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Luca Lupi – Esposizione
Terza personale di Lupi in galleria a cura di Ilaria Mariotti. Una nuova serie di opere create nel periodo del lockdown della primavera del 2020: immagini semplici che si accampano sul piano prodotte dal lavorio della luce che nell’arco di tempo dell’esposizione erode i pigmenti delle carte colorate
Comunicato stampa
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Luca Lupi
Esposizione
a cura di Ilaria Mariotti
10 aprile – 15 maggio 2021
apertura sabato 10 aprile 2021, dalle ore 17.30
Sorprendenti nella loro apparente semplicità e sintesi sono queste opere nuove di Luca Lupi.
Fotografo, dedicato alla sfida di cogliere l’infinito (le serie fotografiche sul mare), il finito in uno sguardo (la terra vista dal mare) l’indistinto e il velato, i contorni del paesaggio, l’attimo e la durata, Luca Lupi sembra qui fare esperienza di tutto il lavoro con la luce ma spostando il piano della ricerca su un ambito che definirei parallelo.
In fotografia l’immagine si forma per la luce catturata da dispositivi più o meno sofisticati.
Le Esposizioni, questo il titolo per tutte le opere della nuova serie, sono immagini semplici (cerchi, rettangoli che talvolta si dilatano improvvisamente), o definibili come superfici che si accampano sul piano. Esse sono prodotte dal lavorio della luce che nell’arco di tempo dell’esposizione erode i pigmenti delle carte colorate.
Lupi ha iniziato questa serie nel periodo del lockdown più duro, quello della primavera del 2020: un tempo di isolamento forzato e di clausura. I mari e le coste lontani, la natura più frequentata e più attenzionata in qualche modo inaccessibile. Il progetto e le immagini cercate solo nella testa.
Ha iniziato a esporre i fogli colorati alla luce del sole sperimentando tenuta e effetti, moltiplicando le variabili, testando durata e risultati. Un processo di sperimentazione che parte da cose semplici, domestiche, vicine. Le finestre, ad esempio. Ha iniziato a costruire mascherature sempre più elaborate, con gli spigoli smussati o dritti, verticali rispetto alla superficie: schermi con i quali nascondere al sole porzioni di carta, studiando il modo in cui la luce penetra nelle fessure, si diffrange negli spiragli, erode il colore in modo non uniforme. Testa gli effetti della durata dell’esposizione. Lunghissimi all’inizio, venti giorni, un mese e anche due talvolta per avere un risultato significativo: e non sempre è la stessa cosa per tutti i colori perché i gialli, i rossi, i viola, i verdi reagiscono in maniera diversa.
Il lavoro si evolve, la sperimentazione si fa più sofisticata: lampade utilizzate nella diagnostica artistica (che hanno la stessa frequenza della luce solare) poi quelle ancora più potenti accorciano i tempi di esposizione; il banco di lavoro può essere trasferito in studio, permette di operare in piano, poi di testare posizioni del foglio esposto direttamente alla fonte luminosa eliminando la mascheratura.
Sul retro di ogni carta Lupi segna il tempo di esposizione: mascherature, inclinazioni, colore, tempi producono pezzi unici, declinano, insieme al numero progressivo, il titolo seriale.
Carte divise a metà da vampate di luce che durano mesi, giorni o ore, riverberi sul fronte che segna la zona delle carte esposta alla luce da quella rimasta protetta; cerchi e rettangoli che sono frutto di mascherature più geometriche, esposizioni sempre più calibrate.
Ma quello che ci si squaderna davanti agli occhi è un ricco immaginario di variabili acheropite – così come del resto non da mano umana nasce la fotografia – dove la luce, naturale o artificiale, indirizzata, convogliata, allentata, sembra al contempo materia e apparizione, fenomeno e oggetto. La nostra immaginazione e sensibilità fanno il resto: compaiono orizzonti marini investiti da ultimi bagliori o luci d’alba, finestre simboliche che per la pastosità delle carte sono apparizioni incarnate, ci pare di poter intravedere un paesaggio lì dove la luce ha macchiato il foglio consumandolo “per via di levare”.
Figure e astrazioni insieme richiamano a noi un immaginario vasto e articolato, talvolta conflittuale: dalle apparizioni monocromatiche suprematiste di Ivan Vasil'evič Kljun alle campiture liquide di Mark Rothko per via di slabbrature dei margini e un senso di indefinitezza che stacca le forme dal foglio. Mobili e fisse nello stesso tempo.
Esposizione
a cura di Ilaria Mariotti
10 aprile – 15 maggio 2021
apertura sabato 10 aprile 2021, dalle ore 17.30
Sorprendenti nella loro apparente semplicità e sintesi sono queste opere nuove di Luca Lupi.
Fotografo, dedicato alla sfida di cogliere l’infinito (le serie fotografiche sul mare), il finito in uno sguardo (la terra vista dal mare) l’indistinto e il velato, i contorni del paesaggio, l’attimo e la durata, Luca Lupi sembra qui fare esperienza di tutto il lavoro con la luce ma spostando il piano della ricerca su un ambito che definirei parallelo.
In fotografia l’immagine si forma per la luce catturata da dispositivi più o meno sofisticati.
Le Esposizioni, questo il titolo per tutte le opere della nuova serie, sono immagini semplici (cerchi, rettangoli che talvolta si dilatano improvvisamente), o definibili come superfici che si accampano sul piano. Esse sono prodotte dal lavorio della luce che nell’arco di tempo dell’esposizione erode i pigmenti delle carte colorate.
Lupi ha iniziato questa serie nel periodo del lockdown più duro, quello della primavera del 2020: un tempo di isolamento forzato e di clausura. I mari e le coste lontani, la natura più frequentata e più attenzionata in qualche modo inaccessibile. Il progetto e le immagini cercate solo nella testa.
Ha iniziato a esporre i fogli colorati alla luce del sole sperimentando tenuta e effetti, moltiplicando le variabili, testando durata e risultati. Un processo di sperimentazione che parte da cose semplici, domestiche, vicine. Le finestre, ad esempio. Ha iniziato a costruire mascherature sempre più elaborate, con gli spigoli smussati o dritti, verticali rispetto alla superficie: schermi con i quali nascondere al sole porzioni di carta, studiando il modo in cui la luce penetra nelle fessure, si diffrange negli spiragli, erode il colore in modo non uniforme. Testa gli effetti della durata dell’esposizione. Lunghissimi all’inizio, venti giorni, un mese e anche due talvolta per avere un risultato significativo: e non sempre è la stessa cosa per tutti i colori perché i gialli, i rossi, i viola, i verdi reagiscono in maniera diversa.
Il lavoro si evolve, la sperimentazione si fa più sofisticata: lampade utilizzate nella diagnostica artistica (che hanno la stessa frequenza della luce solare) poi quelle ancora più potenti accorciano i tempi di esposizione; il banco di lavoro può essere trasferito in studio, permette di operare in piano, poi di testare posizioni del foglio esposto direttamente alla fonte luminosa eliminando la mascheratura.
Sul retro di ogni carta Lupi segna il tempo di esposizione: mascherature, inclinazioni, colore, tempi producono pezzi unici, declinano, insieme al numero progressivo, il titolo seriale.
Carte divise a metà da vampate di luce che durano mesi, giorni o ore, riverberi sul fronte che segna la zona delle carte esposta alla luce da quella rimasta protetta; cerchi e rettangoli che sono frutto di mascherature più geometriche, esposizioni sempre più calibrate.
Ma quello che ci si squaderna davanti agli occhi è un ricco immaginario di variabili acheropite – così come del resto non da mano umana nasce la fotografia – dove la luce, naturale o artificiale, indirizzata, convogliata, allentata, sembra al contempo materia e apparizione, fenomeno e oggetto. La nostra immaginazione e sensibilità fanno il resto: compaiono orizzonti marini investiti da ultimi bagliori o luci d’alba, finestre simboliche che per la pastosità delle carte sono apparizioni incarnate, ci pare di poter intravedere un paesaggio lì dove la luce ha macchiato il foglio consumandolo “per via di levare”.
Figure e astrazioni insieme richiamano a noi un immaginario vasto e articolato, talvolta conflittuale: dalle apparizioni monocromatiche suprematiste di Ivan Vasil'evič Kljun alle campiture liquide di Mark Rothko per via di slabbrature dei margini e un senso di indefinitezza che stacca le forme dal foglio. Mobili e fisse nello stesso tempo.
10
aprile 2021
Luca Lupi – Esposizione
Dal 10 aprile al 15 maggio 2021
arte contemporanea
Location
CARDELLI & FONTANA ARTE CONTEMPORANEA
Sarzana, Via Torrione Stella Nord, 5, (La Spezia)
Sarzana, Via Torrione Stella Nord, 5, (La Spezia)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 10-12.30 e 16.30-19.30
Vernissage
10 Aprile 2021, 17.30
Autore
Curatore