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Luciano Lupoletti – Dal gioco e dal sogno del bello e del senso
Luciano Lupoletti entro la figurazione di uno spazio segmentato a tessere di colore, sonda un universo di eventi reali e di memoria.
Comunicato stampa
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Sia il processo di contaminazione, sia la configurazione con cui le immagini si presentano, sono gli elementi che più interessano la ricerca dell’artista, il quale isola al centro della superficie dei suoi dipinti quel circuito, quella sfera gremita di eventi tipici non soltanto del repertorio del vedere pittorico, ma anche della coscienza dell’individuo, ora solo un grande occhio che riflette le informazioni, i fenomeni, la realtà del suo intimo e dell’ambiente circostante.
Ma quella realtà è però un circuito chiuso indifferenziato, o meglio la dimensione dei suoi piani, la sua ambivalenza, per cui vero o falso, memoria e quotidiano si scambiano le parti.
La dimensione della scena diventa circuito del segno in cui sono appunto inglobate le informazioni psichiche che simboleggiano conflitti e impressioni della nostra attività inconscia.
Le immagini di Lupoletti sembrano percorse da un antico furore. Nella sua pittura s’incontrano e s’intrecciano due opposti modi di visualizzare l’esperienza: un ordine geometrico che, al limite, può giungere all’astrazione pura, denotando una spazialità contemplativa e serena; e un’evocazione di forme che della figurazione originaria conservano un’allusiva figuralità, quasi come brani o frammenti di un’esperienza anatomizzata, che mantengono intatta la loro organicità, nei contorni sinuosi e nella pregnanza delle luci e delle ombre, ma svolgono un ruolo di apparizioni della memoria, più che di riferimenti all’esperienza diretta.
Questi due aspetti si compenetrano, si coinvolgono a vicenda, istituendo un sottile contrappunto di emozioni e di percezioni e immergono lo spettatore in uno spazio fatato e vagamente surreale, che tende a ritrovare nella forma sintetica e scattante delle allusioni la dinamica di un mondo oggettivo, la cui consistenza sfiora il confine di una remota contrada dell’animo, al punto d’innesto della memoria nelle parvenze e delle motivazioni sotterranee di ogni giorno.
Ma quella realtà è però un circuito chiuso indifferenziato, o meglio la dimensione dei suoi piani, la sua ambivalenza, per cui vero o falso, memoria e quotidiano si scambiano le parti.
La dimensione della scena diventa circuito del segno in cui sono appunto inglobate le informazioni psichiche che simboleggiano conflitti e impressioni della nostra attività inconscia.
Le immagini di Lupoletti sembrano percorse da un antico furore. Nella sua pittura s’incontrano e s’intrecciano due opposti modi di visualizzare l’esperienza: un ordine geometrico che, al limite, può giungere all’astrazione pura, denotando una spazialità contemplativa e serena; e un’evocazione di forme che della figurazione originaria conservano un’allusiva figuralità, quasi come brani o frammenti di un’esperienza anatomizzata, che mantengono intatta la loro organicità, nei contorni sinuosi e nella pregnanza delle luci e delle ombre, ma svolgono un ruolo di apparizioni della memoria, più che di riferimenti all’esperienza diretta.
Questi due aspetti si compenetrano, si coinvolgono a vicenda, istituendo un sottile contrappunto di emozioni e di percezioni e immergono lo spettatore in uno spazio fatato e vagamente surreale, che tende a ritrovare nella forma sintetica e scattante delle allusioni la dinamica di un mondo oggettivo, la cui consistenza sfiora il confine di una remota contrada dell’animo, al punto d’innesto della memoria nelle parvenze e delle motivazioni sotterranee di ogni giorno.
19
dicembre 2010
Luciano Lupoletti – Dal gioco e dal sogno del bello e del senso
Dal 19 al 31 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
AURUM
Pescara, Via Francesco Ferdinando D'avalos, (Pescara)
Pescara, Via Francesco Ferdinando D'avalos, (Pescara)
Biglietti
Orario di apertura
ore 10 - 18
Vernissage
19 Dicembre 2010, ore 18.00
Autore
Curatore