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Luca De March – Politically Incorrect
Luca De March esplora l’universo parallelo dei cartoni animati, fornendoci una chiave di lettura ironica e irriverente della nostra realtà.
Comunicato stampa
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Politically Incorrect
Luca De March ha cominciato spinto dal divertimento. Sapeva dipingere e ha semplicemente iniziato a farlo. Grazie al suo talento si è imposto sulla scena degli artisti emergenti torinesi in meno di un anno. Come ogni curioso osservatore degli eventi, ha capito che la decifrabilità della propria opera doveva prendere il sopravvento sul caro e vecchio Concetto che, dall'inizio del cubismo fino all'avvento di internet, ha sempre separato l'arte del Novecento dal grande pubblico. La rete, per l'appunto, è stata il suo primo tramite con questo pubblico che, a sua volta, lo ha gratificato di migliaia di pareri positivi. Le gallerie d'arte sono arrivate in un secondo tempo e, visti i tempi poco favorevoli per quanto riguarda il mercato dell'arte emergente, diventa poco saggio definire questi sodalizi una “prevedibile conseguenza”. Fortunatamente fra gli addetti ai lavori qualcuno continua a tenere gli occhi aperti sul presente.
Spiegare le opere di Luca De March è complicato, dal momento che parlano da sole, grazie all'immediatezza dei soggetti: i cartoni animati. Cenerentola, Biancaneve, la Strega Cattiva, Gargamella, Mila e Shiro, Aladdin, e chissà quanti altri, vengono presi in causa senza il rischio di incasellare Luca De March all'interno dell'immensa famiglia costituita da chi ama definirsi pop. Lo dico per il fatto che questi big del mondo animato risultano nell'opera di De March tutt'altro che fini a se stessi. Piuttosto vengono usati per potere dare all'osservatore una chiave di lettura dei messaggi che l'artista desidera divulgare. Se i cartoni animati illustrano a grandi e piccini gli infiniti poteri della fantasia, Luca De March attraverso gli stessi racconta tutt'altro che favole. Lui rivela la realtà che, come ben sappiamo, supera di gran lunga la fantasia.
Abbiamo deciso di intitolare la sua mostra “Politically Incorrect” perché usare a proprio piacimento i protagonisti dei cartoni animati, che da sempre hanno avuto una loro via preferenziale per amalgamarsi con la spiritualità collettiva, è politicamente scorretto. Se aggiungiamo l'incontestabile fatto che in questi nostri tempi disperati ci si appella di più alle risorse dello spirito che alle proprie competenze lavorative, divenute purtroppo inutili, allora la metafora generata da queste opere si salda perfettamente alla contemporaneità.
Da quando il futuro è scomparso diventa più semplice illustrare un presente nel momento stesso in cui sta ben fermo, in posa perfetta per essere ritratto. Luca De March dimostra questo semplice concetto, senza diritto di replica.
“Se lo puoi sognare, lo puoi fare!” diceva Walt Disney, ma grazie a Politically Incorrect impareremo definitivamente che i sogni e gli incubi sono fatti della stessa sostanza.
Roberto Vaio
Luca De March ha cominciato spinto dal divertimento. Sapeva dipingere e ha semplicemente iniziato a farlo. Grazie al suo talento si è imposto sulla scena degli artisti emergenti torinesi in meno di un anno. Come ogni curioso osservatore degli eventi, ha capito che la decifrabilità della propria opera doveva prendere il sopravvento sul caro e vecchio Concetto che, dall'inizio del cubismo fino all'avvento di internet, ha sempre separato l'arte del Novecento dal grande pubblico. La rete, per l'appunto, è stata il suo primo tramite con questo pubblico che, a sua volta, lo ha gratificato di migliaia di pareri positivi. Le gallerie d'arte sono arrivate in un secondo tempo e, visti i tempi poco favorevoli per quanto riguarda il mercato dell'arte emergente, diventa poco saggio definire questi sodalizi una “prevedibile conseguenza”. Fortunatamente fra gli addetti ai lavori qualcuno continua a tenere gli occhi aperti sul presente.
Spiegare le opere di Luca De March è complicato, dal momento che parlano da sole, grazie all'immediatezza dei soggetti: i cartoni animati. Cenerentola, Biancaneve, la Strega Cattiva, Gargamella, Mila e Shiro, Aladdin, e chissà quanti altri, vengono presi in causa senza il rischio di incasellare Luca De March all'interno dell'immensa famiglia costituita da chi ama definirsi pop. Lo dico per il fatto che questi big del mondo animato risultano nell'opera di De March tutt'altro che fini a se stessi. Piuttosto vengono usati per potere dare all'osservatore una chiave di lettura dei messaggi che l'artista desidera divulgare. Se i cartoni animati illustrano a grandi e piccini gli infiniti poteri della fantasia, Luca De March attraverso gli stessi racconta tutt'altro che favole. Lui rivela la realtà che, come ben sappiamo, supera di gran lunga la fantasia.
Abbiamo deciso di intitolare la sua mostra “Politically Incorrect” perché usare a proprio piacimento i protagonisti dei cartoni animati, che da sempre hanno avuto una loro via preferenziale per amalgamarsi con la spiritualità collettiva, è politicamente scorretto. Se aggiungiamo l'incontestabile fatto che in questi nostri tempi disperati ci si appella di più alle risorse dello spirito che alle proprie competenze lavorative, divenute purtroppo inutili, allora la metafora generata da queste opere si salda perfettamente alla contemporaneità.
Da quando il futuro è scomparso diventa più semplice illustrare un presente nel momento stesso in cui sta ben fermo, in posa perfetta per essere ritratto. Luca De March dimostra questo semplice concetto, senza diritto di replica.
“Se lo puoi sognare, lo puoi fare!” diceva Walt Disney, ma grazie a Politically Incorrect impareremo definitivamente che i sogni e gli incubi sono fatti della stessa sostanza.
Roberto Vaio
13
marzo 2015
Luca De March – Politically Incorrect
Dal 13 marzo al primo aprile 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA OBLOM
Torino, Via Giuseppe Baretti, 28, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Baretti, 28, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 16-20; sabato su appuntamento
Vernissage
13 Marzo 2015, ore 18,30
Autore
Curatore