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Luca Palazzi – Politicamente Corretto
Guardando questi dipinti possiamo sentire tutta la brutalità di una parte della nostra moderna civiltà, attraverso i volti di questi anonimi uomini d’affari che li popolano
Comunicato stampa
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Facendo scorrere lentamente gli occhi nel diario visivo Orwelliano di Luca Palazzi, capirete che si tratta di un moderno quanto anacronistico esempio di critica o satira. L’arte di denuncia è un genere che appare e scompare durante il corso degli anni e tende sempre a ritornare preponderante durante periodi di profonda crisi sociale. Chi non ricorda le acqueforti sugli orrori della guerra di Goya? E chi non richiama alla memoria i lavori di Otto Dix, Gorge Groz e John Heartfield che attaccavano duramente gli ideali militareschi e decadenti della Germania dell’era Weimar che di lì a poco avrebbe portato all’avvento del Nazismo? Un’arte esaminatrice che passasse a setaccio la realtà per restituirci un’immagine cruda senza idealismi.
Guardando questi dipinti possiamo sentire tutta la brutalità di una parte della nostra moderna civiltà, attraverso i volti di questi anonimi uomini d’affari che li popolano. Il motto che aleggia sembra essere: ”Scavalca tutti, non importa con quali mezzi”. La continua ossessione per la posizione sociale, la ricercatezza nel vestire, lo sfoggio ostinato e patetico del potere emanati da questi piccoli burocrati accenna ad uno stato di degrado spirituale... Ma sono felici questi individui? L’unica cosa che sembra avvolgerli è un’aurea grigia e surreale dove tutti sono divisi da un’invisibile scala di valori, dove ognuno è subalterno e le relazioni umane sembrano stipulate come un contratto a scadenza. Da quando ho visto per la prima volta i lavori di Palazzi li ho sempre accostati idealmente a quelli del Sudafricano William Kentridge e il Tedesco Neo Rauch. Il primo ha attaccato, principalmente, il regime dell’apartheid con disegni e animazioni dai tratti scarni e decadenti e il secondo muove una critica al fallimento dell’ideologia comunista in una serie di dipinti grotteschi e surreali, che non si distaccano dal realismo. Nelle sue opere Luca Palazzi analizza invece il fallimento sociale dell’ideale capitalista, le condizioni di alienazione che alimenta.
Michael Venuti
Guardando questi dipinti possiamo sentire tutta la brutalità di una parte della nostra moderna civiltà, attraverso i volti di questi anonimi uomini d’affari che li popolano. Il motto che aleggia sembra essere: ”Scavalca tutti, non importa con quali mezzi”. La continua ossessione per la posizione sociale, la ricercatezza nel vestire, lo sfoggio ostinato e patetico del potere emanati da questi piccoli burocrati accenna ad uno stato di degrado spirituale... Ma sono felici questi individui? L’unica cosa che sembra avvolgerli è un’aurea grigia e surreale dove tutti sono divisi da un’invisibile scala di valori, dove ognuno è subalterno e le relazioni umane sembrano stipulate come un contratto a scadenza. Da quando ho visto per la prima volta i lavori di Palazzi li ho sempre accostati idealmente a quelli del Sudafricano William Kentridge e il Tedesco Neo Rauch. Il primo ha attaccato, principalmente, il regime dell’apartheid con disegni e animazioni dai tratti scarni e decadenti e il secondo muove una critica al fallimento dell’ideologia comunista in una serie di dipinti grotteschi e surreali, che non si distaccano dal realismo. Nelle sue opere Luca Palazzi analizza invece il fallimento sociale dell’ideale capitalista, le condizioni di alienazione che alimenta.
Michael Venuti
05
giugno 2009
Luca Palazzi – Politicamente Corretto
Dal 05 al 19 giugno 2009
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE ART UP
Viterbo, Via Della Piagge, 23, (Viterbo)
Viterbo, Via Della Piagge, 23, (Viterbo)
Orario di apertura
da martedì a sabato dalle 17 alle 20
Vernissage
5 Giugno 2009, ore 18
Autore
Curatore