Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Luca Vitone – Isole recluse. Ottologia della villeggiatura
L’artista seguita nella ricerca sull’idea di luogo e sulle modalità di rappresentazione e percezione dello stesso, ripartendo da una sua personale indagine sul monocromo iniziata nel 1988 con l’opera L’Invisibile informa il visibile.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Torna ad esporre presso la Galleria Cesare Manzo Luca Vitone, di recente impegnato a Roma nella collettiva Spazio. Dalle collezioni MAXXI arte e MAXXI architettura, primo allestimento tematico delle collezioni di arte e architettura del museo nazionale MAXXI.
L’artista seguita nella ricerca sull’idea di luogo e sulle modalità di rappresentazione e percezione dello stesso, ripartendo da una sua personale indagine sul monocromo iniziata nel 1988 con l’opera L’Invisibile informa il visibile. Il tentativo di una ricostruzione e di un ri-conoscimento del “topos d’origine” tramite una forma esatta, scientifica, si espleta ricorrendo ancora una volta alla cartografia militare. Negli spazi della galleria una serie di carte geografiche dell’I.G.M. composte in dittici, trittici e singoli e raffiguranti le isole di Favignana, Lipari, Lampedusa, Ustica, Pantelleria, Ventotene, Ponza e l’arcipelago delle Tremiti, ricostruiscono la genesi del confino italiano negli anni ‘30 durante il periodo fascista. Al confino, erede dell’inumano domicilio coatto di fine ottocento, furono costretti su esigue porzioni di terra in mezzo al mare, i non allineati “all’ordine del regime”, dai più grandi protagonisti del Novecento alle minoranze etniche. Vitone riflette in particolar modo su un elemento storico strettamente legato alla semantica e riconducibile alla sovrapposizione dei termini "confino" e "campo di internamento". Dall’uso indistinto dei due lemmi, spesso utilizzati come sinonimi, derivò l’errore di considerare l'internamento come una sorta di "villeggiatura", un'abile mossa dai fini propagandistici attraverso la quale il regime conferì carattere "umanitario" al confino, considerato quale possibilità di redenzione offerta ai dissidenti.
Al centro dello spazio l’opera Eppur si muove è il pretesto formale per approfondire l’analisi di un altro fenomeno implicito al tentativo di ri-definire il concetto di patria, di identità culturale, di memoria: quello del nomadismo. Vitone guarda alle culture di minoranza recuperando il simbolo identitario delle comunità Rom - la ruota del carro - trasfigurato in un vaso ondulato dalle sembianze di una bandiera dai colori dell’ottocentesco movimento anarchico. L’artista smentisce e annulla, dunque, la dislocazione nazionalistica della bandiera intesa come simbolo per eccellenza della delimitazione territoriale per dare luogo ad una nuova insolita geografia lontana dalle idee unilaterali, unidimensionali e stereotipate.
L’artista seguita nella ricerca sull’idea di luogo e sulle modalità di rappresentazione e percezione dello stesso, ripartendo da una sua personale indagine sul monocromo iniziata nel 1988 con l’opera L’Invisibile informa il visibile. Il tentativo di una ricostruzione e di un ri-conoscimento del “topos d’origine” tramite una forma esatta, scientifica, si espleta ricorrendo ancora una volta alla cartografia militare. Negli spazi della galleria una serie di carte geografiche dell’I.G.M. composte in dittici, trittici e singoli e raffiguranti le isole di Favignana, Lipari, Lampedusa, Ustica, Pantelleria, Ventotene, Ponza e l’arcipelago delle Tremiti, ricostruiscono la genesi del confino italiano negli anni ‘30 durante il periodo fascista. Al confino, erede dell’inumano domicilio coatto di fine ottocento, furono costretti su esigue porzioni di terra in mezzo al mare, i non allineati “all’ordine del regime”, dai più grandi protagonisti del Novecento alle minoranze etniche. Vitone riflette in particolar modo su un elemento storico strettamente legato alla semantica e riconducibile alla sovrapposizione dei termini "confino" e "campo di internamento". Dall’uso indistinto dei due lemmi, spesso utilizzati come sinonimi, derivò l’errore di considerare l'internamento come una sorta di "villeggiatura", un'abile mossa dai fini propagandistici attraverso la quale il regime conferì carattere "umanitario" al confino, considerato quale possibilità di redenzione offerta ai dissidenti.
Al centro dello spazio l’opera Eppur si muove è il pretesto formale per approfondire l’analisi di un altro fenomeno implicito al tentativo di ri-definire il concetto di patria, di identità culturale, di memoria: quello del nomadismo. Vitone guarda alle culture di minoranza recuperando il simbolo identitario delle comunità Rom - la ruota del carro - trasfigurato in un vaso ondulato dalle sembianze di una bandiera dai colori dell’ottocentesco movimento anarchico. L’artista smentisce e annulla, dunque, la dislocazione nazionalistica della bandiera intesa come simbolo per eccellenza della delimitazione territoriale per dare luogo ad una nuova insolita geografia lontana dalle idee unilaterali, unidimensionali e stereotipate.
25
febbraio 2011
Luca Vitone – Isole recluse. Ottologia della villeggiatura
Dal 25 febbraio al 28 aprile 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA CESARE MANZO
Roma, Vicolo del Governo Vecchio, 8, (Roma)
Roma, Vicolo del Governo Vecchio, 8, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 16-20
sabato ore 10-13
Vernissage
25 Febbraio 2011, ore 18.30
Autore