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Luca Castellano – Lo slancio di Luca
Parlare di Luigi (Luca) Castellano è compito più che arduo. E non certo perché è stato tra i fondatori del Gruppo 58 con pittori ormai famosi come Del Pezzo, Persico o Biasi
Comunicato stampa
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Lo slancio di Luca
Parlare di Luigi (Luca) Castellano è compito più che arduo. E non certo perché è stato tra i fondatori del Gruppo 58 con pittori ormai famosi come Del Pezzo, Persico o Biasi, in anni di stretto oscurantismo, ma perché in lui si confondono ai nostri occhi, il pittore, l’organizzatore, l’agitatore e il direttore di rivista(per non parlare di altri totali mestieri che ha praticato o inventato; non a caso in un suo bellissimo scritto Emilio Villa parla di “artefice”).
Ma nonostante ciò gli intellettuali napoletani amanti dei meccanismi piccolo-borghese con la loro superbia continuano a punire figure di vitale importanza come quella di Castellano.
Scrivere di lui, con la sensazione di rendergli qualcosa che gli è dovuta da tempo, rischia di far precipitare in un profondo malessere l’incauto estensore.
"Chiudere il tormentoso rubinetto dell'inconscio e gettare un ponte tra il presente della nostra civiltà spirituale e l'origine, dimostrando quanto questa civiltà sia ancora capace di cantare con semplicità le albe primordiali pulsanti nella memoria del suo sangue".
Questo l’intento di Luca(si faceva chiamare così dagli amici) il suo slancio al momento della costituzione del Gruppo 58.
Successivamente, nel 1959, sempre assieme a Mario Colucci, Lucio Del Pezzo, Biasi, Bruno Di Bello, Sergio Fergola, e Mario Persico, l’Artista firmò un altro manifesto programmatico dal titolo Manifeste de Naple, al quale parteciparono anche Nanni Balestrini ed Edoardo Sanguineti, di aperta e ironica protesta contro l'Astrattismo. Su sua iniziativa fu pubblicata la rivista Documento Sud.
Ha promosso e costituito in seguito a quegli anni il movimento “Operativo Sud ‘64” e il “Gruppo Studio P.66”.
Sorretto da un'intensa tensione politico-ideale, Castellano, attento alle questioni poste dalla cultura di massa ma polemico nei confronti di ogni omologazione americanizzante e delle soluzioni neorealiste, anima, con Cipriano, Mele, Esposito e Vitagliano, il movimento della Prop-Art - o arte di propaganda.
La fine dell'esperienza della Prop-Art, nel 1975, coincide con la crisi dell'impegno politico.
Dedito alla riscoperta e alla sperimentazione legata all’uso della parola e della scrittura strinse una certa amicizia con Umberto Eco ed Emilio Villa e non mancarono i suoi contributi teorici ed estetologici all’avanguardia napoletana, infatti, oltre alla già citata “Documento Sud”, fu il direttore e l’editore delle riviste: “Città e Città”, “Linea Sud” e “NO” oltre a redigere il I Manifesto “Nullista” e il I Manifesto “Contro l’arte e contro gli artisti”.
Nel 1984 Luca Castellano partecipa con Peppe Capasso, Camillo Capolongo, Leo Deberardinis ed Emilio Villa al movimento dei “Nopoletani”; una differenza di vocale che basta a denotare il clima e la volontà di affermazione di una cultura napoletana diversa da quella egemone.
Proprio in occasione di un incontro con i suoi compagni di viaggio “Nopoletani”, Luca ebbe a dire:
“la poesia è un vizio, come andare
a femminielli
io non sono un poeta
la mia poesia? non esiste
una poesia napoletana?
non c’è
se io sono un poeta, lo sono perché sono
un nopoletano”
Luca con la sua forza ha contrastato(spesso a viva voce) la condizione di sperdimento e isolamento che l’arte napoletana ha maturato nel secondo dopoguerra, combattendo le solitudini e i solipsismi, cercando di trovare attraverso l’avanzamento e l’agitazione un vero processo sinergico di produzione artistica.
La sua morte avvenuta nel 2001 ha rappresentato una perdita per la collettività delle intelligenze creative napoletane, lasciandoci oltre alla squisitezza e la goliardia del suo essere artista totale il monito a riflettere sulle possibilità di convergenza dei saperi, delle sensibilità e delle volontà creative.
Pasquale Lettieri
Parlare di Luigi (Luca) Castellano è compito più che arduo. E non certo perché è stato tra i fondatori del Gruppo 58 con pittori ormai famosi come Del Pezzo, Persico o Biasi, in anni di stretto oscurantismo, ma perché in lui si confondono ai nostri occhi, il pittore, l’organizzatore, l’agitatore e il direttore di rivista(per non parlare di altri totali mestieri che ha praticato o inventato; non a caso in un suo bellissimo scritto Emilio Villa parla di “artefice”).
Ma nonostante ciò gli intellettuali napoletani amanti dei meccanismi piccolo-borghese con la loro superbia continuano a punire figure di vitale importanza come quella di Castellano.
Scrivere di lui, con la sensazione di rendergli qualcosa che gli è dovuta da tempo, rischia di far precipitare in un profondo malessere l’incauto estensore.
"Chiudere il tormentoso rubinetto dell'inconscio e gettare un ponte tra il presente della nostra civiltà spirituale e l'origine, dimostrando quanto questa civiltà sia ancora capace di cantare con semplicità le albe primordiali pulsanti nella memoria del suo sangue".
Questo l’intento di Luca(si faceva chiamare così dagli amici) il suo slancio al momento della costituzione del Gruppo 58.
Successivamente, nel 1959, sempre assieme a Mario Colucci, Lucio Del Pezzo, Biasi, Bruno Di Bello, Sergio Fergola, e Mario Persico, l’Artista firmò un altro manifesto programmatico dal titolo Manifeste de Naple, al quale parteciparono anche Nanni Balestrini ed Edoardo Sanguineti, di aperta e ironica protesta contro l'Astrattismo. Su sua iniziativa fu pubblicata la rivista Documento Sud.
Ha promosso e costituito in seguito a quegli anni il movimento “Operativo Sud ‘64” e il “Gruppo Studio P.66”.
Sorretto da un'intensa tensione politico-ideale, Castellano, attento alle questioni poste dalla cultura di massa ma polemico nei confronti di ogni omologazione americanizzante e delle soluzioni neorealiste, anima, con Cipriano, Mele, Esposito e Vitagliano, il movimento della Prop-Art - o arte di propaganda.
La fine dell'esperienza della Prop-Art, nel 1975, coincide con la crisi dell'impegno politico.
Dedito alla riscoperta e alla sperimentazione legata all’uso della parola e della scrittura strinse una certa amicizia con Umberto Eco ed Emilio Villa e non mancarono i suoi contributi teorici ed estetologici all’avanguardia napoletana, infatti, oltre alla già citata “Documento Sud”, fu il direttore e l’editore delle riviste: “Città e Città”, “Linea Sud” e “NO” oltre a redigere il I Manifesto “Nullista” e il I Manifesto “Contro l’arte e contro gli artisti”.
Nel 1984 Luca Castellano partecipa con Peppe Capasso, Camillo Capolongo, Leo Deberardinis ed Emilio Villa al movimento dei “Nopoletani”; una differenza di vocale che basta a denotare il clima e la volontà di affermazione di una cultura napoletana diversa da quella egemone.
Proprio in occasione di un incontro con i suoi compagni di viaggio “Nopoletani”, Luca ebbe a dire:
“la poesia è un vizio, come andare
a femminielli
io non sono un poeta
la mia poesia? non esiste
una poesia napoletana?
non c’è
se io sono un poeta, lo sono perché sono
un nopoletano”
Luca con la sua forza ha contrastato(spesso a viva voce) la condizione di sperdimento e isolamento che l’arte napoletana ha maturato nel secondo dopoguerra, combattendo le solitudini e i solipsismi, cercando di trovare attraverso l’avanzamento e l’agitazione un vero processo sinergico di produzione artistica.
La sua morte avvenuta nel 2001 ha rappresentato una perdita per la collettività delle intelligenze creative napoletane, lasciandoci oltre alla squisitezza e la goliardia del suo essere artista totale il monito a riflettere sulle possibilità di convergenza dei saperi, delle sensibilità e delle volontà creative.
Pasquale Lettieri
28
aprile 2006
Luca Castellano – Lo slancio di Luca
Dal 28 aprile al 25 maggio 2006
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
Napoli, Via Santa Maria Di Costantinopoli, 107, (Napoli)
Napoli, Via Santa Maria Di Costantinopoli, 107, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle ore 9.00 alle ore 14.30
Vernissage
28 Aprile 2006, ore 12.00
Autore
Curatore