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Luca Grossi – Impasto
Luca Grossi espone alcune pitture di una lunga ricerca. Lavora spesso in serie, impastando colori ad olio a materiali più naturali come la cenere o a volte il carbone. Lavora su ricordi, immagini e figure che tenta di cogliere dalla sua memoria, per questo spesso perdono nitidezza.
Comunicato stampa
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SPAZIO PANE – Forno e arte contemporanea
Via Guglielmo Marconi 71,
03030, Campoli Appennino (FR)
VERNISSAGE
02.06.2023 ore 18:00
La mostra si può visitare fino al 25.06.2023
Orari mostra:
dal martedi alla domenica, dalle 7:30 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00.
Mostra curata #4
02.06.2023 – 25.06.2023
Luca Grossi
Impasto
A cura di
Marco D’Emilia
Impasto
L’impasto è quello del colore per Luca Grossi, per la famiglia l’impasto è quello di casa. Per Spazio Pane è quello del pane, del recupero della tradizione, della ricerca di quelle memorie antiche, di paese che oggi, tanto, si cerca di recuperare. E’ anche la fusione tra prodotti di prima necessità come l’arte e il pane. Tubetto di colore, olio, pensieri, ricordi. Luca aggiunge anche materie come la cenere, a volte, in altri suoi lavori, il carbone o elementi presi dalla natura, primordiali. Lavora nella sua casa studio dove si occupa dell’orto, cucina erbe che ha imparato a riconoscere grazie a sua nonna. Il lavoro di Luca è come la sua vita, un impasto quotidiano tra prodotti della terra che coltiva e una ricerca artistica che deriva da ricordi, memorie, vite passate, persone incontrate. Interpreta tutto in un presente, con coerenza usando anche strumenti naturali fai da te. Spazio pane mantiene lo stesso intento di ricerca, che parte dalle materie prime, quelle che cerca dalla tradizione insieme alle ricette di vecchia data. Quelle della gente di paese, della memoria più antica della nostra terra. Luca anche è ciociaro e parla dei preziosi insegnamenti della nonna, come delle sue pitture impastate di ricordi accennati, memorie soffuse, volti esistenti anche se poco definiti, colori ad olio e poi di cenere.
Spazio Pane
Il fluire del tempo e il limite intimo della dissoluzione
I lavori di Luca Grossi presentati a Spazio Pane riassumono il senso e gli esiti di una ricerca ulteriormente volta, negli ultimi anni, a indagare il segreto del tempo attraverso un viaggio nella propria intimità. E’ la domanda insoluta sul senso della nostra presenza: il senso ultimo del passaggio e della fine del tempo. La temporalità in bilico, fragile e inconsistente emerge ovunque nel percorso di Luca Grossi. L’elemento fotografico interrogato e decantato nelle opere degli anni passati, ora è ridotto a traccia narrativa e assume il significato di parzialità, di frammento: da cui ha origine il processo creativo che consente la ridefinizione soggettiva di una narrazione che non può prescindere dai sentimenti individuali del ricordo e dell’emozione. Durante l’infanzia si accumula un gran numero di immagini che come polvere o cenere sono lasciate a sedimentare, a diventare coltre e per tutta la vita si procede a riconoscere quelle. Ecco, Luca Grossi non fa che riconoscerle e attraverso il suo fare vuole tornare a comprenderle; mettere insieme i frammenti di una realtà dissolta: polvere e cenere sono radunati e impastati in opere la cui oggettività è ricomposta secondo le leggi dell’emozione e del ricordo. L’elemento visivo è il risultato di un percorso individuale compiuto intorno a testimonianze sfaldate, la cui rievocazione è sostenuta dalle suggestioni accese da un pensiero intimo capace di far rivivere il ricordo. Il tentativo di interrompere il fluire del tempo, congelandone le memorie visive, restituisce opere in cui la dimensione dell’immagine è anche la dimensione del ricordo. Bloccare il tempo per Luca Grossi equivale a interromperne l’azione corrosiva: la cancellazione progressiva di quelle emozioni a cui nella contingenza non si è riusciti a dare forma o traccia. In tal senso la ricerca di Luca diventa un’urgenza che non può essere soddisfatta dal potenziale evocativo dell’immagine fotografica perché la dimensione in cui egli si muove, ben oltre la registrazione del dato visivo, riguarda, appunto, la complessità della sfera emotiva: attraversata da suggestioni/bagliori più o meno labili. La caducità dei sedimenti mnemonici riverbera nella frammentarietà reliquiale delle opere: immagini interrotte appaiono isolate e quasi riassorbite nello spazio della parete, metafora di una dimensione più mentale che fisica. A volte, invece, accade che una serie di piccoli quadri sono riuniti a ricostruire, o meglio, ridefinire una narrazione più complessa. Le opere di Luca Grossi sembrano perdere la propria fisicità avvicinandosi al limite presso il quale ogni presenza diventa solo intuibile e nell’inconsistente fragilità acquista una drammaticità inquietante. Dai dipinti sembra emanare una luce tenue e fitta il cui spessore è evocato dal corpo della pittura; gli impasti si addensano sopra sagome già precarie in stratificazioni che equivalgono alla cifra di una distanza o al grado di oblio. Sovente il luccichio di un ciondolo cattura l’attenzione; lo sguardo vaga invano alla ricerca di un profilo, di un collegamento visivo; ogni traccia di presenza sembra dissolta nella luminosità dello spazio circostante: quel riverbero e il silenzio dominante restano gli unici protagonisti a cui è affidato il ricordo di un’emozione.
Marco D’Emilia
Luca Grossi (Ceprano - FR - 1980)
Sin da piccolo coltiva una forte passione per il disegno che presto accosterà alla pittura e alle sue prime forme sperimentali. Nel 2005 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, dove ha modo di esplorare e praticare tecniche artistiche eterogenee che lo condurranno a nuove forme di ricerca. Con i suoi elaborati, spesso seriali, evoca memorie d’infanzia, legate alla morte e alla dimenticanza nel tempo. Attraverso l’utilizzo di molteplici linguaggi artistici cerca di interagire con la ricostruzione dei ricordi comunicando, a se e lo spettatore, ciò che il tempo può restituire al presente per tramite di segni e concetti inconsci - o i ricordi stessi, dettati da ritrovamenti di valenza affettiva (fotografie di famiglia, oggetti comuni) in grado di riattivare remoti stati emozionali.
Tra le personali:
2019: NASCERIS, galleria La corte - Arce (FR).
RISORGI MENTE, residenza artistica a cura del collettivo MADRE, Bussana Vecchia - Sanremo.
2018: INCONTRI (dal dialogo delle incognite) mostra personale, a cura di Valentina Lilla, Biblioteca Moby Dick - Roma.
Tra le collettive:
2019: ITALIAN ART, a cura di Laura Ginatta, galleria Le Local 14, Parigi.
2017: SPATIUM, gruppo MADRE, palazzo della cultura - Latina.
MOMENTO 0, gruppo MADRE a cura di Cinzia Tesio, galleria civica di Casa Francotto, Cuneo.
SPATIUM 2.0, gruppo MADRE, Museo, SPAZIO PAD, Torino.
2015: PARATISSIMA SKOPJE INTERNATIONAL CONTEPORARY FAIR, Skopje - Macedonia.
PARATISSIMA X Edizione, Fiera d’arte contemporanea, Torino.
Via Guglielmo Marconi 71,
03030, Campoli Appennino (FR)
VERNISSAGE
02.06.2023 ore 18:00
La mostra si può visitare fino al 25.06.2023
Orari mostra:
dal martedi alla domenica, dalle 7:30 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 20:00.
Mostra curata #4
02.06.2023 – 25.06.2023
Luca Grossi
Impasto
A cura di
Marco D’Emilia
Impasto
L’impasto è quello del colore per Luca Grossi, per la famiglia l’impasto è quello di casa. Per Spazio Pane è quello del pane, del recupero della tradizione, della ricerca di quelle memorie antiche, di paese che oggi, tanto, si cerca di recuperare. E’ anche la fusione tra prodotti di prima necessità come l’arte e il pane. Tubetto di colore, olio, pensieri, ricordi. Luca aggiunge anche materie come la cenere, a volte, in altri suoi lavori, il carbone o elementi presi dalla natura, primordiali. Lavora nella sua casa studio dove si occupa dell’orto, cucina erbe che ha imparato a riconoscere grazie a sua nonna. Il lavoro di Luca è come la sua vita, un impasto quotidiano tra prodotti della terra che coltiva e una ricerca artistica che deriva da ricordi, memorie, vite passate, persone incontrate. Interpreta tutto in un presente, con coerenza usando anche strumenti naturali fai da te. Spazio pane mantiene lo stesso intento di ricerca, che parte dalle materie prime, quelle che cerca dalla tradizione insieme alle ricette di vecchia data. Quelle della gente di paese, della memoria più antica della nostra terra. Luca anche è ciociaro e parla dei preziosi insegnamenti della nonna, come delle sue pitture impastate di ricordi accennati, memorie soffuse, volti esistenti anche se poco definiti, colori ad olio e poi di cenere.
Spazio Pane
Il fluire del tempo e il limite intimo della dissoluzione
I lavori di Luca Grossi presentati a Spazio Pane riassumono il senso e gli esiti di una ricerca ulteriormente volta, negli ultimi anni, a indagare il segreto del tempo attraverso un viaggio nella propria intimità. E’ la domanda insoluta sul senso della nostra presenza: il senso ultimo del passaggio e della fine del tempo. La temporalità in bilico, fragile e inconsistente emerge ovunque nel percorso di Luca Grossi. L’elemento fotografico interrogato e decantato nelle opere degli anni passati, ora è ridotto a traccia narrativa e assume il significato di parzialità, di frammento: da cui ha origine il processo creativo che consente la ridefinizione soggettiva di una narrazione che non può prescindere dai sentimenti individuali del ricordo e dell’emozione. Durante l’infanzia si accumula un gran numero di immagini che come polvere o cenere sono lasciate a sedimentare, a diventare coltre e per tutta la vita si procede a riconoscere quelle. Ecco, Luca Grossi non fa che riconoscerle e attraverso il suo fare vuole tornare a comprenderle; mettere insieme i frammenti di una realtà dissolta: polvere e cenere sono radunati e impastati in opere la cui oggettività è ricomposta secondo le leggi dell’emozione e del ricordo. L’elemento visivo è il risultato di un percorso individuale compiuto intorno a testimonianze sfaldate, la cui rievocazione è sostenuta dalle suggestioni accese da un pensiero intimo capace di far rivivere il ricordo. Il tentativo di interrompere il fluire del tempo, congelandone le memorie visive, restituisce opere in cui la dimensione dell’immagine è anche la dimensione del ricordo. Bloccare il tempo per Luca Grossi equivale a interromperne l’azione corrosiva: la cancellazione progressiva di quelle emozioni a cui nella contingenza non si è riusciti a dare forma o traccia. In tal senso la ricerca di Luca diventa un’urgenza che non può essere soddisfatta dal potenziale evocativo dell’immagine fotografica perché la dimensione in cui egli si muove, ben oltre la registrazione del dato visivo, riguarda, appunto, la complessità della sfera emotiva: attraversata da suggestioni/bagliori più o meno labili. La caducità dei sedimenti mnemonici riverbera nella frammentarietà reliquiale delle opere: immagini interrotte appaiono isolate e quasi riassorbite nello spazio della parete, metafora di una dimensione più mentale che fisica. A volte, invece, accade che una serie di piccoli quadri sono riuniti a ricostruire, o meglio, ridefinire una narrazione più complessa. Le opere di Luca Grossi sembrano perdere la propria fisicità avvicinandosi al limite presso il quale ogni presenza diventa solo intuibile e nell’inconsistente fragilità acquista una drammaticità inquietante. Dai dipinti sembra emanare una luce tenue e fitta il cui spessore è evocato dal corpo della pittura; gli impasti si addensano sopra sagome già precarie in stratificazioni che equivalgono alla cifra di una distanza o al grado di oblio. Sovente il luccichio di un ciondolo cattura l’attenzione; lo sguardo vaga invano alla ricerca di un profilo, di un collegamento visivo; ogni traccia di presenza sembra dissolta nella luminosità dello spazio circostante: quel riverbero e il silenzio dominante restano gli unici protagonisti a cui è affidato il ricordo di un’emozione.
Marco D’Emilia
Luca Grossi (Ceprano - FR - 1980)
Sin da piccolo coltiva una forte passione per il disegno che presto accosterà alla pittura e alle sue prime forme sperimentali. Nel 2005 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, dove ha modo di esplorare e praticare tecniche artistiche eterogenee che lo condurranno a nuove forme di ricerca. Con i suoi elaborati, spesso seriali, evoca memorie d’infanzia, legate alla morte e alla dimenticanza nel tempo. Attraverso l’utilizzo di molteplici linguaggi artistici cerca di interagire con la ricostruzione dei ricordi comunicando, a se e lo spettatore, ciò che il tempo può restituire al presente per tramite di segni e concetti inconsci - o i ricordi stessi, dettati da ritrovamenti di valenza affettiva (fotografie di famiglia, oggetti comuni) in grado di riattivare remoti stati emozionali.
Tra le personali:
2019: NASCERIS, galleria La corte - Arce (FR).
RISORGI MENTE, residenza artistica a cura del collettivo MADRE, Bussana Vecchia - Sanremo.
2018: INCONTRI (dal dialogo delle incognite) mostra personale, a cura di Valentina Lilla, Biblioteca Moby Dick - Roma.
Tra le collettive:
2019: ITALIAN ART, a cura di Laura Ginatta, galleria Le Local 14, Parigi.
2017: SPATIUM, gruppo MADRE, palazzo della cultura - Latina.
MOMENTO 0, gruppo MADRE a cura di Cinzia Tesio, galleria civica di Casa Francotto, Cuneo.
SPATIUM 2.0, gruppo MADRE, Museo, SPAZIO PAD, Torino.
2015: PARATISSIMA SKOPJE INTERNATIONAL CONTEPORARY FAIR, Skopje - Macedonia.
PARATISSIMA X Edizione, Fiera d’arte contemporanea, Torino.
02
giugno 2023
Luca Grossi – Impasto
Dal 02 al 25 giugno 2023
arte contemporanea
Location
Spazio Pane
Campoli Appennino, Via G. Marconi, 71, (FR)
Campoli Appennino, Via G. Marconi, 71, (FR)
Orario di apertura
Da martedì a domenica ore 7:30 - 13:00 e 16:00 - 20:00
Vernissage
2 Giugno 2023, 18:00
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