Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Lucia Gangheri – Volo al quadrato
Le originali creazioni di LUCIA GANGHERI richiedono innanzitutto una sorta di trasformazione dello spazio circostante, dato che questo diviene elemento costitutivo delle opere stesse, nonché particolare fondamentale per una fruizione adeguata
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Le originali creazioni di LUCIA GANGHERI richiedono innanzitutto una sorta di trasformazione dello spazio circostante, dato che questo diviene elemento costitutivo delle opere stesse, nonché particolare fondamentale per una fruizione adeguata. E nemmeno nell’ultimo allestimento dell’artista partenopea tale dinamica viene meno. Anzi. La gallery di SABINA ALBANO, infatti, diventa per l’occasione un ‘setting terapeutico’, in cui il potere taumaturgico è affidato alla cromia delle tele, in una visione che va oltre il dato meramente pittorico ed estetico. Circa 45 pezzi, tutti oli e acrilici in formati che variano da 20x60 a 20x100 sino a 20x120, esposti sia come singoli dipinti, sia come trittici e polittici, creano, con il predominare di giallo, azzurro e verde, colori caldi e rilassanti (i primi due primari che fusi danno vita al terzo), un’accogliente ‘messa in scena luminosa’, dove le nuances dei quadri assurgono a vera e propria fonte di luce trasfusa nello spazio. Questo il concept alla base dell’allestimento della pittrice, che non solo gioca con il colore e l’effetto per così dire ‘curativo’ che da questo può scaturire, ma pensa la sua mostra come formata da una serie di compartimenti, in cui ognuna delle 9 pareti è a sé stante e in sé compiuta, anche se sempre parte di un insieme e di un percorso, proprio come i racconti di una silloge. Oltre alle tele, completano l’iter visivo 4 box 35x35, con all’interno un dipinto; nonché altri due light-box (uno verde acido e l’altro blu cobalto) di pura luminosità e colore, e tra questi una piccola raffigurazione 25x25.
Ma se ciò vale per quel che riguarda l’uso del colore e della luce da parte della Gangheri, i segni pittorici e metaforici che contraddistinguono le sue opere sono, non senza sorpresa per chi guarda, elementi anatomici, piedi nella fattispecie, che attraversano il perimetro del quadrato e quindi della tela. Questo, però, senza rimanere costretti nei limiti fisici della stessa, ma spaziando, anche grazie alla simbologia che tanta parte ha in una tale visione pittorica, tra paesaggi essenziali, fatti di luce e colore assoluti. I piedi divengono caratteri metaforici. Sono e restano la parte del corpo umano che poggia sulla Terra (peraltro, quest’ultima, simbolicamente e numerologicamente rappresentata dal 4, e quindi ancora una volta dalla forma quadrato); ciò che assicura stabilità; unico tramite per recuperare e mantenere il contatto, quasi primigenio, con la Madre Terra. D’altronde, però, sono pure strumenti dell’individuo per divincolarsi dalla stasi, avviandosi verso il dinamismo, verso un cammino fisico e metafisico. Dal momento, poi, che l’uomo è costantemente sospeso tra Cielo e Terra, e che una delle sue più grandi ambizioni è sempre stata volare, ecco allora che le orme disegnate da Lucia Gangheri rimangono per aria, al centro della tela, o in assetto di cammino e sospensione, simboli dell’illimitato e dell’infinito, della ricerca perenne che soccorre la visione degli astanti. I piedi, dunque, quali segni pittorici e allegorici che al contempo rappresentano e assolvono alla molteplice funzione di ‘radici’ per l’essere umano e di possibilità di movimento, nonché di impronte e tracce lasciate nello spazio e nel tempo dell’esistenza.
LUCIA GANGHERI (alias GĀNGĀRI) nasce a Napoli nel ’57, dove vive e lavora. Si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Napoli in pittura, e insegna materie artistiche nelle scuole. Dall’81 partecipa a svariate collettive a Napoli, Ortona, Firenze, Milano, Roma, Pescara, Bari, Siena, Torino e New York; nonché a diverse personali a Napoli, Torino, Venezia e Capri. Le ultime mostre, in ordine di tempo, sono state “Fuoco” (2005, Napoli) e “Core” (2006, Napoli), come personali; oltre a “Cagliari/Napoli − Diario di bordo” (2006, Cagliari) e “Il Falò della vanità” (2006, Siena), come collettive.
Ma se ciò vale per quel che riguarda l’uso del colore e della luce da parte della Gangheri, i segni pittorici e metaforici che contraddistinguono le sue opere sono, non senza sorpresa per chi guarda, elementi anatomici, piedi nella fattispecie, che attraversano il perimetro del quadrato e quindi della tela. Questo, però, senza rimanere costretti nei limiti fisici della stessa, ma spaziando, anche grazie alla simbologia che tanta parte ha in una tale visione pittorica, tra paesaggi essenziali, fatti di luce e colore assoluti. I piedi divengono caratteri metaforici. Sono e restano la parte del corpo umano che poggia sulla Terra (peraltro, quest’ultima, simbolicamente e numerologicamente rappresentata dal 4, e quindi ancora una volta dalla forma quadrato); ciò che assicura stabilità; unico tramite per recuperare e mantenere il contatto, quasi primigenio, con la Madre Terra. D’altronde, però, sono pure strumenti dell’individuo per divincolarsi dalla stasi, avviandosi verso il dinamismo, verso un cammino fisico e metafisico. Dal momento, poi, che l’uomo è costantemente sospeso tra Cielo e Terra, e che una delle sue più grandi ambizioni è sempre stata volare, ecco allora che le orme disegnate da Lucia Gangheri rimangono per aria, al centro della tela, o in assetto di cammino e sospensione, simboli dell’illimitato e dell’infinito, della ricerca perenne che soccorre la visione degli astanti. I piedi, dunque, quali segni pittorici e allegorici che al contempo rappresentano e assolvono alla molteplice funzione di ‘radici’ per l’essere umano e di possibilità di movimento, nonché di impronte e tracce lasciate nello spazio e nel tempo dell’esistenza.
LUCIA GANGHERI (alias GĀNGĀRI) nasce a Napoli nel ’57, dove vive e lavora. Si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Napoli in pittura, e insegna materie artistiche nelle scuole. Dall’81 partecipa a svariate collettive a Napoli, Ortona, Firenze, Milano, Roma, Pescara, Bari, Siena, Torino e New York; nonché a diverse personali a Napoli, Torino, Venezia e Capri. Le ultime mostre, in ordine di tempo, sono state “Fuoco” (2005, Napoli) e “Core” (2006, Napoli), come personali; oltre a “Cagliari/Napoli − Diario di bordo” (2006, Cagliari) e “Il Falò della vanità” (2006, Siena), come collettive.
29
marzo 2007
Lucia Gangheri – Volo al quadrato
Dal 29 marzo al 19 aprile 2007
arte contemporanea
Location
EMPORIO DI PARMA DI SABINA ALBANO
Napoli, Vico Del Vasto A Chiaia, 52, (Napoli)
Napoli, Vico Del Vasto A Chiaia, 52, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni, eccetto il lunedì mattina e i festivi, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:30 fino alle 20:00
Vernissage
29 Marzo 2007, ore 19
Autore