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Luce e Ombra. L’arte come via di evoluzione interiore e proiezione del Divino
Attraverso le opere di 12 artisti l’esposizione restituisce le due sfaccettature del reale. La luce, e l’ombra. Inseparabili. Una, conseguenza dell’altra
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 22 aprile 2006 il complesso Monumentale San Gregorio al Celio di Roma ospita, negli spazi espositivi dell’Oratorio di Santa Silvia, la mostra “Ombra e luce”. Attraverso le opere di 12 artisti l’esposizione restituisce le due sfaccettature del reale. La luce, e l’ombra. Inseparabili. Una, conseguenza dell'altra.
Eppure, nel loro essere, entrambe rivelano le trasformazioni della materia. Di fatto cercano entrambe la stessa cosa, anche se con mezzi diversi. Non ritengo la luce e l'ombra due entità qualitativamente diverse, bensì la stessa entità in momenti diversi della sua evoluzione. Hanno stessa identità, in due punti diversi del sentiero conoscitivo al quale è destinato l'uomo.
La luce. Che sa illuminare e nascondere, bruciare e dissolvere. Eppure così candida. La luce illumina. Ma non è ovunque. La luce non ci circonda, ma lascia sempre che una parte sfugga alla sua bellezza e si nasconda. Nell'ombra. Nell'ombra della forma, del significato. Da coppia indivisibile, la luce accentua il suo essere, sfuggendo al rigore formare della geometria ed elevandosi ad entità astratta, pura, incontaminabile. Ma che contamina. Illumina. Il reale. Creando immagini sempre variabili.
L'ombra. Che racconta le conseguenze di un gesto, di un'azione, di un momento. L'ombra esiste per raccontarci la luce. Con la sua versione deformata del reale, definisce le linee di azione e di comunicazione della luce.
Stefano Bolcato ci racconta dell’ombra e della luce attraverso industrie e fabbriche, nelle quali ormai non vi è più nessuna presenza umana e dove la meccanica ha vinto. Marina Buening, nel suo mondo incantato di fiabe, allestisce teatrini. Per raccontarsi. Antonietta Campilongo ci racconta quello che vede e quello che sente con estrema semplicità, chiarezza. Adriana Cappelli fruga nelle intenzioni, propone l’esperienza. Spartisce luci e ombre. Mostra e nasconde. Su un canovaccio informale si instaurano i codici di Antonella Catini, che ci regala momenti del suo universo emozionale. Massimo Franchi spoglia i suoi personaggi dalla loro redingote matematica. Ma l’identità resta smarrita. Sergej Glinkov dipinge quella facoltà dell’animo di serbare e custodire momenti del passato, della memoria. Ricordi e occasioni del tempo fermo. Maddalena Marinelli benda i volti dei suoi manichini. Marco Mezzacappa dipinge la paura, i volti pietrificati dal dolore. Lucia Spaccarelli traccia il confine fra incubo e sogno. Fantasia, follia. Sandro Taliani sfida i ruoli, la realtà. Stella Tasca infine ci da la possibilità di scegliere infinite direzioni… e così ci lascia persi in un circo di emozioni.
L'arte ama nutrirsi. Ama illuminare ed illuminarsi.
(Luca Curci)
Eppure, nel loro essere, entrambe rivelano le trasformazioni della materia. Di fatto cercano entrambe la stessa cosa, anche se con mezzi diversi. Non ritengo la luce e l'ombra due entità qualitativamente diverse, bensì la stessa entità in momenti diversi della sua evoluzione. Hanno stessa identità, in due punti diversi del sentiero conoscitivo al quale è destinato l'uomo.
La luce. Che sa illuminare e nascondere, bruciare e dissolvere. Eppure così candida. La luce illumina. Ma non è ovunque. La luce non ci circonda, ma lascia sempre che una parte sfugga alla sua bellezza e si nasconda. Nell'ombra. Nell'ombra della forma, del significato. Da coppia indivisibile, la luce accentua il suo essere, sfuggendo al rigore formare della geometria ed elevandosi ad entità astratta, pura, incontaminabile. Ma che contamina. Illumina. Il reale. Creando immagini sempre variabili.
L'ombra. Che racconta le conseguenze di un gesto, di un'azione, di un momento. L'ombra esiste per raccontarci la luce. Con la sua versione deformata del reale, definisce le linee di azione e di comunicazione della luce.
Stefano Bolcato ci racconta dell’ombra e della luce attraverso industrie e fabbriche, nelle quali ormai non vi è più nessuna presenza umana e dove la meccanica ha vinto. Marina Buening, nel suo mondo incantato di fiabe, allestisce teatrini. Per raccontarsi. Antonietta Campilongo ci racconta quello che vede e quello che sente con estrema semplicità, chiarezza. Adriana Cappelli fruga nelle intenzioni, propone l’esperienza. Spartisce luci e ombre. Mostra e nasconde. Su un canovaccio informale si instaurano i codici di Antonella Catini, che ci regala momenti del suo universo emozionale. Massimo Franchi spoglia i suoi personaggi dalla loro redingote matematica. Ma l’identità resta smarrita. Sergej Glinkov dipinge quella facoltà dell’animo di serbare e custodire momenti del passato, della memoria. Ricordi e occasioni del tempo fermo. Maddalena Marinelli benda i volti dei suoi manichini. Marco Mezzacappa dipinge la paura, i volti pietrificati dal dolore. Lucia Spaccarelli traccia il confine fra incubo e sogno. Fantasia, follia. Sandro Taliani sfida i ruoli, la realtà. Stella Tasca infine ci da la possibilità di scegliere infinite direzioni… e così ci lascia persi in un circo di emozioni.
L'arte ama nutrirsi. Ama illuminare ed illuminarsi.
(Luca Curci)
22
aprile 2006
Luce e Ombra. L’arte come via di evoluzione interiore e proiezione del Divino
Dal 22 al 30 aprile 2006
arte contemporanea
Location
COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN GREGORIO AL CELIO – ORATORIO DI SANTA SILVIA
Roma, Piazza Di San Gregorio, 2, (Roma)
Roma, Piazza Di San Gregorio, 2, (Roma)
Orario di apertura
10/12 - 16/18 (lunedì chiuso)
Vernissage
22 Aprile 2006, ore 16,30
Autore
Curatore