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Luca Moretto
La cromia cangiante di Luca Moretto può indurre ad associazioni con le soluzioni della Pop Art, ma così non è. La sua ricerca tende ad allontanarsi dalla realtà hic et nunc, abbandonare con essa i dolori fisici, realmente vissuti, per costruire un linguaggio nuovo, dedicato alla traduzione della visione di un bambino, di un uomo futuro sul mondo nelle sue tonalità naturali, e non in quelle acquisite e/o imposte
Comunicato stampa
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"La mia arte è un gioco di colori, semplice e complesso, allo stesso modo delle espressioni della
natura, del corpo umano.” Luca Moretto
Le parole dell’artista sono necessarie, chiare e comprensibili come la sua arte. Il colore, acceso
e a plat, senza sfumature e pari alla parola detta con convinzione e certezza. Il gioco di colori,
il racconto sincero sono decisive per chi riconquista la propria vita scegliendo di fare arte. La
biografia di Luca Moretto contiene perdite radicali ma determinanti per intraprendere la scrittura
di un nuovo racconto, autobiografico ma soprattutto auto espressivo, che libera uno spirito, forse
troppo legato in precedenza alla materia.
Nascono forme fluide ed eleganti come linfe vitali che contengono, ogni una per se, sgorganti colori
pulsanti. Le campiture tonali, in perfetta giustapposizione, presto trasbordano e gonfiano le linee
contenitrici, trasformando il colore in forma fisica, morbida e tridimensionale.
Basta osservare un bambino disegnare per capire come la riproduzione fedele della realtà non è che
una delle tante versioni, forse la meno interessante, per rendere la complessità del nostro sguardo
sul mondo.
Ebbene, l’artista ritorna al gioco del bambino per acquisire la semplicità della visione e capacità
di dialogare con la natura, senza per questo ottenere risultati che culturalmente sono definiti naif,
bensì approdare in un mondo in continuo fluire, dinamico e libero, come il microcosmo cellulare.
Non a caso nominiamo questi elementi di carattere biomorfo che tanto ricordano le avanguardie
costruttivista. Essi introducono il moto vitale che nasce dai piccoli - grandi principi fito- e bio-
morfi che stanno all’origine della creazione, elementari ma fondamentali. Così anche le forme di
Moretto, semplici ma eloquenti, provocano interazione , causa la loro softness, e dimostrano con la
propria efficacia comunicativa che non di astrazione si tratta, ma della vita stessa vista da vicino.
La cromia cangiante di Luca Moretto può indurre ad associazioni con le soluzioni della Pop Art, ma
così non è. L’arte popolare, quella che è vera quando è comune, è lontana dalla poetica di Moretti.
La sua ricerca è rivolta verso un’espressione antropologicamente e, dunque, socialmente libera,
primaria, nativa. La sua poetica tende ad allontanarsi dalla realtà hic et nunc, abbandonare con essa
i dolori fisici, realmente vissuti, per intraprendere la costruzione di un linguaggio nuovo, dedicato
alla traduzione della visione di un bambino, di un uomo futuro sul mondo nelle sue tonalità naturali,
e non in quelle acquisite e/o imposte.
Con questo procedimento l’artista trasforma il dolore in gioia, il rosso stridente dell’Espressionismo
più violento o del Popolar più aggressivo nella porpora delle nuvole che Constable ammirò nel suo
sogno romantico, nel rosso dell’”arte nel sangue” che scorre nelle vene di Moretto. L’artista stesso
dichiara la “fede”, la “fiducia” , la speranza che il lavoro artistico gli dona:
“ Sento che un domani tutto avrà un senso, anche quello che ora mi sta facendo male,
un domani avrà un senso e che capirò che non è stato sofferenza inutile…”
Denitza Nedkova
natura, del corpo umano.” Luca Moretto
Le parole dell’artista sono necessarie, chiare e comprensibili come la sua arte. Il colore, acceso
e a plat, senza sfumature e pari alla parola detta con convinzione e certezza. Il gioco di colori,
il racconto sincero sono decisive per chi riconquista la propria vita scegliendo di fare arte. La
biografia di Luca Moretto contiene perdite radicali ma determinanti per intraprendere la scrittura
di un nuovo racconto, autobiografico ma soprattutto auto espressivo, che libera uno spirito, forse
troppo legato in precedenza alla materia.
Nascono forme fluide ed eleganti come linfe vitali che contengono, ogni una per se, sgorganti colori
pulsanti. Le campiture tonali, in perfetta giustapposizione, presto trasbordano e gonfiano le linee
contenitrici, trasformando il colore in forma fisica, morbida e tridimensionale.
Basta osservare un bambino disegnare per capire come la riproduzione fedele della realtà non è che
una delle tante versioni, forse la meno interessante, per rendere la complessità del nostro sguardo
sul mondo.
Ebbene, l’artista ritorna al gioco del bambino per acquisire la semplicità della visione e capacità
di dialogare con la natura, senza per questo ottenere risultati che culturalmente sono definiti naif,
bensì approdare in un mondo in continuo fluire, dinamico e libero, come il microcosmo cellulare.
Non a caso nominiamo questi elementi di carattere biomorfo che tanto ricordano le avanguardie
costruttivista. Essi introducono il moto vitale che nasce dai piccoli - grandi principi fito- e bio-
morfi che stanno all’origine della creazione, elementari ma fondamentali. Così anche le forme di
Moretto, semplici ma eloquenti, provocano interazione , causa la loro softness, e dimostrano con la
propria efficacia comunicativa che non di astrazione si tratta, ma della vita stessa vista da vicino.
La cromia cangiante di Luca Moretto può indurre ad associazioni con le soluzioni della Pop Art, ma
così non è. L’arte popolare, quella che è vera quando è comune, è lontana dalla poetica di Moretti.
La sua ricerca è rivolta verso un’espressione antropologicamente e, dunque, socialmente libera,
primaria, nativa. La sua poetica tende ad allontanarsi dalla realtà hic et nunc, abbandonare con essa
i dolori fisici, realmente vissuti, per intraprendere la costruzione di un linguaggio nuovo, dedicato
alla traduzione della visione di un bambino, di un uomo futuro sul mondo nelle sue tonalità naturali,
e non in quelle acquisite e/o imposte.
Con questo procedimento l’artista trasforma il dolore in gioia, il rosso stridente dell’Espressionismo
più violento o del Popolar più aggressivo nella porpora delle nuvole che Constable ammirò nel suo
sogno romantico, nel rosso dell’”arte nel sangue” che scorre nelle vene di Moretto. L’artista stesso
dichiara la “fede”, la “fiducia” , la speranza che il lavoro artistico gli dona:
“ Sento che un domani tutto avrà un senso, anche quello che ora mi sta facendo male,
un domani avrà un senso e che capirò che non è stato sofferenza inutile…”
Denitza Nedkova
29
marzo 2013
Luca Moretto
Dal 29 marzo al 06 aprile 2013
arte contemporanea
Location
MA GALLERY
Rezzato, Via Antonio Gramsci, 7, (Brescia)
Rezzato, Via Antonio Gramsci, 7, (Brescia)
Orario di apertura
15,00 -19,00
Vernissage
29 Marzo 2013, ore 20
Autore
Curatore