). In questa nuova serie di lavori, di difficilissima collocazione, queste due attitudini si sovrappongono, annullandosi a vicenda: qui Bertolo ha deciso di confrontarsi, ed è la prima volta che accade, con la specificità dell’immagine fotografica, per quella naturale tendenza dell’artista a rimettere sempre in discussione il proprio atteggiamento nei confronti della pittura. Da un lato dunque la fotografia (presa come riferimento iniziale) e il potere seduttivo che essa inevitabilmente esercita (è indifferente che si tratti di una vecchia immagine di Picasso nel suo studio, o di immagini rubate dai quotidiani e da riviste pornografiche, o di foto scattate dall’artista stesso nel corso di qualche suo viaggio), dall’altro le resistenze che il pittore oppone alla semplice riproduzione, all’illustrazione in sé per sé, alla copia in senso richteriano. Ecco allora innescarsi un sottile gioco metalinguistico fatto di energie contrastanti e di equivalenze di possibilità: segni a matita che organizzano il dipinto secondo le logiche della “bozza” vengono accostati a tratti “asignificanti e di sensazione”, zone di colore che sfiorano il disegno senza mai riuscire ad aderirvi completamente, sfuggendo alle ragioni della riproduzione. Ed è come se ripensamenti, indecisioni, pentimenti, improvvise variazioni e scarti emotivi, dessero vita ad un nuovo tipo di estetica dove l’irrequietezza, l’irrisolto, il non finito liberano nuove possibilità di rappresentazione.

Dal 15 ottobre al 15 novembre Luca Bertolo parteciperà ad una collettiva presso le Ex Cartiere Binda di Milano.

Dal 6 al 10 ottobre una sua selezione di lavori su carta verrà presentata presso la Herzog August Bibliothek Wolfenbüttel nell’ambito del convegno Rembrandt und Vermeer - Lichtgefüge des 17. Jahrhunderts.

Verrà pubblicato un catalogo con testo di Davide Ferri.