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Luca Ciaccia – Tra reale ed immaginario
Luca Ciaccia, artista romano di spiccato talento, esporrà una ventina di opere, fra tele ad olio e disegni, della sua ultima produzione. Il visitatore sarà così avvolto in un’atmosfera dolcemente onirica che l’artista con sublime sensibilità riesce sempre a regalare.
Comunicato stampa
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Il Muef è lieta di segnalare Luca Ciaccia un’artista romano di spiccato talento che dal 5 al 16 maggio 2018 esporrà le sue opere nel centro storico di Città di Castello (PG) al Teatro degli Illuminati Oratorio degli Angeli. L’inaugurazione si terrà sabato 5 maggio alle ore 17,00. Il visitatore potrà ammirare una ventina di opere, fra tele ad olio e disegni, della sua ultima produzione e farsi avvolgere così in un’atmosfera dolcemente onirica che l’artista con sublime sensibilità riesce sempre a regalarci.
(R.S.)
Luca Ciaccia appartiene a quella generazione di artisti che avverte profondamente la lusinga del modernismo – causa e ragione del rinnovamento delle arti in Italia – ma che è investita nel contempo dal richiamo del classicismo ed al suo ordine dei valori, percependone l’emozionalità quale faro della tradizione e dell’antico.
Per vaglio e soluzione di tale assunto, Ciaccia basa il suo lavoro sulla coniunctio delle due epoche - pur distinguendone gli ovvi confini filologici - inserendo nelle sue opere elementi di significatissimo afflato che riverberano le ambientazioni e le atmosfere senza tempo dei maestri del colore.
La qualità che ne proviene è quella di un ottundimento dei sensi, di un’intensità che frastorna, tanta e tale è la veemenza della luce che stilla dal colore, stordendone la percezione con l’energia nivea del cadmio e del cobalto, pur nella misuratissima gradazione della palette.
Vedute in proiezione verticale di luoghi e spazi metafisici, dove il silenzio è pudore e la solitudine è ricreata ad artem, appena percepita in filigrana per non infrangere la prosa dei piani contigui, dell’incanto senza ambiguità.
Un evidente candore, quello di Luca Ciaccia homo faber, che gli deriva da una complessità intellettuale irrefutabile, prodotto e conseguenza di meditazioni e mai di calcolo. Perché l’artista non è soltanto un uomo, ma è anche un onironauta accompagnato dal suo doppio, da un’autentica coscienza parallela cui egli assegna ruoli predefiniti, integrativi e talvolta sostitutivi dell’emozioni personali.
L’uomo e l’artista, del resto, sono il regista delle proprie stesse allucinazioni, dei propri legittimi trasognamenti che attribuiscono ruoli e funzioni nel disastrato carrozzone della vita, che corrisponde poi all’altrettanto fatale metafora che da essa promana.
Questo ci sembra che rappresenti il senso implicito delle opere di Luca Ciaccia, che non a caso nel suo fare arte sceglie la prosa piuttosto che la poesia, omaggio diretto ed inequivocabile al senso gotico della lezione pierfrancescana dei suoi esordi. Ciaccia ne ha da tempo assimilato il prodigio e porta ora a compimento il suo ufficio delocalizzando sulla tela la verità attraverso il filtro mistificatore della finzione, con le cromie evanescenti delle terre e degli elementi naturali: la luce diventa allora accessoria, a tratti innecessaria, relegata a mero contorno. Nelle vicende dell’arte contemporanea – così convulse e spesso contraddittorie – succede allora che Ciaccia ci restituisce l’arte di cogliere l’essenza del reale oltre il fluire delle sensazioni.
Massimo Rossi Ruben
Luca Ciaccia, artista romano formatosi presso l’Antica Scuola delle Arti Ornamentali di Via San Giacomo, ha conseguito il Diploma di Pittura con il M° Vicenzo Ottone Petrillo.
Nel prestigioso istituto, fucina di talenti della cosiddetta Scuola Romana (dove si sono formati Scipione, Corrado Cagli, Duilio Gambellotti, Ferruccio Ferrazzi, Giuseppe Capogrossi, Mario Mafai e Antonietta Raphaël, solo per citarne alcuni), ha seguito, altresì, i corsi per la tecnica “a fresco” e il modellato.
Presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma ha poi frequentato il corso libero di “Nudo”, da cui prenderà abbrivio un’eclettica produzione di opere di matrice espressionista.
Ha partecipato a numerose rassegne, sia personali che collettive, che gli hanno valso ambìti riconoscimenti ed il plauso della critica. Nel 2012 vengono veicolati nel web i contenuti di una monografia dedicatagli dall’Editore Gangemi, così da diffondere e promuovere la sua produzione nell’ambiente dei circoli culturali e delle gallerie d’arte contemporanea. L’intensa attività espositiva che ne consegue accresce la popolarità del proprio modus e gli consente di partecipare al dibattito con l’establishment.
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni e raccolte d’arte, anche internazionali.
Vive e lavora a Roma, ove accanto all’attività propriamente pittorica ha avviato un hub per la sperimentazione di nuove tecniche e nuovi “ismi”.
(R.S.)
Luca Ciaccia appartiene a quella generazione di artisti che avverte profondamente la lusinga del modernismo – causa e ragione del rinnovamento delle arti in Italia – ma che è investita nel contempo dal richiamo del classicismo ed al suo ordine dei valori, percependone l’emozionalità quale faro della tradizione e dell’antico.
Per vaglio e soluzione di tale assunto, Ciaccia basa il suo lavoro sulla coniunctio delle due epoche - pur distinguendone gli ovvi confini filologici - inserendo nelle sue opere elementi di significatissimo afflato che riverberano le ambientazioni e le atmosfere senza tempo dei maestri del colore.
La qualità che ne proviene è quella di un ottundimento dei sensi, di un’intensità che frastorna, tanta e tale è la veemenza della luce che stilla dal colore, stordendone la percezione con l’energia nivea del cadmio e del cobalto, pur nella misuratissima gradazione della palette.
Vedute in proiezione verticale di luoghi e spazi metafisici, dove il silenzio è pudore e la solitudine è ricreata ad artem, appena percepita in filigrana per non infrangere la prosa dei piani contigui, dell’incanto senza ambiguità.
Un evidente candore, quello di Luca Ciaccia homo faber, che gli deriva da una complessità intellettuale irrefutabile, prodotto e conseguenza di meditazioni e mai di calcolo. Perché l’artista non è soltanto un uomo, ma è anche un onironauta accompagnato dal suo doppio, da un’autentica coscienza parallela cui egli assegna ruoli predefiniti, integrativi e talvolta sostitutivi dell’emozioni personali.
L’uomo e l’artista, del resto, sono il regista delle proprie stesse allucinazioni, dei propri legittimi trasognamenti che attribuiscono ruoli e funzioni nel disastrato carrozzone della vita, che corrisponde poi all’altrettanto fatale metafora che da essa promana.
Questo ci sembra che rappresenti il senso implicito delle opere di Luca Ciaccia, che non a caso nel suo fare arte sceglie la prosa piuttosto che la poesia, omaggio diretto ed inequivocabile al senso gotico della lezione pierfrancescana dei suoi esordi. Ciaccia ne ha da tempo assimilato il prodigio e porta ora a compimento il suo ufficio delocalizzando sulla tela la verità attraverso il filtro mistificatore della finzione, con le cromie evanescenti delle terre e degli elementi naturali: la luce diventa allora accessoria, a tratti innecessaria, relegata a mero contorno. Nelle vicende dell’arte contemporanea – così convulse e spesso contraddittorie – succede allora che Ciaccia ci restituisce l’arte di cogliere l’essenza del reale oltre il fluire delle sensazioni.
Massimo Rossi Ruben
Luca Ciaccia, artista romano formatosi presso l’Antica Scuola delle Arti Ornamentali di Via San Giacomo, ha conseguito il Diploma di Pittura con il M° Vicenzo Ottone Petrillo.
Nel prestigioso istituto, fucina di talenti della cosiddetta Scuola Romana (dove si sono formati Scipione, Corrado Cagli, Duilio Gambellotti, Ferruccio Ferrazzi, Giuseppe Capogrossi, Mario Mafai e Antonietta Raphaël, solo per citarne alcuni), ha seguito, altresì, i corsi per la tecnica “a fresco” e il modellato.
Presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma ha poi frequentato il corso libero di “Nudo”, da cui prenderà abbrivio un’eclettica produzione di opere di matrice espressionista.
Ha partecipato a numerose rassegne, sia personali che collettive, che gli hanno valso ambìti riconoscimenti ed il plauso della critica. Nel 2012 vengono veicolati nel web i contenuti di una monografia dedicatagli dall’Editore Gangemi, così da diffondere e promuovere la sua produzione nell’ambiente dei circoli culturali e delle gallerie d’arte contemporanea. L’intensa attività espositiva che ne consegue accresce la popolarità del proprio modus e gli consente di partecipare al dibattito con l’establishment.
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni e raccolte d’arte, anche internazionali.
Vive e lavora a Roma, ove accanto all’attività propriamente pittorica ha avviato un hub per la sperimentazione di nuove tecniche e nuovi “ismi”.
05
maggio 2018
Luca Ciaccia – Tra reale ed immaginario
Dal 05 al 16 maggio 2018
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Città Di Castello
Città Di Castello, (Perugia)
Città Di Castello, (Perugia)
Orario di apertura
tutti i giorni 10,30 - 13,00 e 16,00 - 19,30 chiuso il lunedì mattina
Vernissage
5 Maggio 2018, ore 17,00
Autore
Curatore