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Luciano Ceschia. Scultura come progetto
Scultura come progetto è il titolo dell’esposizione che racconta il pensiero di Luciano Ceschia, scultore, nei confronti dello spazio. Nella complessiva ipotesi di un mondo pronto al cambiamento, all’idea, all’impegno per un domani migliore.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Luciano Ceschia (1926-1991), era giunto alla scultura lavorando e cuocendo la
terra. Dal mondo contadino friulano dell’immediato dopoguerra aveva tratto
linfa prima e ispirazione per il suo pensiero scultoreo. Dal forno della sua casastudio
alla XXI Biennale veneziana del 1962, mentre l’ideologia neorealista lo aveva
promosso nei circoli culturali italiani. Poi la pietra, il legno, il marmo e le fusioni
in ghisa e bronzo avevano sostenuto e confermato a livello tematico l’impegno
per un mondo migliore.
La sua collaborazione con gli architetti fu naturale: nel progetto del vivere
umano la sua scultura si era inserita con fare conseguente e il suo apporto in
questo senso fu certamente di rilievo nel panorama nazionale. Oggi la città
balneare di Lignano Sabbiadoro rievoca i percorsi di Ceschia in collaborazione
con alcuni degli architetti con cui Ceschia lavorò nelle città marine. Tra
questi l’architetto Marcello D’Olivo, ideatore del tracciato spiraliforme che
iscrive Lignano Pineta nella storia dell’urbanistica internazionale. In mostra,
nella Terrazza mare di Lignano, una sessantina di pezzi di Luciano Ceschia
raccontano le sculture ideate per le opere pubbliche di Lignano, Grado e
Manacore Garganico. E ancora in mostra sono i colorati disegni di studio per gli
interni di un transatlantico nonchè opere per la committenza privata. In questa
esposizione è in gioco la vitalità di un’epoca, quanto la capacità di un artista di
interpretare la modernità e di abbracciare l’idea del progetto architettonico per
rilanciarne gli assunti in termini di spazio, pensiero, materia e forma scultorea.
Biografia breve
Luciano Ceschia nasce nel 1926 a Tarcento (Ud), ove si spegne nel 1991.
La sua prima formazione avviene “a bottega” in ambito locale, per acquisire
consapevolezza teorica attraverso viaggi di studio e approfondimento
in Europa. Lavora dapprima nello studio di Coia, che vede nascere le sue
sculture ceramiche, quindi, dalla metà dei Settanta, si trasferisce nell’ampio
laboratorio di Collalto di Tarcento. Dalla provincia friulana muove per
partecipare a manifestazioni che lo chiamano su una scena sempre più
vasta. Tra queste ricordiamo, nel 1959, la personale alla galleria La Colonna
di Milano e nel 1961 la personale di New York; nel 1962 partecipa alla
XXIa Biennale di Venezia ove merita il “Premio del Ministero dell’Industria
e del Commercio per la ceramica” con l’opera titolata “Grande porta di
Hiroshima”. Nel 1971 espone Al Traghetto di Venezia e nel 1972 è invitato
alla Xa Quadriennale d’Arte di Roma. Nel 1976 elabora la scenografia per “I
Turcs tal Friul” di Pierpaolo Pasolini messa in scena a Venezia sulle musiche
di Luigi Nono e, sempre a Venezia, espone con fare antologico nel 1978
presso la Galleria Nuovo Spazio 2. L’anno seguente è presente a Vienna per
una personale presso l’Istituto Italiano di Cultura e nel 1983 il Palazzo dei
Diamanti di Ferrara ospita una sua importante esposizione presentata da
Giuseppe Marchiori. L’anno successivo le sue opere sono esposte a Toronto
e New York. Nel 2000 viene organizzata la retrospettiva dell’artista in
palazzo Frangipane a Tarcento, corredata da una puntuale monografia
curata da Claudio Cerritelli che sistematizza l’intero percorso creativo di
Luciano Ceschia.
terra. Dal mondo contadino friulano dell’immediato dopoguerra aveva tratto
linfa prima e ispirazione per il suo pensiero scultoreo. Dal forno della sua casastudio
alla XXI Biennale veneziana del 1962, mentre l’ideologia neorealista lo aveva
promosso nei circoli culturali italiani. Poi la pietra, il legno, il marmo e le fusioni
in ghisa e bronzo avevano sostenuto e confermato a livello tematico l’impegno
per un mondo migliore.
La sua collaborazione con gli architetti fu naturale: nel progetto del vivere
umano la sua scultura si era inserita con fare conseguente e il suo apporto in
questo senso fu certamente di rilievo nel panorama nazionale. Oggi la città
balneare di Lignano Sabbiadoro rievoca i percorsi di Ceschia in collaborazione
con alcuni degli architetti con cui Ceschia lavorò nelle città marine. Tra
questi l’architetto Marcello D’Olivo, ideatore del tracciato spiraliforme che
iscrive Lignano Pineta nella storia dell’urbanistica internazionale. In mostra,
nella Terrazza mare di Lignano, una sessantina di pezzi di Luciano Ceschia
raccontano le sculture ideate per le opere pubbliche di Lignano, Grado e
Manacore Garganico. E ancora in mostra sono i colorati disegni di studio per gli
interni di un transatlantico nonchè opere per la committenza privata. In questa
esposizione è in gioco la vitalità di un’epoca, quanto la capacità di un artista di
interpretare la modernità e di abbracciare l’idea del progetto architettonico per
rilanciarne gli assunti in termini di spazio, pensiero, materia e forma scultorea.
Biografia breve
Luciano Ceschia nasce nel 1926 a Tarcento (Ud), ove si spegne nel 1991.
La sua prima formazione avviene “a bottega” in ambito locale, per acquisire
consapevolezza teorica attraverso viaggi di studio e approfondimento
in Europa. Lavora dapprima nello studio di Coia, che vede nascere le sue
sculture ceramiche, quindi, dalla metà dei Settanta, si trasferisce nell’ampio
laboratorio di Collalto di Tarcento. Dalla provincia friulana muove per
partecipare a manifestazioni che lo chiamano su una scena sempre più
vasta. Tra queste ricordiamo, nel 1959, la personale alla galleria La Colonna
di Milano e nel 1961 la personale di New York; nel 1962 partecipa alla
XXIa Biennale di Venezia ove merita il “Premio del Ministero dell’Industria
e del Commercio per la ceramica” con l’opera titolata “Grande porta di
Hiroshima”. Nel 1971 espone Al Traghetto di Venezia e nel 1972 è invitato
alla Xa Quadriennale d’Arte di Roma. Nel 1976 elabora la scenografia per “I
Turcs tal Friul” di Pierpaolo Pasolini messa in scena a Venezia sulle musiche
di Luigi Nono e, sempre a Venezia, espone con fare antologico nel 1978
presso la Galleria Nuovo Spazio 2. L’anno seguente è presente a Vienna per
una personale presso l’Istituto Italiano di Cultura e nel 1983 il Palazzo dei
Diamanti di Ferrara ospita una sua importante esposizione presentata da
Giuseppe Marchiori. L’anno successivo le sue opere sono esposte a Toronto
e New York. Nel 2000 viene organizzata la retrospettiva dell’artista in
palazzo Frangipane a Tarcento, corredata da una puntuale monografia
curata da Claudio Cerritelli che sistematizza l’intero percorso creativo di
Luciano Ceschia.
24
agosto 2013
Luciano Ceschia. Scultura come progetto
Dal 24 agosto al 12 settembre 2013
arte contemporanea
Location
TERRAZZA A MARE – Lignano Sabbiadoro
Lignano Sabbiadoro, Via Lungomare Trieste, 5, (Udine)
Lignano Sabbiadoro, Via Lungomare Trieste, 5, (Udine)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 19 alle 23
Vernissage
24 Agosto 2013, h 21
Autore
Curatore