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Luciano Lattanzi – Antologica
Le opere proposte in mostra illustreranno le tre fasi che contraddistinguono il lungo itinerario creativo dell’artista: il periodo semantico 1957-1964, il periodo ornamentale 1965-1985 e il periodo dello schematismo 1986-2000.
Comunicato stampa
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Venerdì 9 novembre alle 18.30 la Galleria CRONO Arte Contemporanea e l’Atelier GIORGIO RAMERA di CHIARI (Brescia) inaugurano la mostra LUCIANO LATTANZI Antologica, un evento organizzato parallelamente a quello omonimo allestito alla Galleria ELLENI di Bergamo (inaugurazione sabato 10 novembre, info: 035 243667).
Attraverso una raffinata selezione di lavori, viene illustrata l’opera del maestro toscano, intellettuale e storico pioniere a livello internazionale, che sin dagli anni Cinquanta si è distinto come isolato promotore di nuove sperimentazioni e studi legati al linguaggio semantico in ambito pittorico.
Le opere proposte in mostra illustreranno le tre fasi che contraddistinguono il lungo itinerario creativo dell’artista: il periodo semantico 1957-1964, il periodo ornamentale 1965-1985 e il periodo dello schematismo 1986-2000.
Luciano Lattanzi, nato a Carrara nel 1925, nel dopoguerra scelse di lavorare in una sorta di isolamento, in un momento in cui agire da soli poteva apparire discriminante e troppo “borghese”. Per alcuni anni si dedicò alla poesia. Tra le altre iniziative appoggiò gli studi della psicologa e pedagoga Rhoda Kellog relativi agli scarabocchi dei bambini scoprendo una ventina di “gesti di base o primari”. Nacque in questo modo quella che è stata definita la “pittura semantica”, i cui principi vennero dallo stesso Lattanzi diffusi in un Primo Manifesto Semantico a Londra (datato 1957) e in un Secondo a Francoforte.
Lattanzi è pertanto da considerarsi il teorico e l’ideatore della cosiddetta pittura semantica, che si distingue da linguaggi simili, come l’espressionismo astratto di Pollock ed altri, in quanto indaga il segno pittorico istintivo e meccanico che prescinde da ogni condizionamento. Nel 1961 il pittore conosce Werner Schreib, collega tedesco che condivide le sue stesse ricerche e con il quale inizierà un lungo sodalizio artistico che si interromperà solo con la morte di quest’ultimo nel 1969.
Nel 1964 Lattanzi è invitato alla XXXII Biennale di Venezia.
L’anno successivo la sua pittura si evolve verso una direzione ornamentale in linea con la “Neue Ornamentik” del tedesco Klaus Hoffman, cercando una bellezza del segno fine a se stessa e un puro piacere percettivo nell’osservazione. La critica interpreterà negativamente questa scelta, letta in antitesi con gli sviluppi dell’arte politicamente impegnata che si andava affermando in tutta Europa in quegli anni.
Al 1985 risale l’inizio di quella che può essere definita la sua terza età pittorica: il maestro abbraccia le teorie schematiste di Robert Estivals, che ritiene che anche un concetto astratto possa essere shematizzato e reso visivamente riconoscibile e comunicato.
Opere di Luciano Lattanzi si trovano in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
Le mostre di Chiari e di Bergamo sono accompagnate da un catalogo (cm 24 x 28, 150 pp.) a colori pubblicato per l’occasione che contiene un saggio di Sandro Parmiggiani, Direttore di Palazzo Magnani, Museo di Reggio Emilia.
Attraverso una raffinata selezione di lavori, viene illustrata l’opera del maestro toscano, intellettuale e storico pioniere a livello internazionale, che sin dagli anni Cinquanta si è distinto come isolato promotore di nuove sperimentazioni e studi legati al linguaggio semantico in ambito pittorico.
Le opere proposte in mostra illustreranno le tre fasi che contraddistinguono il lungo itinerario creativo dell’artista: il periodo semantico 1957-1964, il periodo ornamentale 1965-1985 e il periodo dello schematismo 1986-2000.
Luciano Lattanzi, nato a Carrara nel 1925, nel dopoguerra scelse di lavorare in una sorta di isolamento, in un momento in cui agire da soli poteva apparire discriminante e troppo “borghese”. Per alcuni anni si dedicò alla poesia. Tra le altre iniziative appoggiò gli studi della psicologa e pedagoga Rhoda Kellog relativi agli scarabocchi dei bambini scoprendo una ventina di “gesti di base o primari”. Nacque in questo modo quella che è stata definita la “pittura semantica”, i cui principi vennero dallo stesso Lattanzi diffusi in un Primo Manifesto Semantico a Londra (datato 1957) e in un Secondo a Francoforte.
Lattanzi è pertanto da considerarsi il teorico e l’ideatore della cosiddetta pittura semantica, che si distingue da linguaggi simili, come l’espressionismo astratto di Pollock ed altri, in quanto indaga il segno pittorico istintivo e meccanico che prescinde da ogni condizionamento. Nel 1961 il pittore conosce Werner Schreib, collega tedesco che condivide le sue stesse ricerche e con il quale inizierà un lungo sodalizio artistico che si interromperà solo con la morte di quest’ultimo nel 1969.
Nel 1964 Lattanzi è invitato alla XXXII Biennale di Venezia.
L’anno successivo la sua pittura si evolve verso una direzione ornamentale in linea con la “Neue Ornamentik” del tedesco Klaus Hoffman, cercando una bellezza del segno fine a se stessa e un puro piacere percettivo nell’osservazione. La critica interpreterà negativamente questa scelta, letta in antitesi con gli sviluppi dell’arte politicamente impegnata che si andava affermando in tutta Europa in quegli anni.
Al 1985 risale l’inizio di quella che può essere definita la sua terza età pittorica: il maestro abbraccia le teorie schematiste di Robert Estivals, che ritiene che anche un concetto astratto possa essere shematizzato e reso visivamente riconoscibile e comunicato.
Opere di Luciano Lattanzi si trovano in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
Le mostre di Chiari e di Bergamo sono accompagnate da un catalogo (cm 24 x 28, 150 pp.) a colori pubblicato per l’occasione che contiene un saggio di Sandro Parmiggiani, Direttore di Palazzo Magnani, Museo di Reggio Emilia.
09
novembre 2007
Luciano Lattanzi – Antologica
Dal 09 novembre al 22 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA CRONO ARTE CONTEMPORANEA
Chiari, Via Carmagnola, 12, (Brescia)
Chiari, Via Carmagnola, 12, (Brescia)
Orario di apertura
mer-sab 16-19.30
Vernissage
9 Novembre 2007, ore 18.30
Ufficio stampa
MARTE COMUNICAZIONE
Autore