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Luci sulla città
Disegni, fotografie, volumi che ripercorrono i momenti salienti attraverso cui le buie e pericolose contrade torinesi dal Seicento si sono trasformate in strade illuminate e più rassicuranti.
Comunicato stampa
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Come è ormai uso consolidato da quando l’Archivio Storico del Comune si è trasferito nella sede di via Barbaroux 32, lo spazio espositivo al piano terreno dell’edificio ospita una selezione di documenti a tema. In questo periodo e fino al 10 aprile l’argomento prescelto è Luci sulla città: disegni, fotografie, volumi che ripercorrono i momenti salienti attraverso cui le buie e pericolose contrade torinesi dal Seicento si sono trasformate in strade illuminate e più rassicuranti.
Ma se l’esigenza di illuminare la città nacque soprattutto per motivi di sicurezza, nel passato, come nel presente, è anche un modo inequivocabile di manifestare gioia. In epoca barocca, per festeggiare i matrimoni principeschi, grandi artisti hanno progettato “mostruose” - ossia straordinarie - illuminazioni, ma nell’Ottocento questi spettacoli sono giunti all’apice coniugando la tradizione con le innovazioni tecnologiche che si stavano affermando.
Lo chiamavano “il mago Ottino”: a lui, che nelle Guide Paravia di metà Ottocento compariva come “lattaio”, ossia lattoniere, con bottega in piazza Carignano, la Città commissionò dal 1853 al 1864 l’allestimento delle feste dello Statuto, la ricorrenza in cui ogni anno, la prima domenica di maggio, si celebrava lo spirito patriottico nel momento cruciale del processo di unificazione nazionale. I suoi progetti, allegati ai verbali di incarico dei lavori conferiti dal Municipio, sono ora esposti, testimonianza di una straordinaria abilità professionale e insieme di una festa effimera e relativamente poco nota, tramontata con il trasferimento della capitale a Firenze, quando su Torino i riflettori si spensero bruscamente, segnando la fine dell’epopea risorgimentale e l’inizio di un tragico e faticoso percorso di costruzione di una identità nuova e diversa.
Ma se l’esigenza di illuminare la città nacque soprattutto per motivi di sicurezza, nel passato, come nel presente, è anche un modo inequivocabile di manifestare gioia. In epoca barocca, per festeggiare i matrimoni principeschi, grandi artisti hanno progettato “mostruose” - ossia straordinarie - illuminazioni, ma nell’Ottocento questi spettacoli sono giunti all’apice coniugando la tradizione con le innovazioni tecnologiche che si stavano affermando.
Lo chiamavano “il mago Ottino”: a lui, che nelle Guide Paravia di metà Ottocento compariva come “lattaio”, ossia lattoniere, con bottega in piazza Carignano, la Città commissionò dal 1853 al 1864 l’allestimento delle feste dello Statuto, la ricorrenza in cui ogni anno, la prima domenica di maggio, si celebrava lo spirito patriottico nel momento cruciale del processo di unificazione nazionale. I suoi progetti, allegati ai verbali di incarico dei lavori conferiti dal Municipio, sono ora esposti, testimonianza di una straordinaria abilità professionale e insieme di una festa effimera e relativamente poco nota, tramontata con il trasferimento della capitale a Firenze, quando su Torino i riflettori si spensero bruscamente, segnando la fine dell’epopea risorgimentale e l’inizio di un tragico e faticoso percorso di costruzione di una identità nuova e diversa.
30
dicembre 2008
Luci sulla città
Dal 30 dicembre 2008 al 10 aprile 2009
fotografia
arte antica
disegno e grafica
arte antica
disegno e grafica
Location
ARCHIVIO STORICO DELLA CITTA’
Torino, Via Giuseppe Barbaroux, 32, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Barbaroux, 32, (Torino)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 8,30 – 16,30 escluso festivi