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Luca Matti – La vita intrepida
Stanza 251 apre la sua mostra per l’inverno 2023-24. Vengono presentate una serie di opere dell’artista fiorentino Luca Matti sospese tra labirinto borgesiano e architettura industriale.
Comunicato stampa
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E' sorprendente che in una città come Firenze (luogo simbolo dell'arte rinascimentale nel mondo) sia nato ed operi un artista come Luca Matti che dedica una buona parte del proprio lavoro pittorico alla creazione-riproduzione di architetture che acquistano il valore di una assoluta modernità perduta.
Partito anni fa da una attitudine quasi fumettistica (segno immediato, grande potenza comunicativa, personaggi inconfondibili) Luca Matti è andato poi affinando questa sua componente, inserendola in un ampio universo espressivo. Oggi pratica una pittura figurativa con estrema attenzione nell'uso del colore (viraggio tonale sulla gamma del grigio o dell'ocra più terrosa) che ci restituisce intricate architetture, foreste impenetrabili, metropoli con edifici affastellati uno sopra l'altro. Altre volte fanno la loro apparizione delle sculture di gomma nera che raffigurano figure animalesche un po' mostruose nello stile del romanzo Pasto nudo di William S. Burroughs e del relativo film diretto da David Cronenberg. In certi casi la scultura può essere di formato ridottissimo, ad esempio una semplice pallina da ping pong decorata in modo da risultare un palcoscenico sontuoso, capace di contenere un intero mondo sulla sua minima superficie.
Se siete curiosi di scoprire i riferimenti alla storia dell'arte e le influenze di altri artisti contenuti nelle opere di Matti, ecco una piccola lista ragionata. Potremmo iniziare con le Carceri di invenzione di Giovanni Piranesi, la celebre serie di incisioni (1745-1760) raffiguranti architetture monumentali ed ossessive. Naturalmente dobbiamo aggiungere le opere di Escher, l'artista olandese maestro degli inganni prospettici, famoso creatore di sorprendenti punti di vista. Quando il segno di Matti si fa più tenebroso e turbolento, i suoi oscuri personaggi rivelano una certa affinità con lo stile di William Kentridge. A questi maestri aggiungiamo una più generale parentela con l'Espressionismo tedesco (pittura e cinema) di inizio Novecento, una delle più potenti ed influenti avanguardie del secolo scorso.
Matti dipinge architetture novecentesche corrose dal tempo, vuoti spazi abbandonati, palazzi enigmatici che si stagliano contro il cielo e ci parlano di una modernità invecchiata. E' il caso delle opere contenute in questa mostra personale – La vita intrepida - allestita a Firenze presso lo spazio espositivo Stanza 251, una selezione di lavori recenti (alcuni realizzati appositamente per questa occasione) che mettono in scena edifici misteriosi, una serie di luoghi ridotti ad una consumata essenzialità.
Potrebbe sembrare una collaudata avventura della nostalgia, indirizzata a recuperare il fascino dell'archeologia industriale. Ma in verità i conti non tornano, manca sempre qualcosa, oppure vediamo qualcosa di troppo. Vengono dal passato o dal futuro queste strutture? Difficile dirlo con certezza. Matti dipinge sempre oggetti e figure trasportando tutto fuori da un preciso orizzonte temporale. L'edificio interamente ricoperto dalle impalcature – vagamente minaccioso - a quale epoca appartiene ? E' una rovina disabitata? Lo scheletro di un albergo in costruzione? Una prigione del futuro?
Tempo e architettura danzano dentro queste opere, apparentemente realistiche, dipinte da Luca Matti con implacabile esattezza ma non in modo calligrafico. Probabilmente è giusto considerarle oggetti indefinibili, senza alcuna funzione tranne quella di suscitare curiosità ed emozione in chi le osserva. Forme-esca per accendere la nostra immaginazione.
Partito anni fa da una attitudine quasi fumettistica (segno immediato, grande potenza comunicativa, personaggi inconfondibili) Luca Matti è andato poi affinando questa sua componente, inserendola in un ampio universo espressivo. Oggi pratica una pittura figurativa con estrema attenzione nell'uso del colore (viraggio tonale sulla gamma del grigio o dell'ocra più terrosa) che ci restituisce intricate architetture, foreste impenetrabili, metropoli con edifici affastellati uno sopra l'altro. Altre volte fanno la loro apparizione delle sculture di gomma nera che raffigurano figure animalesche un po' mostruose nello stile del romanzo Pasto nudo di William S. Burroughs e del relativo film diretto da David Cronenberg. In certi casi la scultura può essere di formato ridottissimo, ad esempio una semplice pallina da ping pong decorata in modo da risultare un palcoscenico sontuoso, capace di contenere un intero mondo sulla sua minima superficie.
Se siete curiosi di scoprire i riferimenti alla storia dell'arte e le influenze di altri artisti contenuti nelle opere di Matti, ecco una piccola lista ragionata. Potremmo iniziare con le Carceri di invenzione di Giovanni Piranesi, la celebre serie di incisioni (1745-1760) raffiguranti architetture monumentali ed ossessive. Naturalmente dobbiamo aggiungere le opere di Escher, l'artista olandese maestro degli inganni prospettici, famoso creatore di sorprendenti punti di vista. Quando il segno di Matti si fa più tenebroso e turbolento, i suoi oscuri personaggi rivelano una certa affinità con lo stile di William Kentridge. A questi maestri aggiungiamo una più generale parentela con l'Espressionismo tedesco (pittura e cinema) di inizio Novecento, una delle più potenti ed influenti avanguardie del secolo scorso.
Matti dipinge architetture novecentesche corrose dal tempo, vuoti spazi abbandonati, palazzi enigmatici che si stagliano contro il cielo e ci parlano di una modernità invecchiata. E' il caso delle opere contenute in questa mostra personale – La vita intrepida - allestita a Firenze presso lo spazio espositivo Stanza 251, una selezione di lavori recenti (alcuni realizzati appositamente per questa occasione) che mettono in scena edifici misteriosi, una serie di luoghi ridotti ad una consumata essenzialità.
Potrebbe sembrare una collaudata avventura della nostalgia, indirizzata a recuperare il fascino dell'archeologia industriale. Ma in verità i conti non tornano, manca sempre qualcosa, oppure vediamo qualcosa di troppo. Vengono dal passato o dal futuro queste strutture? Difficile dirlo con certezza. Matti dipinge sempre oggetti e figure trasportando tutto fuori da un preciso orizzonte temporale. L'edificio interamente ricoperto dalle impalcature – vagamente minaccioso - a quale epoca appartiene ? E' una rovina disabitata? Lo scheletro di un albergo in costruzione? Una prigione del futuro?
Tempo e architettura danzano dentro queste opere, apparentemente realistiche, dipinte da Luca Matti con implacabile esattezza ma non in modo calligrafico. Probabilmente è giusto considerarle oggetti indefinibili, senza alcuna funzione tranne quella di suscitare curiosità ed emozione in chi le osserva. Forme-esca per accendere la nostra immaginazione.
15
dicembre 2023
Luca Matti – La vita intrepida
Dal 15 dicembre 2023 al 29 febbraio 2024
arte contemporanea
Location
Stanza 251
Firenze, Via del Drago D'Oro, 4r, (FI)
Firenze, Via del Drago D'Oro, 4r, (FI)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 16:00 - 19:00
Vernissage
15 Dicembre 2023, 18:00 - 20:00
Sito web
Autore
Produzione organizzazione