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Luca Vernizzi
In esposizione una ventina di opere dipinte da Minotto, pittore fra i più amati da Giovanni Testori ed uno dei più interessanti ed originali della scena artistica nazionale e già protagonista dell’ultima Biennale veneziana.
Comunicato stampa
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Si inaugura sabato 15 settembre alle ore 19, presso lo Spazio ART E' in via Battaglione Toscano 1b a Reggio Emilia, la mostra personale del pittore milanese Luca Vernizzi a cura di Alberto Agazzani, nono appuntamento con l'arte contemporanea della stagione espositiva 2011-2012.
In esposizione una ventina di opere dipinte da Vernizzi, pittore fra i più amati da Giovanni Testori ed uno dei più interessanti ed originali della scena artistica nazionale e già protagonista dell'ultima Biennale veneziana.
Luca Vernizzi nasce a Santa Margherita Ligure il 2 settembre del 1941. Figlio d'arte (il padre, il parmigiano Renato, fu uno dei fondatori dello storico gruppo dei Chiaristi) dal 1963 al 1967 collabora con Leonardo Borgese per le colonne di critica d'arte del “Corriere della Sera”. In quegli anni continua a dipingere con impegno e assiduità, ma non presenta alcuna mostra personale. L'occasione arriva nel 1968 nelle sale della Galleria Pagani, in via Brera a Milano. A seguito di questo suo esordio, sarà definito “il pittore dei giovani”: nei dipinti, disegni e incisioni che produce in questo periodo, ricorrono gruppi di ragazzi e di ragazze uniti nell'affrontare gli entusiasmi e le problematiche della loro età. Successivamente, dagli incontri con le personalità più rilevanti della cultura e dell'attualità, nasce una serie di ritratti che porterà non solo ad una evoluzione della sua stessa pittura, ma altresì ad una visione rinnovata della ritrattistica in generale. Fra i tanti effigiati si vogliono ricordare Eugenio Montale, Riccardo Bacchelli, Giulietta Masina, Enzo Biagi, Alberto Lattuada, Luciana Savignano, Giorgio Armani, Umberto Veronesi. A questo momento affianca un'indagine, che si potrebbe definire di impronta metafisica, sugli oggetti comuni della nostra vita, dove il "quotidiano", lavato dalla contingenza, emerge in una sfera platonicamente astratta; come avverrà per i ritratti. Oltre alle tante esposizioni in Gallerie pubbliche e private in Italia e all'estero (Svizzera, Francia, Austria, Germania, ex Jugoslavia, Stati Uniti, Turchia, Corea, Cina, Argentina), si ricordano, tra le manifestazioni più significative della sua attività, la mostra al Museo d'Arte Moderna di Saarbrucken nel 1975; quella nelle sale dell'Arengario con il patrocinio del Comune di Milano nel 1979; la mostra realizzata, con gli auspici del Ministero della Cultura della Repubblica Popolare Cinese, negli Archivi Imperiali della Città Proibita di Pechino nel 1996; quella patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Como nel 2002 e, nel 2005, quella patrocinata dall'Ambasciata Italiana in Argentina, mostra che, dopo essere stata allestita al Centro Culturale Borges di Buenos Aires, è stata portata, sempre in Argentina, al Museo d'Arte Contemporanea di Salta e al Museo Genaro Pérez di Còrdoba. Dal 1975 è docente di Disegno all'Accademia di Brera. Sue opere si trovano in collezioni private e Musei d'Italia e del mondo. Vive e lavora a Milano.
Scrive Alberto Agazzani, curatore dell'esposizione, nell'introduzione alla mostra reggiana: “Luca Vernizzi è un pittore nel quale l’inesausta fede nel potere evocatore del disegno e della pittura appartiene alla sua stessa natura umana. Figlio d’arte di Renato, tra i più segreti ed insieme più autentici pittori del Novecento, Luca vive il fare arte, e il rivelare i segreti moti della condizione umana, come una necessità vitale. Nella sua quotidiana pratica artistica il disegno e il dipingere assurgono a linfa vitale, ad alimento e stimolo continuo della sua sete d’indagine e scoperta. L’assenza che Vernizzi insegue, canta e fissa nel vuoto della tela è quello provocato dal trascorrere inesorabile del tempo, delle emozioni, dei sentimenti. La bellezza, valore così mortificato nell’epoca dell’apparenza, pare essere una di queste fulminee presenze-assenze. Così come pure lo sono altre situazioni ad essa strettamente correlate, come l’emozione di un incontro, di un carattere, di un oggetto evocatore che il pittore sente di dover “rapire” e “salvare”, trasportandolo nel non-tempo dell’arte: donare l’eternità ad un attimo che poi non sarà già più, divorato subitaneamente dalla voracità senza requie di Chrono. Vernizzi è pittore di grande sensibilità e dall’umanità ricca e attenta. Questo gli permette un esercizio di pittura assoluto, puro, con pochi eguali nel suo essere contemporaneamente necessità ed espressione. Nessun calcolo, nessuna strategia o scaltrezza, nessun ricorso alle scorciatoie di tanta figurazione a lui parallela. In ciò il pittore è certamente favorito da una felicità cromatica innata, ma sopra tutto da una mano veloce ed infallibile, che gli consente di evocare e rivelare il segreto di un tempo perduto con eccezionale rapidità”.
In esposizione una ventina di opere dipinte da Vernizzi, pittore fra i più amati da Giovanni Testori ed uno dei più interessanti ed originali della scena artistica nazionale e già protagonista dell'ultima Biennale veneziana.
Luca Vernizzi nasce a Santa Margherita Ligure il 2 settembre del 1941. Figlio d'arte (il padre, il parmigiano Renato, fu uno dei fondatori dello storico gruppo dei Chiaristi) dal 1963 al 1967 collabora con Leonardo Borgese per le colonne di critica d'arte del “Corriere della Sera”. In quegli anni continua a dipingere con impegno e assiduità, ma non presenta alcuna mostra personale. L'occasione arriva nel 1968 nelle sale della Galleria Pagani, in via Brera a Milano. A seguito di questo suo esordio, sarà definito “il pittore dei giovani”: nei dipinti, disegni e incisioni che produce in questo periodo, ricorrono gruppi di ragazzi e di ragazze uniti nell'affrontare gli entusiasmi e le problematiche della loro età. Successivamente, dagli incontri con le personalità più rilevanti della cultura e dell'attualità, nasce una serie di ritratti che porterà non solo ad una evoluzione della sua stessa pittura, ma altresì ad una visione rinnovata della ritrattistica in generale. Fra i tanti effigiati si vogliono ricordare Eugenio Montale, Riccardo Bacchelli, Giulietta Masina, Enzo Biagi, Alberto Lattuada, Luciana Savignano, Giorgio Armani, Umberto Veronesi. A questo momento affianca un'indagine, che si potrebbe definire di impronta metafisica, sugli oggetti comuni della nostra vita, dove il "quotidiano", lavato dalla contingenza, emerge in una sfera platonicamente astratta; come avverrà per i ritratti. Oltre alle tante esposizioni in Gallerie pubbliche e private in Italia e all'estero (Svizzera, Francia, Austria, Germania, ex Jugoslavia, Stati Uniti, Turchia, Corea, Cina, Argentina), si ricordano, tra le manifestazioni più significative della sua attività, la mostra al Museo d'Arte Moderna di Saarbrucken nel 1975; quella nelle sale dell'Arengario con il patrocinio del Comune di Milano nel 1979; la mostra realizzata, con gli auspici del Ministero della Cultura della Repubblica Popolare Cinese, negli Archivi Imperiali della Città Proibita di Pechino nel 1996; quella patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Como nel 2002 e, nel 2005, quella patrocinata dall'Ambasciata Italiana in Argentina, mostra che, dopo essere stata allestita al Centro Culturale Borges di Buenos Aires, è stata portata, sempre in Argentina, al Museo d'Arte Contemporanea di Salta e al Museo Genaro Pérez di Còrdoba. Dal 1975 è docente di Disegno all'Accademia di Brera. Sue opere si trovano in collezioni private e Musei d'Italia e del mondo. Vive e lavora a Milano.
Scrive Alberto Agazzani, curatore dell'esposizione, nell'introduzione alla mostra reggiana: “Luca Vernizzi è un pittore nel quale l’inesausta fede nel potere evocatore del disegno e della pittura appartiene alla sua stessa natura umana. Figlio d’arte di Renato, tra i più segreti ed insieme più autentici pittori del Novecento, Luca vive il fare arte, e il rivelare i segreti moti della condizione umana, come una necessità vitale. Nella sua quotidiana pratica artistica il disegno e il dipingere assurgono a linfa vitale, ad alimento e stimolo continuo della sua sete d’indagine e scoperta. L’assenza che Vernizzi insegue, canta e fissa nel vuoto della tela è quello provocato dal trascorrere inesorabile del tempo, delle emozioni, dei sentimenti. La bellezza, valore così mortificato nell’epoca dell’apparenza, pare essere una di queste fulminee presenze-assenze. Così come pure lo sono altre situazioni ad essa strettamente correlate, come l’emozione di un incontro, di un carattere, di un oggetto evocatore che il pittore sente di dover “rapire” e “salvare”, trasportandolo nel non-tempo dell’arte: donare l’eternità ad un attimo che poi non sarà già più, divorato subitaneamente dalla voracità senza requie di Chrono. Vernizzi è pittore di grande sensibilità e dall’umanità ricca e attenta. Questo gli permette un esercizio di pittura assoluto, puro, con pochi eguali nel suo essere contemporaneamente necessità ed espressione. Nessun calcolo, nessuna strategia o scaltrezza, nessun ricorso alle scorciatoie di tanta figurazione a lui parallela. In ciò il pittore è certamente favorito da una felicità cromatica innata, ma sopra tutto da una mano veloce ed infallibile, che gli consente di evocare e rivelare il segreto di un tempo perduto con eccezionale rapidità”.
15
settembre 2012
Luca Vernizzi
Dal 15 settembre al 10 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
SPAZIO ART E’
Reggio Nell'emilia, Via Battaglione Toscano, 1, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Battaglione Toscano, 1, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
ogni giorno dalle 7.30 del mattino all'1 di notte.
Vernissage
15 Settembre 2012, h 19
Sito web
www.lucavernizzi.org
Autore
Curatore