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Luca Zarattini – Eight-Tunes/Ottoni
In occasione dell’edizione 2012 del Bologna Jazz Festival, la raffinata Profumeria Tatler di via Rialto rende omaggio ai Grandi della musica jazz con Eight-Tunes/Ottoni, la vibrante personale di Luca Zarattini, in collaborazione con il Jazz Club Ferrara e la sua Torrione Art Gallery.
Comunicato stampa
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La curiosa assonanza del titolo conduce, di primo acchito, a un duplice, esplicito omaggio alla Musica e ad una
precisa categoria di strumenti da cui essa trae vita. Per contrappunto, il gioco di parole utilizzato dall’artista
racchiude in sé l’intera essenza delle serie di opere che costituiscono la mostra – due da otto – realizzate a
guisa di un’articolata architettura semantico-sonora, sapientemente assemblata, da cui emergono sfaccettate e
multiformi prospettive.
Otto i “timbri” proposti da Zarattini sotto forma di fluttuanti foglie d’ottone; una tonalità in più rispetto alle
tradizionali scale musicali, un nuovo accordo indispensabile all’artista per la creazione di una propria armonia
nata dall’equilibrata miscela di due elementi essenziali che contraddistinguono il jazz, tanto quanto il suo modus
operandi: tecnica e improvvisazione.
Il richiamo ai grandi Maestri della Storia dell’Arte corre parallelo al desio di dissociarsene attraverso
l’elaborazione di un proprio, personalissimo, linguaggio che sfocia in guizzi di calibrata irriverenza. In Hang Up
Your Hang Ups, l’unica opera in cui non appaiono volti, figure, o essenze di esse, ecco che l’immagine di una mela
diviene passpartout iconologico di un luogo di culto del jazz d’oltreoceano - New York - ma non solo: l’equilibrio
delle fughe prospettiche, alla stregua della sospensione aerea del frutto ci suggeriscono l’intimo omaggio
dell’artista alla celeberrima Pala di Brera di Piero della Francesca.
In Eight-Tunes/Ottoni, l’improvvisazione jazzistica è stata la vis propulsiva che ha condotto l’artista ad avvalersi
di rinnovata libertà espressiva. Divagazioni sonore unite al sapore del luogo - il Torrione - gli hanno fornito
l’immagine di una tromba, da cui tutto è partito:
Per poterla suonare occorre una persona con il proprio fiato. Io, artista, sono il musico. Il mio fiato sono i pennelli e i
colori che ho scelto sono esattamente tre, come i tasti di una tromba.
Raffinata è l’anarchia che nasce dall’uso stesso dell’ottone quale supporto alla pittura. Esso rifrange la luce da
ogni angolazione creando tridimensionalità. Muta le forme, i chiaroscuri, la profondità. Le figure, i volti, appaiono
e scompaiono in base al punto di osservazione. A volte pare che non si veda nulla, che tutto sia confuso poi, d’un
tratto, il segno, l’essenza riappare. L’ottone, quale varco luminoso in cui tempo e spazio si annullano, “traghetta”
lo Spirito della Musica e i Grandi del jazz rivivono riflessi nella soggettività di ogni singolo sguardo fruitore.
L’ottone è estremamente duttile. Quando imprimi qualcosa ne recepisce subito il segno e poi ne riflette la
luminosità. Quel segno, quella forma, acquisisce così nuova vita.
Tale sperimentazione risulta evidente anche nella seconda serie di opere in cui entrano in gioco nuovi materiali
– legno, latta, ecc. - di forte richiamo all’Arte Povera, che assemblati su piani differenti riconducono di nuovo a
gesti, figure e strumenti indispensabili alle emissioni sonore.
2
Da queste ed altre sollecitazioni, infine, Luca Zarattini ha saputo cogliere il carattere vibratile dell’ottone dando
vita ad una performance - 12/3/12 - che conduce ad un viaggio attraverso dimensioni multisensoriali legate al
fare arte, oggi.
LUCA ZARATTINI
Diplomatosi presso l’Istituto Dosso Dossi di Ferrara con indirizzo in decorazione plastica, Luca Zarattini - classe ’84 -
si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna specializzandosi in pittura. La selezione al Premio Celeste (2007) e al
Premio d’arte Zingarelli (2010), la vincita del premio Sasyr (2010), la partecipazione ad Art Off - Arte Fiera di Bologna
(2011) e ad Affordable Art Fair di Milano (2011), la selezione alla tredicesima edizione del Premio Morlotti (2011) e
la vincita del premio “Un’opera d’arte per il 150° dell’Unità” (2011) ne attestano, insieme a svariate mostre personali
e collettive, il fervido percorso artistico, tanto da poter iscrivere Zarattini, non più tra le giovani promesse, bensì tra i
protagonisti dell’arte contemporanea.
precisa categoria di strumenti da cui essa trae vita. Per contrappunto, il gioco di parole utilizzato dall’artista
racchiude in sé l’intera essenza delle serie di opere che costituiscono la mostra – due da otto – realizzate a
guisa di un’articolata architettura semantico-sonora, sapientemente assemblata, da cui emergono sfaccettate e
multiformi prospettive.
Otto i “timbri” proposti da Zarattini sotto forma di fluttuanti foglie d’ottone; una tonalità in più rispetto alle
tradizionali scale musicali, un nuovo accordo indispensabile all’artista per la creazione di una propria armonia
nata dall’equilibrata miscela di due elementi essenziali che contraddistinguono il jazz, tanto quanto il suo modus
operandi: tecnica e improvvisazione.
Il richiamo ai grandi Maestri della Storia dell’Arte corre parallelo al desio di dissociarsene attraverso
l’elaborazione di un proprio, personalissimo, linguaggio che sfocia in guizzi di calibrata irriverenza. In Hang Up
Your Hang Ups, l’unica opera in cui non appaiono volti, figure, o essenze di esse, ecco che l’immagine di una mela
diviene passpartout iconologico di un luogo di culto del jazz d’oltreoceano - New York - ma non solo: l’equilibrio
delle fughe prospettiche, alla stregua della sospensione aerea del frutto ci suggeriscono l’intimo omaggio
dell’artista alla celeberrima Pala di Brera di Piero della Francesca.
In Eight-Tunes/Ottoni, l’improvvisazione jazzistica è stata la vis propulsiva che ha condotto l’artista ad avvalersi
di rinnovata libertà espressiva. Divagazioni sonore unite al sapore del luogo - il Torrione - gli hanno fornito
l’immagine di una tromba, da cui tutto è partito:
Per poterla suonare occorre una persona con il proprio fiato. Io, artista, sono il musico. Il mio fiato sono i pennelli e i
colori che ho scelto sono esattamente tre, come i tasti di una tromba.
Raffinata è l’anarchia che nasce dall’uso stesso dell’ottone quale supporto alla pittura. Esso rifrange la luce da
ogni angolazione creando tridimensionalità. Muta le forme, i chiaroscuri, la profondità. Le figure, i volti, appaiono
e scompaiono in base al punto di osservazione. A volte pare che non si veda nulla, che tutto sia confuso poi, d’un
tratto, il segno, l’essenza riappare. L’ottone, quale varco luminoso in cui tempo e spazio si annullano, “traghetta”
lo Spirito della Musica e i Grandi del jazz rivivono riflessi nella soggettività di ogni singolo sguardo fruitore.
L’ottone è estremamente duttile. Quando imprimi qualcosa ne recepisce subito il segno e poi ne riflette la
luminosità. Quel segno, quella forma, acquisisce così nuova vita.
Tale sperimentazione risulta evidente anche nella seconda serie di opere in cui entrano in gioco nuovi materiali
– legno, latta, ecc. - di forte richiamo all’Arte Povera, che assemblati su piani differenti riconducono di nuovo a
gesti, figure e strumenti indispensabili alle emissioni sonore.
2
Da queste ed altre sollecitazioni, infine, Luca Zarattini ha saputo cogliere il carattere vibratile dell’ottone dando
vita ad una performance - 12/3/12 - che conduce ad un viaggio attraverso dimensioni multisensoriali legate al
fare arte, oggi.
LUCA ZARATTINI
Diplomatosi presso l’Istituto Dosso Dossi di Ferrara con indirizzo in decorazione plastica, Luca Zarattini - classe ’84 -
si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna specializzandosi in pittura. La selezione al Premio Celeste (2007) e al
Premio d’arte Zingarelli (2010), la vincita del premio Sasyr (2010), la partecipazione ad Art Off - Arte Fiera di Bologna
(2011) e ad Affordable Art Fair di Milano (2011), la selezione alla tredicesima edizione del Premio Morlotti (2011) e
la vincita del premio “Un’opera d’arte per il 150° dell’Unità” (2011) ne attestano, insieme a svariate mostre personali
e collettive, il fervido percorso artistico, tanto da poter iscrivere Zarattini, non più tra le giovani promesse, bensì tra i
protagonisti dell’arte contemporanea.
16
novembre 2012
Luca Zarattini – Eight-Tunes/Ottoni
Dal 16 novembre 2012 al 06 gennaio 2013
arte contemporanea
Location
TATLER
Bologna, Via Rialto, 29, (Bologna)
Bologna, Via Rialto, 29, (Bologna)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00. Chiuso il giovedì pomeriggio e la domenica
Vernissage
16 Novembre 2012, h 18
Autore
Curatore