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Luca Monzani – (S)oggetti Migranti
La mostra si inserisce all’interno di Eppur si muove, la rassegna dello spazio Fourteen per la seconda stagione espositiva
Comunicato stampa
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Mi trovo a Chios, un’isola della Grecia. Sono qui per lavoro.
Come tante isole del Peloponneso anche quest’isola è stata travolta dallo sbarco dei profughi. La situazione è di stallo, molte famiglie sono qui da 3 mesi e i loro volti mostrano le tracce del proprio tempo e della sofferenza. Viaggiano di notte come clandestini portando in salvo il minimo indispensabile che sono riusciti a prendere.
Camminando tra gli scogli della costiera trovo oggetti privi di vita; questi, galleggiando nelle pozze delle maree, rimangono prigionieri tra le rocce senza una via di fuga.
Sono i loro effetti personali, persi nelle traversate notturne.
Calze, slip, scarpe, indumenti sono impregnati di significati e ricordi, di cui ora ne rimangono solo carcasse erose dalle acque del Mediterraneo.
Sono (S)oggetti migranti rimasti bloccati in un luogo, non loro natio, dal quale non hanno possibilità di uscita.
Ridonare vita a questi oggetti, quindi, significa ridare loro un’identità e una dignità.
Come un monumento, le 16 lastre di alluminio, riflettono le vite notturne di questi uomini e donne che ogni giorno attraversano il Mediterraneo nella speranza di un futuro.
Luca Monzani (giugno 2016)
Come tante isole del Peloponneso anche quest’isola è stata travolta dallo sbarco dei profughi. La situazione è di stallo, molte famiglie sono qui da 3 mesi e i loro volti mostrano le tracce del proprio tempo e della sofferenza. Viaggiano di notte come clandestini portando in salvo il minimo indispensabile che sono riusciti a prendere.
Camminando tra gli scogli della costiera trovo oggetti privi di vita; questi, galleggiando nelle pozze delle maree, rimangono prigionieri tra le rocce senza una via di fuga.
Sono i loro effetti personali, persi nelle traversate notturne.
Calze, slip, scarpe, indumenti sono impregnati di significati e ricordi, di cui ora ne rimangono solo carcasse erose dalle acque del Mediterraneo.
Sono (S)oggetti migranti rimasti bloccati in un luogo, non loro natio, dal quale non hanno possibilità di uscita.
Ridonare vita a questi oggetti, quindi, significa ridare loro un’identità e una dignità.
Come un monumento, le 16 lastre di alluminio, riflettono le vite notturne di questi uomini e donne che ogni giorno attraversano il Mediterraneo nella speranza di un futuro.
Luca Monzani (giugno 2016)
23
settembre 2017
Luca Monzani – (S)oggetti Migranti
Dal 23 settembre al 07 ottobre 2017
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
SPAZIO FOURTEEN ARTELLARO
Lerici, Piazza E. Figoli, 14, (La Spezia)
Lerici, Piazza E. Figoli, 14, (La Spezia)
Orario di apertura
24 ore su 24 (vetrina)
Vernissage
23 Settembre 2017, h 19
Autore
Curatore