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Lu Tiberi – Fiori d’artificio
Alcuni teli fioriti di seta fluttuano in uno spazio inventato.
Comunicato stampa
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Alcuni teli fioriti di seta fluttuano in uno spazio inventato. Lunghi e sottili, rimandano a memorie di stoffe giapponesi oppure a quanto della cultura giapponese è stato assorbito nella pittura occidentale. Potrebbe essere Monet, con quei colori tenui ma decisi, le cui forme si disfano nella luce o anche Matisse.
A domanda, Lu Tiberi dapprima dice che non è quella la sua fonte d’ispirazione, ma poi, ripensandoci, cita Genji Morogatari, la storia di Genji il principe splendente, un magnifico romanzo scritto, più di mille anni fa, da Murasaki Shikibu, una donna vissuta alla corte dell’imperatrice Shoshi della dinastia Heian, addirittura nell’XI secolo. Mettiamo un primo punto fermo. Nelle immagini di Lu, c’è il Giappone, ma non quello dei disegni, dai contorni netti definiti dai molteplici pennelli, e da infinite tonalità di nero, c’è un fantasma mobile come un ricordo di una corte giapponese e dello splendore di un principe, di un gioco che diventa colore e luce. Penso alla danza, assurdamente costretta in una linea verticale che si muove per schemi costituiti, o al contrario alla incredibile facilità con la quale, nei film di Ozu, le attrici strette nei kimono o nelle gonne all’occidentale si abbassano e si alzano dal tatami in un solo fluido movimento. La fluidità è il secondo tema di questi fiori colorati e, ancora, mi ricordo che in Giappone le stampe ottenute da matrici di legno (ukiyo-e) sono definite Immagini del mondo fluttuante.
Scopriamo ancora che Lu ama la danza e ama catturare nei disegni il movimento. E che ama la musica. Tutto si compone, ma ci sono ancora due elementi: Il primo è la scultura che Lu pratica, ha praticato, preferendo anche qui non i contorni specchianti e delineati del bronzo, ma la materia che si disfa e si ricompone nello stesso tempo, creta secca o terracotta, dove si leggono ancora le spinte dei polpastrelli.
Infine c’è un ultimo tema, che è la passione di Lu per il territorio. Io stessa mi ricordo di un suo
video girato a Tor Fiscale tra i ruderi romani degli acquedotti e il verde di quel luogo straordinario con i colori che trascoloravano col passare delle ore trasformandosi in gialli arancioni e poi viola.
Il territorio, i lacerti di Roma antica, gli acquedotti, i fiori. Non un paesaggio educato, costretto e definito, piuttosto il terzo paesaggio di Gilles Clement: spontaneo, sconvolto e accattivante, e a volte persino protetto come se non fosse l’esito di un processo naturale ma invece quello di un progetto (nell’High Lane di New York si pregano i visitatori di non strappare le erbacce). I fiori di Lu possono riferirsi allora a queste apparizioni colorate, nell’indistinto della memoria del paesaggio romano, che si disvelano col movimento, che trasmutano, trascolorano e si confondono nello spazio.
Lu Tiberi: Selected Exibitions
2019 MACRO, Roma.
2017 Temple University, Roma Galla Placidia 194 co-working
2017 RAW Open Studio, Roma.
2016 Tiny Temple University, Roma.
2016 Raw Open Studios, Roma.
2016 Palazzo Canova Open day, Franz Prati, Luigi Ontani, Lu Tiberi, Marco Puca.
2015 DUENDE, Franz Prati, Lu Tiberi, with a Giorgio Muratore scripture; BBK, Roma.
2014 Isola gallery – Rome New York art Foundation, Video “Frammenti del Narciso”.
2011 International Poetry Festival, Genova.
2009 “ESTRO/VERSO” video Santa Maria in Castello, with Giovanni Ricciardi cello solo, Genova.
2008 Performance “Figure all’interno di un’opera”, San Matteo, Genova.
2009 Museo Praia a Mare, “Dalla Pietà a Comizi d’Amore”.
2008 Fondazione Biblioteca del Senato, Milano edited by Gioia Mori “Un libro in maschera” Opera in 5 atti e 25 artisti.
2008 Viola Box Art Gallery – Genova – “Silenzi con figure” edit by Emilia Marasco.
2007 Libro galleria Ferro di Cavallo Via Ripetta, “Studi e Visioni” edit Emilia Marasco, Roma.
2007 Festival Jazz in Laurino, Parco del Cilento.
2003 Galleria Ellequadro Documenti, Genova.
1994 Libro-galleria Ferro di Cavallo “Veleni” with Paolo Picoza.
A domanda, Lu Tiberi dapprima dice che non è quella la sua fonte d’ispirazione, ma poi, ripensandoci, cita Genji Morogatari, la storia di Genji il principe splendente, un magnifico romanzo scritto, più di mille anni fa, da Murasaki Shikibu, una donna vissuta alla corte dell’imperatrice Shoshi della dinastia Heian, addirittura nell’XI secolo. Mettiamo un primo punto fermo. Nelle immagini di Lu, c’è il Giappone, ma non quello dei disegni, dai contorni netti definiti dai molteplici pennelli, e da infinite tonalità di nero, c’è un fantasma mobile come un ricordo di una corte giapponese e dello splendore di un principe, di un gioco che diventa colore e luce. Penso alla danza, assurdamente costretta in una linea verticale che si muove per schemi costituiti, o al contrario alla incredibile facilità con la quale, nei film di Ozu, le attrici strette nei kimono o nelle gonne all’occidentale si abbassano e si alzano dal tatami in un solo fluido movimento. La fluidità è il secondo tema di questi fiori colorati e, ancora, mi ricordo che in Giappone le stampe ottenute da matrici di legno (ukiyo-e) sono definite Immagini del mondo fluttuante.
Scopriamo ancora che Lu ama la danza e ama catturare nei disegni il movimento. E che ama la musica. Tutto si compone, ma ci sono ancora due elementi: Il primo è la scultura che Lu pratica, ha praticato, preferendo anche qui non i contorni specchianti e delineati del bronzo, ma la materia che si disfa e si ricompone nello stesso tempo, creta secca o terracotta, dove si leggono ancora le spinte dei polpastrelli.
Infine c’è un ultimo tema, che è la passione di Lu per il territorio. Io stessa mi ricordo di un suo
video girato a Tor Fiscale tra i ruderi romani degli acquedotti e il verde di quel luogo straordinario con i colori che trascoloravano col passare delle ore trasformandosi in gialli arancioni e poi viola.
Il territorio, i lacerti di Roma antica, gli acquedotti, i fiori. Non un paesaggio educato, costretto e definito, piuttosto il terzo paesaggio di Gilles Clement: spontaneo, sconvolto e accattivante, e a volte persino protetto come se non fosse l’esito di un processo naturale ma invece quello di un progetto (nell’High Lane di New York si pregano i visitatori di non strappare le erbacce). I fiori di Lu possono riferirsi allora a queste apparizioni colorate, nell’indistinto della memoria del paesaggio romano, che si disvelano col movimento, che trasmutano, trascolorano e si confondono nello spazio.
Lu Tiberi: Selected Exibitions
2019 MACRO, Roma.
2017 Temple University, Roma Galla Placidia 194 co-working
2017 RAW Open Studio, Roma.
2016 Tiny Temple University, Roma.
2016 Raw Open Studios, Roma.
2016 Palazzo Canova Open day, Franz Prati, Luigi Ontani, Lu Tiberi, Marco Puca.
2015 DUENDE, Franz Prati, Lu Tiberi, with a Giorgio Muratore scripture; BBK, Roma.
2014 Isola gallery – Rome New York art Foundation, Video “Frammenti del Narciso”.
2011 International Poetry Festival, Genova.
2009 “ESTRO/VERSO” video Santa Maria in Castello, with Giovanni Ricciardi cello solo, Genova.
2008 Performance “Figure all’interno di un’opera”, San Matteo, Genova.
2009 Museo Praia a Mare, “Dalla Pietà a Comizi d’Amore”.
2008 Fondazione Biblioteca del Senato, Milano edited by Gioia Mori “Un libro in maschera” Opera in 5 atti e 25 artisti.
2008 Viola Box Art Gallery – Genova – “Silenzi con figure” edit by Emilia Marasco.
2007 Libro galleria Ferro di Cavallo Via Ripetta, “Studi e Visioni” edit Emilia Marasco, Roma.
2007 Festival Jazz in Laurino, Parco del Cilento.
2003 Galleria Ellequadro Documenti, Genova.
1994 Libro-galleria Ferro di Cavallo “Veleni” with Paolo Picoza.
05
marzo 2022
Lu Tiberi – Fiori d’artificio
Dal 05 al 15 marzo 2022
arte contemporanea
Location
GALLERIA EMBRICE
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Orario di apertura
dalle 18:00 alle 20:00, dal lunedì al sabato, domenica chiuso
Vernissage
5 Marzo 2022, dalle 18:00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico