Non sempre è delineato o delineabile il confine tra arte ed esoterismo. In
una simbiosi di segni e figure, forme e simboli, l'arte di 222, evoca
metamorfosi di tutto ciò che si evolve, muta, trascende, si scompone in
surreali immagini tra mitico, metafisico, ed immagini a tratti demoniache.
In un efferato tentativo di esprimere l'inespresso, attanagliato nelle linee
pittoriche dal mal de vivre dei poeti maledetti, l'osservatore viene
trascinato dall'artista, non senza colpi di scena, in un'angoscia
baudeleriana, tra sussulti e stati ansiotici, si è confusi, smarriti,
cercando una figura, un tratto, una parvenza di sereno, eppure volti
tumefatti, giammai univoci nell'espressione colgono il turbamento
dell'osservatore ma ne celano l'arcano responso. Come mortali alle porte
dell'Ades, si attendono le Parche ad annunziare l'agognata soluzione, ma
ecco affacciarsi beffardo un "Lil Demon", che abbozzando un sorriso
sarcastico suggerisce all'osservatore la chiave di lettura di 222:
l'interpretazione dell'immagine è in realtà nella mente di ciascun
osservatore che ricerca e probabilmente trova, nelle figure pittoriche la
soglia che lo separa da ciò che vorrebbe capire ma che in realtà teme.