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Luciano Gatti – La natura e le opere
In questa selezione espositiva, che copre una parte dell’itinerario creativo del pittore, punto di partenza sono alcuni disegni di grandi dimensioni, e opere che rappresentano il cosmo naturale percepito con uno sguardo particolare, capace di trasportare lo spettatore nella profondità del paesaggio.
Comunicato stampa
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Scrive Francesca Pensa:
La natura al centro della riflessione espressiva: è questo il filo rosso che percorre la pittura di Luciano Gatti, presentata allo Spazio Hajech con una serie di opere che risalgono, attraverso affondi esemplificativi, fino alla produzione realizzata dall'artista negli anni ottanta del novecento.
In questa selezione espositiva, che copre quindi una parte dell'itinerario creativo del pittore, punto di partenza sono alcuni disegni di grandi dimensioni, che rappresentano il cosmo naturale percepito con uno sguardo particolare, capace di trasportare lo spettatore nella profondità del paesaggio, che da sfondo osservato a una certa distanza diviene visione avvolgente e totalizzante. A questa sensazione concorrono vari elementi compositivi, quali la resa prospettica, che annulla ogni senso di profondità razionalmente misurabile virando a uno spazio generato da emozioni interiori, e la realizzazione della forma, ottenuta con un segno che delinea atmosfere pulsanti e palpitanti.
La meditazione di Gatti sul cosmo della natura si concentra quindi sul tema degli alberi e dei fiori, nei quali possiamo vedere la trasformazione del ricordo del reale in immagine della mente: la morfologia del cosmo vegetale evolve in forme sintetiche e in colori fantastici, determinanti immagini dal sentore totemico che possono diventare resti combusti di tronchi spogliati di fiori e foglie o colonne appartenti a ordini codificati dall'immaginazione del pittore. La produzione più recente dell'artista si ispira ancora all'universo naturale, evocandolo però attraverso gli insetti. Cavallette, pulci, vespe, api, oltre che ragni, appaiono raffigurati in una dimensione abnorme, come fossero protagonisti di singolari ritratti: i piccoli invertebrati divengono così personaggi di cui si delinea un carattere individuale e originale, trasformandosi, in alcuni casi, in protagonisti di un racconto svolto per immagini, come la grande vespa che osserva minacciosa le laboriose api.
La forma ingigantita di questi animali si rivela ispirata alla memoria del reale, ma la tavolozza che Gatti sceglie può deviare dalle cromie naturali, accendendosi di colori diversi, squillanti e solari o tenebrosi e cupi, a seconda dell'indole che l'artista vuol conferire all'insetto raffigurato. Anche in queste ultime opere determinante e rivelatore è ancora il segno, che mantiene quell'essenza libera ed espressiva, da sempre presente nella pittura di Gatti, dalla quale emerge la traccia dell'itinerario creativo dell'artista, secondo i meccanismi compositivi tipici dell'arte del presente.
Ma segno, forma, spazio, colore e luce sono ottenuti da Gatti attraverso una continua e inesausta ricerca degli effetti desiderati, spesso declinati in sperimentazioni particolari, che, attraverso procedure originali e impiego di materiali diversi, arrivano non raramente a tecniche miste uniche nella loro definizione, che sostanziano immagini di raffinata eleganza, nelle quali misura ed emozione concorrono unitamente al risultato finale. Le opere di Luciano Gatti rappresentano dunque un cosmo vegetale e animale che non solo viene evocato dall'immagine visiva, ma anche da sensazioni profonde, che, scartati facili e banali effetti elegiaci, ci fanno sentire all'interno della natura e delle sue primigenee e paniche atmosfere: da questo punto di vista, il pittore pare proseguire il solco tracciato fin dalla seconda metà nel novecento proprio da artisti che nel paesaggio, spesso padano, cercarono ispirazione per la loro arte. Il morlottiano “sguardo di un insetto nella natura” sembra aver trovato nella pittura di Luciano Gatti una nuova, attuale e originale dimensione espressiva, che fa dell'universo che ci circonda motivo di riflessione sul senso dell'esistenza e del suo scorrere nel tempo.
Biografia dell’artista
Luciano Gatti vive e lavora a Milano. Dal 1966 ha allestito 35 personali in Italia e all’estero, partecipando anche a numerose collettive. I suoi interessi spaziano dall’incisione alla scultura, dal disegno alla pittura. Nel 1973 pubblica la sua prima monografia con testo di Luigi Cavallo e contributi di Dino Buzzati, Oretta Nicolini, Sauro Sagradini. Nel 1982 Enzo Fabiani lo invita con cinque opere di grande formato alla mostra 50 Giovani Pittori e Scultori Italiani alla Rotonda della Besana di Milano. Nel 1986, nell’ambito dell’iniziativa del C.O.N.I. 50 Pittori Raccontano Lo Sport, esegue nello Stadio dei Marmi di Roma il murale Formula Uno. Dal 1993 partecipa a esposizioni in spazi pubblici con il gruppo “Venature”, “Linoleumgrafia” e “Naturarte”. E’ presente alla VI e VII Triennale di Grafica, nel 1990 e nel 1994, al Palazzo della Permanente di Milano. Nel 1994 è invitato alla rassegna Maestri Incisori, al Museo Salvini di Gemonio. Partecipa a molte edizioni di Xilon Italia e Xilon International. Nel volume Arte + critica del 1997 è documentata la sua attività con altri gruppi di artisti alla Sala dei Templari di Molfetta, al Palazzo della Permanente di Milano e al Palazzo della Provincia di Bari. Come docente di Tecniche dell’Incisione partecipa alla celebrazione di Due Secoli di Incisione alla Sala Napoleonica di Brera ed è presente nel volume che celebra il bicentenario dell'Accademia. Nel 1999 partecipa a 99 Taegu-Milano-Arts Exibition in Corea e nel 2000 a Materie del Digitale al Museo della Permanente di Milano. Tiene una antologica di incisioni a Villa Pomini di Castellanza nel 1999, dove presenta una monografia con scritti di L. Cavallo, A. Del Guercio, G. Finzi, G. Magini, A. Musiari, O. Nicolini. Dopo una personale a cura di ISU Bocconi nel 2006, partecipa a Generazione Anni ‘40 allo Spazio Guicciardini di Milano nel 2007, a Europe Art Languages a Budapest nel 2008, ad Artisti Italiani al Pecs alla Casa della Cultura Pannonica nel 2010. Opere dell’artista si trovano in musei e raccolte in Italia e all’estero, esposte al pubblico in permanenza o in occasione delle seguenti mostre: Xilon 2, Museo d’Arte Contemporanea, Villa Croce, Genova, 1995, Xilon 13 International, Gewerbermuseum, Winterthur, 1997, Nuove Donazioni, Galleria d’Arte Contemporanea, Cento, 1997, Le carte del Museo, Civica Galleria D’Arte Villa dei Cedri, Bellinzona, 1999, Utopia e Libertà, Palazzo dell’Annunziata, Matera, 2001, Il Patrimonio Mobile d’Arte del Comune di Castellanza, Villa Pomini, 2002, Arte a Cascina Roma, Galleria d’Arte Contemporanea, San Donato Milanese, 2004, Arte Sacra Contemporanea, Museo Pinacoteca Nazionale, Serrapetrona, 2004, Acquisizioni 2008, Civico Museo Parisi, Valle, Maccagno. Sue opere sono inoltre presenti nelle raccolte Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano e ISU Bocconi di Milano, nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo dei Diamanti di Ferrara e nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe dell'Università di Pisa.
La natura al centro della riflessione espressiva: è questo il filo rosso che percorre la pittura di Luciano Gatti, presentata allo Spazio Hajech con una serie di opere che risalgono, attraverso affondi esemplificativi, fino alla produzione realizzata dall'artista negli anni ottanta del novecento.
In questa selezione espositiva, che copre quindi una parte dell'itinerario creativo del pittore, punto di partenza sono alcuni disegni di grandi dimensioni, che rappresentano il cosmo naturale percepito con uno sguardo particolare, capace di trasportare lo spettatore nella profondità del paesaggio, che da sfondo osservato a una certa distanza diviene visione avvolgente e totalizzante. A questa sensazione concorrono vari elementi compositivi, quali la resa prospettica, che annulla ogni senso di profondità razionalmente misurabile virando a uno spazio generato da emozioni interiori, e la realizzazione della forma, ottenuta con un segno che delinea atmosfere pulsanti e palpitanti.
La meditazione di Gatti sul cosmo della natura si concentra quindi sul tema degli alberi e dei fiori, nei quali possiamo vedere la trasformazione del ricordo del reale in immagine della mente: la morfologia del cosmo vegetale evolve in forme sintetiche e in colori fantastici, determinanti immagini dal sentore totemico che possono diventare resti combusti di tronchi spogliati di fiori e foglie o colonne appartenti a ordini codificati dall'immaginazione del pittore. La produzione più recente dell'artista si ispira ancora all'universo naturale, evocandolo però attraverso gli insetti. Cavallette, pulci, vespe, api, oltre che ragni, appaiono raffigurati in una dimensione abnorme, come fossero protagonisti di singolari ritratti: i piccoli invertebrati divengono così personaggi di cui si delinea un carattere individuale e originale, trasformandosi, in alcuni casi, in protagonisti di un racconto svolto per immagini, come la grande vespa che osserva minacciosa le laboriose api.
La forma ingigantita di questi animali si rivela ispirata alla memoria del reale, ma la tavolozza che Gatti sceglie può deviare dalle cromie naturali, accendendosi di colori diversi, squillanti e solari o tenebrosi e cupi, a seconda dell'indole che l'artista vuol conferire all'insetto raffigurato. Anche in queste ultime opere determinante e rivelatore è ancora il segno, che mantiene quell'essenza libera ed espressiva, da sempre presente nella pittura di Gatti, dalla quale emerge la traccia dell'itinerario creativo dell'artista, secondo i meccanismi compositivi tipici dell'arte del presente.
Ma segno, forma, spazio, colore e luce sono ottenuti da Gatti attraverso una continua e inesausta ricerca degli effetti desiderati, spesso declinati in sperimentazioni particolari, che, attraverso procedure originali e impiego di materiali diversi, arrivano non raramente a tecniche miste uniche nella loro definizione, che sostanziano immagini di raffinata eleganza, nelle quali misura ed emozione concorrono unitamente al risultato finale. Le opere di Luciano Gatti rappresentano dunque un cosmo vegetale e animale che non solo viene evocato dall'immagine visiva, ma anche da sensazioni profonde, che, scartati facili e banali effetti elegiaci, ci fanno sentire all'interno della natura e delle sue primigenee e paniche atmosfere: da questo punto di vista, il pittore pare proseguire il solco tracciato fin dalla seconda metà nel novecento proprio da artisti che nel paesaggio, spesso padano, cercarono ispirazione per la loro arte. Il morlottiano “sguardo di un insetto nella natura” sembra aver trovato nella pittura di Luciano Gatti una nuova, attuale e originale dimensione espressiva, che fa dell'universo che ci circonda motivo di riflessione sul senso dell'esistenza e del suo scorrere nel tempo.
Biografia dell’artista
Luciano Gatti vive e lavora a Milano. Dal 1966 ha allestito 35 personali in Italia e all’estero, partecipando anche a numerose collettive. I suoi interessi spaziano dall’incisione alla scultura, dal disegno alla pittura. Nel 1973 pubblica la sua prima monografia con testo di Luigi Cavallo e contributi di Dino Buzzati, Oretta Nicolini, Sauro Sagradini. Nel 1982 Enzo Fabiani lo invita con cinque opere di grande formato alla mostra 50 Giovani Pittori e Scultori Italiani alla Rotonda della Besana di Milano. Nel 1986, nell’ambito dell’iniziativa del C.O.N.I. 50 Pittori Raccontano Lo Sport, esegue nello Stadio dei Marmi di Roma il murale Formula Uno. Dal 1993 partecipa a esposizioni in spazi pubblici con il gruppo “Venature”, “Linoleumgrafia” e “Naturarte”. E’ presente alla VI e VII Triennale di Grafica, nel 1990 e nel 1994, al Palazzo della Permanente di Milano. Nel 1994 è invitato alla rassegna Maestri Incisori, al Museo Salvini di Gemonio. Partecipa a molte edizioni di Xilon Italia e Xilon International. Nel volume Arte + critica del 1997 è documentata la sua attività con altri gruppi di artisti alla Sala dei Templari di Molfetta, al Palazzo della Permanente di Milano e al Palazzo della Provincia di Bari. Come docente di Tecniche dell’Incisione partecipa alla celebrazione di Due Secoli di Incisione alla Sala Napoleonica di Brera ed è presente nel volume che celebra il bicentenario dell'Accademia. Nel 1999 partecipa a 99 Taegu-Milano-Arts Exibition in Corea e nel 2000 a Materie del Digitale al Museo della Permanente di Milano. Tiene una antologica di incisioni a Villa Pomini di Castellanza nel 1999, dove presenta una monografia con scritti di L. Cavallo, A. Del Guercio, G. Finzi, G. Magini, A. Musiari, O. Nicolini. Dopo una personale a cura di ISU Bocconi nel 2006, partecipa a Generazione Anni ‘40 allo Spazio Guicciardini di Milano nel 2007, a Europe Art Languages a Budapest nel 2008, ad Artisti Italiani al Pecs alla Casa della Cultura Pannonica nel 2010. Opere dell’artista si trovano in musei e raccolte in Italia e all’estero, esposte al pubblico in permanenza o in occasione delle seguenti mostre: Xilon 2, Museo d’Arte Contemporanea, Villa Croce, Genova, 1995, Xilon 13 International, Gewerbermuseum, Winterthur, 1997, Nuove Donazioni, Galleria d’Arte Contemporanea, Cento, 1997, Le carte del Museo, Civica Galleria D’Arte Villa dei Cedri, Bellinzona, 1999, Utopia e Libertà, Palazzo dell’Annunziata, Matera, 2001, Il Patrimonio Mobile d’Arte del Comune di Castellanza, Villa Pomini, 2002, Arte a Cascina Roma, Galleria d’Arte Contemporanea, San Donato Milanese, 2004, Arte Sacra Contemporanea, Museo Pinacoteca Nazionale, Serrapetrona, 2004, Acquisizioni 2008, Civico Museo Parisi, Valle, Maccagno. Sue opere sono inoltre presenti nelle raccolte Bertarelli del Castello Sforzesco di Milano e ISU Bocconi di Milano, nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo dei Diamanti di Ferrara e nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe dell'Università di Pisa.
10
ottobre 2012
Luciano Gatti – La natura e le opere
Dal 10 al 27 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
SPAZIO HAJECH – LICEO ARTISTICO DI BRERA
Milano, Via Camillo Hajech, 27, (Milano)
Milano, Via Camillo Hajech, 27, (Milano)
Orario di apertura
Da lunedì a venerdì ore 9.30-14.30
Sabato ore 9.30-12.30
Vernissage
10 Ottobre 2012, ore 18.00
Autore
Curatore