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Luciana Palazzolo
Dopo uno iato di dieci anni dalla scena artistica, Luciana Palazzolo torna a esporre con una mostra personale alla Galleria Il Melograno di Livorno una serie inedita di lavori su carta.
Comunicato stampa
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Dopo uno iato di dieci anni dalla scena artistica, Luciana Palazzolo torna a esporre con una mostra personale alla Galleria Il Melograno di Livorno una serie inedita di lavori su carta.
La lontananza dal panorama espositivo non ha mai rappresentato una battuta d’arresto per un’artista che esercita la pittura e il disegno con costanza quasi quotidiana da metà della sua vita.
Svincolata dalle dinamiche del sistema artistico, lontana dai circuiti di rappresentanza, Luciana Palazzolo ha continuato ininterrottamente a portare avanti il proprio personalissimo progetto artistico, coltivando il senso di un fare arte che si nutre di un contatto diretto con gli strumenti e con la pratica. Una relazione che non conosce pause, quella con la pittura; un dialogo lungo più di trent’anni che non cessa di proporre quesiti, stimoli, ostacoli e riprese, come si evince dalla nuova serie esposta alla Galleria Il Melograno.
La carta è il punto di partenza su cui agisce una gestualità controllata ma imprevedibile. Fortemente improntata al gesto e veicolata dal colore, l’espressività di Palazzolo si riversa sulla superficie del foglio e resta quasi intrappolata nel suo angusto formato.
Le numerose carte si configurano come piccole finestre in cui l’artista imprigiona movimento, luce, emotività, secondo meccanismi e associazioni mentali fugaci e irripetibili: un’impressione rapida causata dalle particolari vibrazioni luminose e coloristiche di un’ora del giorno, dalla struttura casuale formata dall’intrico dei rami di un albero spoglio contro il cielo, un profumo, un suono, un ricordo improvvisamente rivissuto.
Le lontane e diverse forme che assumono di volta in volta questi stimoli sono l’inesauribile repertorio a cui attinge l’artista. Impossibile vincolare queste percezioni al figurativo.
In un progressivo abbandono non solo della rappresentazione mimetica del reale, praticata sporadicamente e mai realmente sentita come sua, ma anche della geometricità della sua produzione iniziale, memore dell’insegnamento di Joseph Albers, Luciana Palazzolo preferisce un’astrazione dal carattere vitale ed esuberante.
Come in uno spartito, ogni goccia di colore, ogni pennellata, acquistano una propria evidenza al pari di uno strumento che emette un suono più o meno acuto o grave. Larghe campiture suggeriscono il senso di un tempo lungo, di una durata ampia, mentre lo schizzo di colore, il gesto violento o lieve, intervengono visivamente e psicologicamente ad articolare il discorso, con esiti riconoscibili ma sempre diversi.
Difficilmente si potrebbe ricondurre l’energia incontenibile di questi lavori al carattere di un’artista così sensibile e riservata.
Il ritmo di queste opere, fatto di slanci e pause, configura le carte di Luciana Palazzolo come esercizi fisici e mentali in cui l’energia, lasciata fluire liberamente, è poi disciplinata entro il confine netto e limpido di un passe-partout, realizzato con la stessa carta utilizzata per dipingere.
Giulia Kimberly Colombo
La lontananza dal panorama espositivo non ha mai rappresentato una battuta d’arresto per un’artista che esercita la pittura e il disegno con costanza quasi quotidiana da metà della sua vita.
Svincolata dalle dinamiche del sistema artistico, lontana dai circuiti di rappresentanza, Luciana Palazzolo ha continuato ininterrottamente a portare avanti il proprio personalissimo progetto artistico, coltivando il senso di un fare arte che si nutre di un contatto diretto con gli strumenti e con la pratica. Una relazione che non conosce pause, quella con la pittura; un dialogo lungo più di trent’anni che non cessa di proporre quesiti, stimoli, ostacoli e riprese, come si evince dalla nuova serie esposta alla Galleria Il Melograno.
La carta è il punto di partenza su cui agisce una gestualità controllata ma imprevedibile. Fortemente improntata al gesto e veicolata dal colore, l’espressività di Palazzolo si riversa sulla superficie del foglio e resta quasi intrappolata nel suo angusto formato.
Le numerose carte si configurano come piccole finestre in cui l’artista imprigiona movimento, luce, emotività, secondo meccanismi e associazioni mentali fugaci e irripetibili: un’impressione rapida causata dalle particolari vibrazioni luminose e coloristiche di un’ora del giorno, dalla struttura casuale formata dall’intrico dei rami di un albero spoglio contro il cielo, un profumo, un suono, un ricordo improvvisamente rivissuto.
Le lontane e diverse forme che assumono di volta in volta questi stimoli sono l’inesauribile repertorio a cui attinge l’artista. Impossibile vincolare queste percezioni al figurativo.
In un progressivo abbandono non solo della rappresentazione mimetica del reale, praticata sporadicamente e mai realmente sentita come sua, ma anche della geometricità della sua produzione iniziale, memore dell’insegnamento di Joseph Albers, Luciana Palazzolo preferisce un’astrazione dal carattere vitale ed esuberante.
Come in uno spartito, ogni goccia di colore, ogni pennellata, acquistano una propria evidenza al pari di uno strumento che emette un suono più o meno acuto o grave. Larghe campiture suggeriscono il senso di un tempo lungo, di una durata ampia, mentre lo schizzo di colore, il gesto violento o lieve, intervengono visivamente e psicologicamente ad articolare il discorso, con esiti riconoscibili ma sempre diversi.
Difficilmente si potrebbe ricondurre l’energia incontenibile di questi lavori al carattere di un’artista così sensibile e riservata.
Il ritmo di queste opere, fatto di slanci e pause, configura le carte di Luciana Palazzolo come esercizi fisici e mentali in cui l’energia, lasciata fluire liberamente, è poi disciplinata entro il confine netto e limpido di un passe-partout, realizzato con la stessa carta utilizzata per dipingere.
Giulia Kimberly Colombo
10
marzo 2018
Luciana Palazzolo
Dal 10 al 16 marzo 2018
arte contemporanea
Location
IL MELOGRANO
Livorno, Via Giovanni Marradi, 62/68, (Livorno)
Livorno, Via Giovanni Marradi, 62/68, (Livorno)
Orario di apertura
10/13 e 16/20
Chiusi la mattina del lunedì
Vernissage
10 Marzo 2018, ore 18.00
Autore