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Luca Serra – Mentre Nessuno Guarda
C’è in queste opere una volontà di controllo, nella suddivisione dello spazio, e al contempo una perdita dello stesso, allorquando il calco svela e rivela una pittoricità inaspettata, intuita ma non definita a priori.
Comunicato stampa
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Nelle opere di Luca Serra non vediamo mai il gesto generativo, primario e fondativo, ma soltanto il suo sudario, una forma “accolta” come un dono inaspettato.
Ciò che noi osserviamo è un’impronta, una memoria che ci permette di immaginare cosa sia andato perso oppure snaturato nelle fasi finali del processo pittorico. Per comprendere più a fondo la questione è opportuno rifarsi alle parole dell’artista quando spiega che il progetto dell’immagine «subisce un riversamento, un calco vero e proprio, per mezzo di diversi strati di un collante acrilico – che sarà poi colore – su di una tela, in seguito staccata dal supporto originale, stato finale dell’opera e diversa nell’essenza, da ciò che è stato dipinto. Questo procedimento è dunque una specie di gestazione alchemica durante la quale i colori, i segni e tutta la superficie pittorica si sono pro-dotti per frutto di un’ossidazione, un’osmosi tra pittura e superficie sensibile e temporanea del catrame, e l’assimilazione-divisione del collante del calco».
C’è in queste opere una volontà di controllo, nella suddivisione dello spazio, e al contempo una perdita dello stesso, allorquando il calco svela e rivela una pittoricità inaspettata, intuita ma non definita a priori. Gli “accadimenti” dell’opera – come usa chiamarli l’artista – scandiscono tempi ed eventi che sono fondamentali nella sperimentazione pittorica: il calco in caucciù non è una semplice tecnica, bensì una teoria che vuole confutare se stessa, verificando le idee iniziali e ciò che effettivamente viene prodotto.
La tavolozza dell’artista deve molto al suo incontro con la Spagna (i toni terrigni e ombrosi sono quelli della polvere e della sabbia, della terra e della paglia, del legno e del carbone, della cenere e della fuliggine), mentre la ripartizione delle superfici può richiamare alla mente una buona parte dell’astrazione novecentista, che ora pare insufflata di un’anima che nelle avanguardie storiche era assente. Nel tentativo di ridurre la pittura ai suoi valori essenziali, Serra procede “alla cieca” offrendoci un reale senza enfasi, scabro eppur raffinato, dove scarti e aporie sorprendono l’autore così come i riguardanti.
Ciò che noi osserviamo è un’impronta, una memoria che ci permette di immaginare cosa sia andato perso oppure snaturato nelle fasi finali del processo pittorico. Per comprendere più a fondo la questione è opportuno rifarsi alle parole dell’artista quando spiega che il progetto dell’immagine «subisce un riversamento, un calco vero e proprio, per mezzo di diversi strati di un collante acrilico – che sarà poi colore – su di una tela, in seguito staccata dal supporto originale, stato finale dell’opera e diversa nell’essenza, da ciò che è stato dipinto. Questo procedimento è dunque una specie di gestazione alchemica durante la quale i colori, i segni e tutta la superficie pittorica si sono pro-dotti per frutto di un’ossidazione, un’osmosi tra pittura e superficie sensibile e temporanea del catrame, e l’assimilazione-divisione del collante del calco».
C’è in queste opere una volontà di controllo, nella suddivisione dello spazio, e al contempo una perdita dello stesso, allorquando il calco svela e rivela una pittoricità inaspettata, intuita ma non definita a priori. Gli “accadimenti” dell’opera – come usa chiamarli l’artista – scandiscono tempi ed eventi che sono fondamentali nella sperimentazione pittorica: il calco in caucciù non è una semplice tecnica, bensì una teoria che vuole confutare se stessa, verificando le idee iniziali e ciò che effettivamente viene prodotto.
La tavolozza dell’artista deve molto al suo incontro con la Spagna (i toni terrigni e ombrosi sono quelli della polvere e della sabbia, della terra e della paglia, del legno e del carbone, della cenere e della fuliggine), mentre la ripartizione delle superfici può richiamare alla mente una buona parte dell’astrazione novecentista, che ora pare insufflata di un’anima che nelle avanguardie storiche era assente. Nel tentativo di ridurre la pittura ai suoi valori essenziali, Serra procede “alla cieca” offrendoci un reale senza enfasi, scabro eppur raffinato, dove scarti e aporie sorprendono l’autore così come i riguardanti.
04
maggio 2019
Luca Serra – Mentre Nessuno Guarda
Dal 04 maggio al 21 luglio 2019
arte contemporanea
Location
MAC – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI LISSONE
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
mercoledì e venerdì 10-13
giovedì 16-23
sabato e domenica 10-12 e 15-19
Vernissage
4 Maggio 2019, ore 18.30
Autore
Curatore