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Luca Bellaccini – Percezioni Materiche
“Un’idea del mio lavoro”
Talvolta è forma, talvolta informale; forma e materia si trasformano continuamente senza parametri costituiti. Con il mio lavoro cerco di gettare luce dove il buio è più fitto, in un percorso difficile tra certezze e incertezze del presente.”
Comunicato stampa
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Propria della sapienza artistica, del percepire estetico, è una naturale (naturale in senso psicologico) propensione dello spirito ad interpretare il mondo fisico, il suo dato sensibile e, persino, un presunto “aldilà” iperuranico o divino, in perfetta analogia con l’esperienza interiore. Tale tendenza si declina anche come “antropomorfismo” che, nel caso dell’artista, permette di scorgere ed attribuire significanza alle cose. Questo fenomeno corrisponde quindi, in ultima istanza, ad una costante umanizzazione del comportamento della materia che, attraverso una lettura appunto “artistica” dei suoi sintomi, diviene segno, materiale, a sua volta tangibile e comunicabile.
Sono comunque autorizzabili e pensabili molteplici modi di definire l’attività artistica: tra i molti, si può però incontrovertibilmente ritenere che l’artista è tale se capace di un rapporto speciale e privilegiato con la materia, se è in grado di andare costantemente oltre l’autoreferenzialità fenomenica delle cose e, investigandone organicamente l’apparenza, ne trae orizzonti di senso e di significazione sempre nuovi ed inediti.
Questa definizione mi pare possa comprendere anche la dimensione operativa dell’artista senese Luca Bellaccini, che in questa mostra propone un assieme di opere il cui senso è prevalentemente da ricercarsi, come lui stesso ha affermato, nel “… gettar luce dove il buio è più fitto” dove “…forma e materia si trasformano continuamente senza parametri costituiti”.
Artista il cui “istinto per la materia” e la capacità di porre in relazione situazioni di radicale eterogenicità, sono però supportati da un rigore, sia compositivo, che morale e “deontologico”, davvero notevoli. Mi colpiscono particolarmente la sobrietà e l’essenzialità, che nulla concedono a possibili indugi edonistici o intrattenimenti spettacolari, con cui costruisce, confeziona e propone i suoi elaborati. Elaborati costituiti da teatri minimi, da architetture essenziali, da spazi figurali, dove mette in scena le potenzialità espressive e dialettiche di materiali talvolta accostati anche in modo decisamente ardito, ma sempre (almeno se ne ha la netta sensazione) supportati da un equilibrio dinamico, che mi piace definire, sospeso e realizzato tra caso e necessità. Costruzioni, magari nate dall’accostamento “casuale” di due o più elementi, ma che un lucido istinto ed un rigore sapienziale derivato dal mestiere, sanno ricondurre “per necessità” al significato ed al senso.
Osservando opere come “Coperte”, “Frammentati”, “Idea del sapere”, “Pozzo del sapere” o “Volumen”, tutte realizzate nel 2008, sembra di trovarsi di fronte ad un piccolo grande e continuo esperimento di ri-naturazione, così empaticamente, anoeticamente vicino a quel mirabile esempio di colossale “natura naturata” che è l’intera Toscana.
Roberto Guerrini.
Sono comunque autorizzabili e pensabili molteplici modi di definire l’attività artistica: tra i molti, si può però incontrovertibilmente ritenere che l’artista è tale se capace di un rapporto speciale e privilegiato con la materia, se è in grado di andare costantemente oltre l’autoreferenzialità fenomenica delle cose e, investigandone organicamente l’apparenza, ne trae orizzonti di senso e di significazione sempre nuovi ed inediti.
Questa definizione mi pare possa comprendere anche la dimensione operativa dell’artista senese Luca Bellaccini, che in questa mostra propone un assieme di opere il cui senso è prevalentemente da ricercarsi, come lui stesso ha affermato, nel “… gettar luce dove il buio è più fitto” dove “…forma e materia si trasformano continuamente senza parametri costituiti”.
Artista il cui “istinto per la materia” e la capacità di porre in relazione situazioni di radicale eterogenicità, sono però supportati da un rigore, sia compositivo, che morale e “deontologico”, davvero notevoli. Mi colpiscono particolarmente la sobrietà e l’essenzialità, che nulla concedono a possibili indugi edonistici o intrattenimenti spettacolari, con cui costruisce, confeziona e propone i suoi elaborati. Elaborati costituiti da teatri minimi, da architetture essenziali, da spazi figurali, dove mette in scena le potenzialità espressive e dialettiche di materiali talvolta accostati anche in modo decisamente ardito, ma sempre (almeno se ne ha la netta sensazione) supportati da un equilibrio dinamico, che mi piace definire, sospeso e realizzato tra caso e necessità. Costruzioni, magari nate dall’accostamento “casuale” di due o più elementi, ma che un lucido istinto ed un rigore sapienziale derivato dal mestiere, sanno ricondurre “per necessità” al significato ed al senso.
Osservando opere come “Coperte”, “Frammentati”, “Idea del sapere”, “Pozzo del sapere” o “Volumen”, tutte realizzate nel 2008, sembra di trovarsi di fronte ad un piccolo grande e continuo esperimento di ri-naturazione, così empaticamente, anoeticamente vicino a quel mirabile esempio di colossale “natura naturata” che è l’intera Toscana.
Roberto Guerrini.
11
settembre 2010
Luca Bellaccini – Percezioni Materiche
Dall'undici al 25 settembre 2010
arte contemporanea
Location
IMMAGINECOLORE.COM
Genova, Vico Del Fieno, 21r, (Genova)
Genova, Vico Del Fieno, 21r, (Genova)
Orario di apertura
tutti i pomeriggi dal martedì al sabato
Vernissage
11 Settembre 2010, ore 18.00
Autore
Curatore