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Luca Vannulli – Quindicizeroottozeroquattro
“Quindicizeroottozeroquattro” è il titolo della mostra, curata da Maria Grazia Torri, del trentaquattrenne artista milanese, predatore di scatti fatti a persone “insospettabili”, quindi del nostro tipo, e a “scritte irripetibili”, a sfondo sessuale più o meno estremo, ad esse associate
Comunicato stampa
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Travelling Gallery* c/o Studio Tronci è lieta di presentare la prima personale di Luca Vannulli.
“Quindicizeroottozeroquattro” è il titolo della mostra, curata da Maria Grazia Torri, del trentaquattrenne artista milanese, predatore di scatti fatti a persone “insospettabili”, quindi del nostro tipo, e a “scritte irripetibili”, a sfondo sessuale più o meno estremo, ad esse associate.
Ci sono cose nel mondo della comunicazione che crediamo esaurirsi tutte in quei regni mediatici che abbiamo creato e ufficializzato.
Sto parlando di internet, della televisione, del cinema, dei fumetti, della letteratura e del teatro.
Ma esiste una scrittura che normalmente non è considerata tale e che neppure è vista come una sottocategoria della scrittura.
Si tratta delle scrittacce.
Si, proprio quelle.
Le scritte poste di solito dietro le porte dei cessi negli autogrill.
E allora a che servono e a chi i numeri di telefono accompagnati a quelle scritte che suonano quasi sempre come un invito alla trasgressione, al contatto più rischioso e al sesso più sfrenato? Servono a Luca Vannulli, artista inconsueto e versatile, “ladro di graffiti estremi”, che, come un predatore di arche perdute ovvero di geroglifici criptici e disturbanti, esce di casa durante le feste comandate del Ferragosto, Natale, Carnevale e Pasqua, in controtendenza con i canoni del relax, e cattura fotograficamente le scrittacce nei loro luoghi deputati, associandole per sua scelta ad immagini ad esse vicine.
Le quali immagini sono un segno di indecifrabilità ancor più palese del nostro modo vero di essere e di vivere oggi. Nel senso che apparentemente nulla si sospetta di questo turpiloquio o di queste “chiamate” segrete, di tali sollecitazioni irriverenti in mille certe storie vacanziere di tutti noi, di ragazzi raccolti presso gelaterie variopinte, o di giovani che passeggiano per le vie di Riccione o che ballano in riva al mare o innocentemente in discoteca o di gente che va a prendere il sole oppure di quelli che si accalcano nei centri commerciali la domenica.
Ma da dove verrebbero fuori allora i messaggi osè che accompagnano le scrittacce e i relativi numeri telefonici? Ma soprattutto chi li fa? Gente comune che percorre strade e autostrade comuni, ordinari vacanzieri che percorrono ordinari itinerari di vita o di vacanza, in straordinarie date.
Viviamo in una Repubblica fondata sul lavoro ma pochi sono ormai i lavoratori. Chi sgobba forse sono le prostitute e i depravati?
Perchè queste scritte così folli nella loro essenza appartengono veramente a un mondo estremo e duro.
Luca Vannulli vorrebbe che non fosse così, Luca Vannulli vorrebbe che fossero catturati i veri colpevoli e non i possibili sospettati. Ma i veri colpevoli sono i presunti innocenti. Quelli che vanno in vacanza il 24 dicembre e il 15 di agosto, quelli che intasano le autostrade in queste date, quelli che sembrano tanto normali e ovvi e medi da poter essere scambiati per ognuno di noi. L’associazione di apparente innocenza, anzi di insospettabilità, che farebbe parlare appunto de “i soliti ignoti” riguardo agli autori di queste scritte cosiddette oscene, è ciò che tenta soprattutto la fantasia e la mente dell’artista.
Maria Grazia Torri
“Quindicizeroottozeroquattro” è il titolo della mostra, curata da Maria Grazia Torri, del trentaquattrenne artista milanese, predatore di scatti fatti a persone “insospettabili”, quindi del nostro tipo, e a “scritte irripetibili”, a sfondo sessuale più o meno estremo, ad esse associate.
Ci sono cose nel mondo della comunicazione che crediamo esaurirsi tutte in quei regni mediatici che abbiamo creato e ufficializzato.
Sto parlando di internet, della televisione, del cinema, dei fumetti, della letteratura e del teatro.
Ma esiste una scrittura che normalmente non è considerata tale e che neppure è vista come una sottocategoria della scrittura.
Si tratta delle scrittacce.
Si, proprio quelle.
Le scritte poste di solito dietro le porte dei cessi negli autogrill.
E allora a che servono e a chi i numeri di telefono accompagnati a quelle scritte che suonano quasi sempre come un invito alla trasgressione, al contatto più rischioso e al sesso più sfrenato? Servono a Luca Vannulli, artista inconsueto e versatile, “ladro di graffiti estremi”, che, come un predatore di arche perdute ovvero di geroglifici criptici e disturbanti, esce di casa durante le feste comandate del Ferragosto, Natale, Carnevale e Pasqua, in controtendenza con i canoni del relax, e cattura fotograficamente le scrittacce nei loro luoghi deputati, associandole per sua scelta ad immagini ad esse vicine.
Le quali immagini sono un segno di indecifrabilità ancor più palese del nostro modo vero di essere e di vivere oggi. Nel senso che apparentemente nulla si sospetta di questo turpiloquio o di queste “chiamate” segrete, di tali sollecitazioni irriverenti in mille certe storie vacanziere di tutti noi, di ragazzi raccolti presso gelaterie variopinte, o di giovani che passeggiano per le vie di Riccione o che ballano in riva al mare o innocentemente in discoteca o di gente che va a prendere il sole oppure di quelli che si accalcano nei centri commerciali la domenica.
Ma da dove verrebbero fuori allora i messaggi osè che accompagnano le scrittacce e i relativi numeri telefonici? Ma soprattutto chi li fa? Gente comune che percorre strade e autostrade comuni, ordinari vacanzieri che percorrono ordinari itinerari di vita o di vacanza, in straordinarie date.
Viviamo in una Repubblica fondata sul lavoro ma pochi sono ormai i lavoratori. Chi sgobba forse sono le prostitute e i depravati?
Perchè queste scritte così folli nella loro essenza appartengono veramente a un mondo estremo e duro.
Luca Vannulli vorrebbe che non fosse così, Luca Vannulli vorrebbe che fossero catturati i veri colpevoli e non i possibili sospettati. Ma i veri colpevoli sono i presunti innocenti. Quelli che vanno in vacanza il 24 dicembre e il 15 di agosto, quelli che intasano le autostrade in queste date, quelli che sembrano tanto normali e ovvi e medi da poter essere scambiati per ognuno di noi. L’associazione di apparente innocenza, anzi di insospettabilità, che farebbe parlare appunto de “i soliti ignoti” riguardo agli autori di queste scritte cosiddette oscene, è ciò che tenta soprattutto la fantasia e la mente dell’artista.
Maria Grazia Torri
07
marzo 2006
Luca Vannulli – Quindicizeroottozeroquattro
Dal 07 al 18 marzo 2006
arte contemporanea
Location
TRAVELLING GALLERY
Milano, Via Cola Montano, 6, (Milano)
Milano, Via Cola Montano, 6, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 16.00 alle 20.00
sabato su appuntamento
Vernissage
7 Marzo 2006, ore 19
Autore
Curatore