria per le sue successive scenografiche tenebrose ambientazioni. Un rapporto interregionale destinato a rinnovarsi nell’Ottocento e poi ancora nel ‘900, vedi lo spazialismo milanese di Fontana, Dova, Crippa o di Cesare Peverelli e quello lagunare, “ecologico e ambientale”, di Guidi e di una serie di altri adepti veneziani tra cui Deluigi, Santomaso, Bacci, Morandis, Vinicio Vianello o Gaspari. Sotto questa salutare egida abbiamo concepito l’attuale mostra che comprende artisti, per nascita o per casuali ulteriori scelte varie, lombardi e veneti anche di adozione, che continuano la loro prolifica attività di ricerca, trasversalmente e ormai ineludibilmente, tra avanguardie e tradizione. Con un pizzico di bonaria provocazione, per la loro passione nella ricerca non sempre contraccambiata con lo stesso meritato slancio, abbiamo deciso di adottare le prime due lettere iniziali di queste regioni, Lo/Ve, con l’ovvia intenzione di voler condividere nella stessa intitolazione un amore collettivo per l’arte, che comunque dimostra di continuare almeno in un favorevole e più che auspicabile buon auspicio generale. E un po’ in onore al magnifico originalissimo Lorenzo Lotto, così straordinariamente senza tempo o così “moderno” all’epoca in cui tra mille difficoltà operava girovagando con varie committenze, senza infamia e senza lode, tra il Veneto, la Lombardia e le Marche. Nel nome del Lotto vogliamo dedicare questa esposizione proprio alla Regione Marche, ferita recentemente da una serie di terremoti che ne hanno segnato il territorio, in molti casi, vedi l’area Picena, ancora irrimediabilmente compromessa nei suoi più splendidi storici borghi, con l’intenzione, che ci auguriamo possa trasformarsi in realtà, di trasferire successivamente tale rassegna in qualche centro di questa splendida e accogliente regione.
26/08/17
Saverio Simi de Burgis
29
settembre 2017
LoVe
Dal 29 settembre al 12 ottobre 2017
arte contemporanea
Location
ATELIER 3+10
Venezia, Via Alipio Cappelletto, 20, (Venezia)
Venezia, Via Alipio Cappelletto, 20, (Venezia)
Biglietti
offerta libera
Orario di apertura
13-19
Vernissage
29 Settembre 2017, h 18.30
Autore
Curatore