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Luce vera. Vera luce
Dice stupendamente Marco Ercolani, fantasticando attorno alla figura di Turner: “Non bisogna più
guardare il sole, perché chi lo guarda appartiene alla notte, ma essere noi la luce del sole, la sorgente
che illumina…”
Comunicato stampa
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Senza forma, senza parola. Questa è la luce che invade i mistici.
Ma noi, che sentiamo un mondo inclinato, contrastato, noi dovremo ricorrere a un diverso grado di luce.
Una luce intima ma anche sfumata dal continuo attrito del pensiero coi nostri stati d’animo, con le onde
del pathos. E chi vigila, chi custodisce per noi il confine instabile tra visibile e invisibile? Sono confini che
ossessionano, non si lasciano domare.
Il polo della luce è mezzogiorno, l’istante più insidioso. Non è banale l’espressione “dèmone del
mezzogiorno”. Esposti a tutta luce. Vulnerabili. Il corpo non fa ombra, la voce non ha eco. Mezzogiorno
oscuro per troppa luce, ora immobile che si conclude in se stessa.
Della luce possiamo accogliere solo quanto possiamo sopportare. Altrimenti è l’abbaglio, o la folgorazione.
Infatti ci sentiamo protetti, poiché nel profondo sappiamo di non percepire mai la luce diretta e pura, ma
la tenebra. Una tenebra rivestita, che ha assorbito qualche rifrazione luminosa.
Noi guardiamo le cose mediante il morire della luce, ma nello stesso tempo, se davvero guardiamo la
notte, la guardiamo già investita dalle forze della luce.
Dice stupendamente Marco Ercolani, fantasticando attorno alla figura di Turner: “Non bisogna più
guardare il sole, perché chi lo guarda appartiene alla notte, ma essere noi la luce del sole, la sorgente
che illumina…”
Dario Capello
Ma noi, che sentiamo un mondo inclinato, contrastato, noi dovremo ricorrere a un diverso grado di luce.
Una luce intima ma anche sfumata dal continuo attrito del pensiero coi nostri stati d’animo, con le onde
del pathos. E chi vigila, chi custodisce per noi il confine instabile tra visibile e invisibile? Sono confini che
ossessionano, non si lasciano domare.
Il polo della luce è mezzogiorno, l’istante più insidioso. Non è banale l’espressione “dèmone del
mezzogiorno”. Esposti a tutta luce. Vulnerabili. Il corpo non fa ombra, la voce non ha eco. Mezzogiorno
oscuro per troppa luce, ora immobile che si conclude in se stessa.
Della luce possiamo accogliere solo quanto possiamo sopportare. Altrimenti è l’abbaglio, o la folgorazione.
Infatti ci sentiamo protetti, poiché nel profondo sappiamo di non percepire mai la luce diretta e pura, ma
la tenebra. Una tenebra rivestita, che ha assorbito qualche rifrazione luminosa.
Noi guardiamo le cose mediante il morire della luce, ma nello stesso tempo, se davvero guardiamo la
notte, la guardiamo già investita dalle forze della luce.
Dice stupendamente Marco Ercolani, fantasticando attorno alla figura di Turner: “Non bisogna più
guardare il sole, perché chi lo guarda appartiene alla notte, ma essere noi la luce del sole, la sorgente
che illumina…”
Dario Capello
22
novembre 2012
Luce vera. Vera luce
Dal 22 novembre 2012 al 12 gennaio 2013
arte moderna e contemporanea
Location
WEBER & WEBER ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Torino, Via San Tommaso, 7, (Torino)
Orario di apertura
da martedi a sabato, ore 15.30 - 19.30
Vernissage
22 Novembre 2012, ore 18 - 22
Autore
Curatore