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Luciano De Vita
Mostra di dipinti, incisioni, bozzetti e figurini scenografici
Comunicato stampa
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Mercoledì 2 giugno 2010 (ore 20.30) si inaugura a San Pietro in Casale (Bologna), nello spazio espositivo di Casa Frabboni (Via Matteotti 137), la mostra dedicata a Luciano De Vita (aperta fino al 4 luglio 2010).
In mostra una cinquantina di opere tra dipinti e incisioni (provenienti da collezioni di gallerie e di privati), bozzetti e figurini di scena, tutti provenienti dall’Archivio storico della Fondazione del Teatro Comunale di Bologna.
San Pietro in Casale vuole, con questa mostra, rendere omaggio ad un grandissimo artista del Novecento, purtroppo prematuramente scomparso, che è stato titolare della cattedra di tecniche dell’incisione all’Accademia di Belle Arti di Bologna e ha partecipato a mostre di primo piano quali la Quadriennale romana (1959), la Biennale veneziana (1960), la Biennale della Grafica di Lubiana (1961, 1963 e 1965), la Biennale di San Paolo del Brasile (1961).
Una mostra per ricordare, valorizzare, far conoscere alle giovani generazioni un sapiente artista che è stato prima di tutto un grandissimo incisore, si è dedicato con passione e vitalità alla pittura, soprattutto nella piena maturità, e dal 1969 ha intrapreso una lunga e feconda collaborazione con il teatro (il Comunale di Bologna, l’auditorium San Francesco di Como, la Scala di Milano).
Un artista che ha regalato tanto a Bologna e all'arte e che purtroppo, ingenerosamente, è dimenticato dalla sua città.
L’ingresso alla mostra è libero.
Luciano De Vita (Ancona, 1929 – Bologna, 1992), dopo l’infanzia trascorsa nelle Marche e la tragica parentesi della guerra, nel 1949-50 si trasferisce a Bologna per seguire il corso di tecniche dell’Incisione tenuto all’Accademia di Belle Arti da Giorgio Morandi, di cui diviene assistente dall’ottobre del 1954 al giugno del 1956, anno in cui Morandi lascia l’insegnamento per raggiunti limiti di età e De Vita resta a lavorare nell’aula di incisione fino all’ottobre del 1962, quando vince la cattedra di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Torino.
Negli anni Cinquanta si occupa prevalentemente di grafica, organizzando la sua prima personale nel 1954 e partecipando due anni più tardi alla XXVIII Biennale di Venezia.
Intorno al 1960 si dedica alla pittura con più decisione e partecipa a mostre di primo piano quali la Quadriennale romana (1959), la Biennale veneziana (1960), la Biennale della Grafica di Lubiana (1961, 1963 e 1965), la Biennale di San Paolo del Brasile (1961).
Nel 1962 viene nominato titolare della cattedra di Incisione all’Accademia milanese di Brera, incarico che lascerà nel 1975 per ritornare all’Accademia di Bologna, dove insegnerà fino al 1992, anno della sua prematura scomparsa, ricoprendo la cattedra che inizialmente era stata di Giorgio Morandi.
Nel 1969 inizia la sua collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna: progetta e realizza scenografie e costumi della Turandot di Puccini, dell’Otello di Verdi, del balletto L’uccello di fuoco di Proko’fiev (1973), de Le Veglie di Siena di Orazio Vecchi (1974), dell' Aida di Verdi.
Nel 1975 inaugura la nuova sede della Galleria comunale d’arte moderna di Bologna con una vasta rassegna antologica che presenta dipinti, sculture, incisioni e quattro grandi ricostruzioni scenografiche, riproposte in collaborazione con il Teatro Comunale e tratte da Turandot, Otello, L’uccello di fuoco e Le veglie di Siena.
Nella primavera del 1992, pochi mesi prima della sua morte, a Palazzo Pepoli Campogrande viene allestita a cura di Andrea Emiliani un’antologica completa della sua opera grafica, accompagnata da una selezione di dipinti recenti.
In mostra una cinquantina di opere tra dipinti e incisioni (provenienti da collezioni di gallerie e di privati), bozzetti e figurini di scena, tutti provenienti dall’Archivio storico della Fondazione del Teatro Comunale di Bologna.
San Pietro in Casale vuole, con questa mostra, rendere omaggio ad un grandissimo artista del Novecento, purtroppo prematuramente scomparso, che è stato titolare della cattedra di tecniche dell’incisione all’Accademia di Belle Arti di Bologna e ha partecipato a mostre di primo piano quali la Quadriennale romana (1959), la Biennale veneziana (1960), la Biennale della Grafica di Lubiana (1961, 1963 e 1965), la Biennale di San Paolo del Brasile (1961).
Una mostra per ricordare, valorizzare, far conoscere alle giovani generazioni un sapiente artista che è stato prima di tutto un grandissimo incisore, si è dedicato con passione e vitalità alla pittura, soprattutto nella piena maturità, e dal 1969 ha intrapreso una lunga e feconda collaborazione con il teatro (il Comunale di Bologna, l’auditorium San Francesco di Como, la Scala di Milano).
Un artista che ha regalato tanto a Bologna e all'arte e che purtroppo, ingenerosamente, è dimenticato dalla sua città.
L’ingresso alla mostra è libero.
Luciano De Vita (Ancona, 1929 – Bologna, 1992), dopo l’infanzia trascorsa nelle Marche e la tragica parentesi della guerra, nel 1949-50 si trasferisce a Bologna per seguire il corso di tecniche dell’Incisione tenuto all’Accademia di Belle Arti da Giorgio Morandi, di cui diviene assistente dall’ottobre del 1954 al giugno del 1956, anno in cui Morandi lascia l’insegnamento per raggiunti limiti di età e De Vita resta a lavorare nell’aula di incisione fino all’ottobre del 1962, quando vince la cattedra di incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Torino.
Negli anni Cinquanta si occupa prevalentemente di grafica, organizzando la sua prima personale nel 1954 e partecipando due anni più tardi alla XXVIII Biennale di Venezia.
Intorno al 1960 si dedica alla pittura con più decisione e partecipa a mostre di primo piano quali la Quadriennale romana (1959), la Biennale veneziana (1960), la Biennale della Grafica di Lubiana (1961, 1963 e 1965), la Biennale di San Paolo del Brasile (1961).
Nel 1962 viene nominato titolare della cattedra di Incisione all’Accademia milanese di Brera, incarico che lascerà nel 1975 per ritornare all’Accademia di Bologna, dove insegnerà fino al 1992, anno della sua prematura scomparsa, ricoprendo la cattedra che inizialmente era stata di Giorgio Morandi.
Nel 1969 inizia la sua collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna: progetta e realizza scenografie e costumi della Turandot di Puccini, dell’Otello di Verdi, del balletto L’uccello di fuoco di Proko’fiev (1973), de Le Veglie di Siena di Orazio Vecchi (1974), dell' Aida di Verdi.
Nel 1975 inaugura la nuova sede della Galleria comunale d’arte moderna di Bologna con una vasta rassegna antologica che presenta dipinti, sculture, incisioni e quattro grandi ricostruzioni scenografiche, riproposte in collaborazione con il Teatro Comunale e tratte da Turandot, Otello, L’uccello di fuoco e Le veglie di Siena.
Nella primavera del 1992, pochi mesi prima della sua morte, a Palazzo Pepoli Campogrande viene allestita a cura di Andrea Emiliani un’antologica completa della sua opera grafica, accompagnata da una selezione di dipinti recenti.
02
giugno 2010
Luciano De Vita
Dal 02 giugno al 04 luglio 2010
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
CASA FRABBONI
San Pietro In Casale, Via Giacomo Matteotti, 137, (Bologna)
San Pietro In Casale, Via Giacomo Matteotti, 137, (Bologna)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato 20.30-23.00, domenica 9.30-12.30.
Vernissage
2 Giugno 2010, ore 20,30
Autore