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Luca Pacioli. Tra Piero della Francesca e Leonardo
La mostra si propone dunque di esplorare i rapporti e le relazioni tra lo stesso Pacioli e i grandi pittori dell’epoca, indagando il venticinquennio cruciale per la transizione all’epoca moderna
Comunicato stampa
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Prosegue la ricca stagione espositiva del Museo Civico di Sansepolcro: dopo la mostra “Nel segno di Roberto Longhi. Piero della Francesca e Caravaggio”, che ha portato nella cittadina toscana una delle opere più celebri di Caravaggio, il Ragazzo morso da un ramarro, è la volta di “Luca Pacioli. Tra Piero della Francesca e Leonardo”. A partire dal 10 giugno dunque una nuova occasione per ammirare importanti opere dei grandi maestri dell’arte italiana in dialogo con i capolavori di Piero della Francesca.
Ricorre quest’anno il cinquecentenario dalla morte di fra’ Luca Pacioli (Borgo Sansepolcro, 1445 circa – Roma, 19 giugno 1517): matematico, filosofo, ispiratore e amico di grandi artisti, autore di una visione del mondo sulla soglia di un radicale cambiamento delle prospettive universali, nella geografia, nei rapporti economici, nel potere politico, nella religione. La figura di Luca Pacioli ci aiuta a comprendere un’epoca di radicali cambiamenti, il passaggio verso un mondo globale.
La sua carriera si svolge lungo un quarto di secolo, tra due date altamente simboliche. La prima data è il giorno della morte di Piero della Francesca: quello stesso 12 ottobre 1492 in cui Cristoforo Colombo (ancora inconsapevolmente) mette piede sul Nuovo Continente. La seconda data è il 1517, anno della morte di Pacioli ma anche momento in cui si apre la Riforma di Martin Lutero. Nulla sarà più come prima.
Durante questi venticinque anni Luca Pacioli viaggia, insegna, scrive, incontra artisti, frequenta corti rinascimentali e storiche università, si confronta con i matematici, diventa un’autorità assoluta in Europa per quanto riguarda l’organizzazione dei libri commerciali e per lo sviluppo della geometria solida. Il suo principale trattato, De Divina Proportione, scritto durante il soggiorno alla corte milanese di Ludovico il Moro, e illustrato grazie alla collaborazione con Leonardo da Vinci, è una delle opere fondamentali per capire l’arte e la cultura dell’umanesimo prospettico.
Piero della Francesca e Leon Battista Alberti; Bramante e Raffaello; Leonardo e Albrecht Dürer: l’elenco degli artisti con cui Luca Pacioli entra in contatto è impressionante, riunisce alcuni dei massimi protagonisti del passaggio tra la visione del mondo quattrocentesca e l’apertura a orizzonti nuovi, in una combinazione tra il rigore della geometria e la disponibilità a “mettersi in gioco” su spazi geografici e mentali molto più aperti. Dalla logica di una costruzione “chiusa”, attentamente misurata dalle risorse fisiche e intellettuali dell’uomo, si passa progressivamente a un respiro universale.
La mostra “Luca Pacioli. Tra Piero della Francesca e Leonardo” si propone dunque di esplorare i rapporti e le relazioni tra lo stesso Pacioli e i grandi pittori dell’epoca, indagando il venticinquennio cruciale per la transizione all’epoca moderna. In mostra, accanto ai tre scritti di Pacioli (De Divina Proportione, Summa de Arithmetica, De ludo schaccorum, detto Schifanoia), il celebre “Studio per la testa di Leda” di Leonardo da Vinci, concesso in prestito dalle Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco, due incisioni di Dürer, e una Madonna con il Bambino del Giampietrino, dal Museo Poldi Pezzoli di Milano. Splendide sono le due tarsie con solidi geometrici, realizzate da frà Damiano Zambelli seguendo esattamente le indicazioni di Pacioli, provenienti dal convento di San Domenico a Bologna. Parte integrante della mostra sono inoltre il nitido Ritratto d’uomo di Ercole de’ Roberti (collezione privata) e i capolavori del Museo di Sansepolcro, come il San Giuliano di Piero della Francesca e il Martirio di san Quintino di Jacopo Pontormo, inseriti come parte integrante nel percorso espositivo.
“Luca Pacioli. Tra Piero della Francesca e Leonardo” è curata da Stefano Zuffi, promossa dal Comune di Sansepolcro ed organizzata da Civita Mostre.
Il catalogo della mostra, edito da Marsilio, comprende saggi di Stefano Zuffi e Simone Ferrari L’allestimento, progettato da Corrado Anselmi, è volto alla valorizzazione del dialogo tra le opere esposte nel Museo e i prestiti di fama internazionale protagonisti della mostra.
La mostra dedicata a Luca Pacioli si inserisce inoltre in un più ampio programma culturale, che comprende un convegno internazionale di studi (14-17 giugno), seminari didattici, iniziative per le scuole, competizioni scacchistiche (Pacioli è stato anche autore di un trattato sul gioco degli scacchi, scritto alla corte di Mantova per Isabella d’Este), e percorsi che si sviluppano tra il Museo Civico e la Casa di Piero della Francesca. Attraverso opere d’arte di profonda bellezza, preziosi volumi, memorie storiche e installazioni immersive, sempre in dialogo con i capolavori di Piero della Francesca ospitati nel Museo, la mostra vuole ricordare il ruolo fondamentale avuto da Luca Pacioli nello sviluppo di una moderna visione del mondo.
Ricorre quest’anno il cinquecentenario dalla morte di fra’ Luca Pacioli (Borgo Sansepolcro, 1445 circa – Roma, 19 giugno 1517): matematico, filosofo, ispiratore e amico di grandi artisti, autore di una visione del mondo sulla soglia di un radicale cambiamento delle prospettive universali, nella geografia, nei rapporti economici, nel potere politico, nella religione. La figura di Luca Pacioli ci aiuta a comprendere un’epoca di radicali cambiamenti, il passaggio verso un mondo globale.
La sua carriera si svolge lungo un quarto di secolo, tra due date altamente simboliche. La prima data è il giorno della morte di Piero della Francesca: quello stesso 12 ottobre 1492 in cui Cristoforo Colombo (ancora inconsapevolmente) mette piede sul Nuovo Continente. La seconda data è il 1517, anno della morte di Pacioli ma anche momento in cui si apre la Riforma di Martin Lutero. Nulla sarà più come prima.
Durante questi venticinque anni Luca Pacioli viaggia, insegna, scrive, incontra artisti, frequenta corti rinascimentali e storiche università, si confronta con i matematici, diventa un’autorità assoluta in Europa per quanto riguarda l’organizzazione dei libri commerciali e per lo sviluppo della geometria solida. Il suo principale trattato, De Divina Proportione, scritto durante il soggiorno alla corte milanese di Ludovico il Moro, e illustrato grazie alla collaborazione con Leonardo da Vinci, è una delle opere fondamentali per capire l’arte e la cultura dell’umanesimo prospettico.
Piero della Francesca e Leon Battista Alberti; Bramante e Raffaello; Leonardo e Albrecht Dürer: l’elenco degli artisti con cui Luca Pacioli entra in contatto è impressionante, riunisce alcuni dei massimi protagonisti del passaggio tra la visione del mondo quattrocentesca e l’apertura a orizzonti nuovi, in una combinazione tra il rigore della geometria e la disponibilità a “mettersi in gioco” su spazi geografici e mentali molto più aperti. Dalla logica di una costruzione “chiusa”, attentamente misurata dalle risorse fisiche e intellettuali dell’uomo, si passa progressivamente a un respiro universale.
La mostra “Luca Pacioli. Tra Piero della Francesca e Leonardo” si propone dunque di esplorare i rapporti e le relazioni tra lo stesso Pacioli e i grandi pittori dell’epoca, indagando il venticinquennio cruciale per la transizione all’epoca moderna. In mostra, accanto ai tre scritti di Pacioli (De Divina Proportione, Summa de Arithmetica, De ludo schaccorum, detto Schifanoia), il celebre “Studio per la testa di Leda” di Leonardo da Vinci, concesso in prestito dalle Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco, due incisioni di Dürer, e una Madonna con il Bambino del Giampietrino, dal Museo Poldi Pezzoli di Milano. Splendide sono le due tarsie con solidi geometrici, realizzate da frà Damiano Zambelli seguendo esattamente le indicazioni di Pacioli, provenienti dal convento di San Domenico a Bologna. Parte integrante della mostra sono inoltre il nitido Ritratto d’uomo di Ercole de’ Roberti (collezione privata) e i capolavori del Museo di Sansepolcro, come il San Giuliano di Piero della Francesca e il Martirio di san Quintino di Jacopo Pontormo, inseriti come parte integrante nel percorso espositivo.
“Luca Pacioli. Tra Piero della Francesca e Leonardo” è curata da Stefano Zuffi, promossa dal Comune di Sansepolcro ed organizzata da Civita Mostre.
Il catalogo della mostra, edito da Marsilio, comprende saggi di Stefano Zuffi e Simone Ferrari L’allestimento, progettato da Corrado Anselmi, è volto alla valorizzazione del dialogo tra le opere esposte nel Museo e i prestiti di fama internazionale protagonisti della mostra.
La mostra dedicata a Luca Pacioli si inserisce inoltre in un più ampio programma culturale, che comprende un convegno internazionale di studi (14-17 giugno), seminari didattici, iniziative per le scuole, competizioni scacchistiche (Pacioli è stato anche autore di un trattato sul gioco degli scacchi, scritto alla corte di Mantova per Isabella d’Este), e percorsi che si sviluppano tra il Museo Civico e la Casa di Piero della Francesca. Attraverso opere d’arte di profonda bellezza, preziosi volumi, memorie storiche e installazioni immersive, sempre in dialogo con i capolavori di Piero della Francesca ospitati nel Museo, la mostra vuole ricordare il ruolo fondamentale avuto da Luca Pacioli nello sviluppo di una moderna visione del mondo.
09
giugno 2017
Luca Pacioli. Tra Piero della Francesca e Leonardo
Dal 09 giugno al 24 settembre 2017
arte antica
Location
MUSEO CIVICO DI SANSEPOLCRO
Sansepolcro, Via Niccolò Aggiunti, 65, (Arezzo)
Sansepolcro, Via Niccolò Aggiunti, 65, (Arezzo)
Vernissage
9 Giugno 2017, su invito
Editore
MARSILIO
Ufficio stampa
CIVITA GROUP
Curatore